Il libro sul film più censurato verrà presentato a Città della Pieve. In quel film c’era anche il concittadino Lodovico Longo

di Carlo Sacco

Segnalo volentieri che nel pomeriggio di Sabato 29 maggio p.v. alle  ore
17, a Città della Pieve
nella sala Grande di Palazzo della Corgna, si
terrà la presentazione del libro di Luca Martera dal titolo ” Harlem ,
il film più censurato di sempre”. In tale film realizzato nel 1943
oltre che agli attori principali come Massimo Girotti,Amedeo Nazzari,
Primo Carnera
, figura una comparsa, che è stato cittadino di Chiusi ma
che ha anche frequentato Città della Pieve.Si tratta di mio zio, l’Ing.
Lodovico Longo
, una persona di colore figlio di un funzionario italiano
delle miniere del Congo Belga e di una nativa, che diversi chiusini
hanno conosciuto e deceduto nel 1997 a Città della Pieve ed ivi 
sepolto.Nel film recita come comparsa nelle vesti di un boxeur (Lamb )
che si scontra con Massimo Girotti al Madison Square Garden,dove
nell’occasione vengono messi in risalto le evidenti manipolazioni  di
natura razziale che il regime fascista usava nei confronti
dell’esaltazione della razza ariana. Negli ultimi anni ho dato notizia
diverse volte nei media chiusini che a suo nome esiste un deposito
notarile riguardante il famoso Teorema di Fermat, che io stesso ho
sottoposto all’attenzione di alti professori di matematica come Andrea
Ossicini,Bombieri ed altri dell’università Federico II di Napoli, e
tutti mi hanno dato risposte molto evasive.Bombieri dall’america non mi
ha nemmeno risposto,segno è che al 90% mio zio ha scoperto con
probabilità una bolla di sapone,ma talvolta non si sà mai ed il mistero
continua.

La storia incredibile di Lodovico Longo può essere letta nel
corrierepievese.it” nelle edizioni arretrate di questo mese cliccando
a pag.3 dove io stesso ho evidenziato alcuni spaccati della sua vita. In
allegato di questo. L’originale del film può essere visto anche su You Tube
cliccando ”Harlem, il film più censurato di sempre” di Luca Martera
dove nella fase finale appare sul quadrato del Madison Square
Garden. Essendo stato anche un cittadino di Chiusi- poiché gli ultimi
anni della sua vita li ha trascorsi nel nostro Comune- ho creduto
opportuno di coadiuvare la ricerca dell’autore del libro alla
ricostruzione del personaggio dell’Ing. Lodovico Longo, con foto e
documenti di famiglia che avevo in archivio.Una storia incredibile di
una persona che è potuta sopravvivere nel periodo fascista alle
discriminazioni che il regime ha avuto verso la sua persona, grazie solo
alla sua intelligenza, alla sua volontà, ed anche al genio matematico
che era in lui, che sin da ragazzo gli è stato inspirato da una sua zia
di nome Carlotta Longo dell’Università di Padova la quale nel 1918
formulò una teoria parallela a quella della relatività di Einstein e che
oggi porta il suo nome: ” legge elettrostatica elementare nella teoria
di Einstein” di Carlotta Longo. Segno che buon sangue non mentiva
neanche a quei tempi….

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6 risposte a Il libro sul film più censurato verrà presentato a Città della Pieve. In quel film c’era anche il concittadino Lodovico Longo

  1. carlo sacco scrive:

    Oh Rossella,”unt’allargà tanto”dicono a Chiusi…..non lo dico per falsa modestia ma ho fatto l’impiegato e non l’esploratore….Quello che invece posso dire perchè si tratta di me ed ognuno a questo mondo sà come è fatto, è la certezza che ciò che ho visto e che ho ricercato in quegli anni è stato il frutto del mio genuino interesse,in cui la fotografia è stata l’asse portante.Ci sono stato abituato fin da ragazzino quando seguivo il mio babbo che era un fotografo vedutista che girava l’Italia per fare foto per cartoline e quindi il fatto di andar fuori casa in destinazioni programmate,arrivare sul luogo,scattare e riportare immagini, mi è entrato nella mente e lì mi è rimasto non scalfito come volontà.Parlare in prima persona è antipatico e non è da me,ma una cosa la voglio dire ed è quella che in tutti questi anni di cose per fortuna sono riuscito a vederne parecchie e molto spesso-come hai detto tu-al riguardo della Piramide di Cheope,quando sei un ragazzo la morte ti può passare vicino,sfiorarti col suo alito e tu non ne hai il minimo sentore,poichè spesso è l’incoscenza che ti comanda,ma come è stata quella volta anche altre volte è successa la stessa cosa,anche al confronto con gli animali e con gli uomini.Sono stato non bravo perchè non si tratta di bravura ma di fortuna e di quest’ultima spesso ce ne vuole,poichè altri per molto meno,oggi non ci sono più.Si, qualche volta posso dirlo che per fotografare ho rischiato la vita.

  2. Rossella Rosati scrive:

    Carlo (Sacco) oltre ad avere un archivio che meriterebbe una valorizzazione ( ci si potrebbe costruire attorno un impianto museale sulla fotografia e sull’Oriente e chissà che le origini di Carlo non siano quelle del più orientale degli Etruschi) è anche depositario di una memoria storica che non dovrebbe andare perduta. Oltre ad avere infiniti ricordi in merito agli abitanti e famiglie di questo territorio è stato anche protagonista di viaggi , che per gli anni in cui sono stati fatti , non possono che definirsi di grande avventura. Del resto non tutti possono vantarsi di aver dormito in cima alle Piramidi, a rischio della propria vita , pur di scattare una foto dell’alba. I suoi “spezzoni” di esistenza meritano veramente di trovare una degna edizione.

  3. carlo sacco scrive:

    Si,teoricamente ed anche umanamente sarebbe bello.Io non sono un bravo narratore poichè come sai se inizio a parlare a chi mi ascolta nasce la barba bianca,ma comunque non è facile trovare chi narri una vita di un altra persona,specialmente una di quelle vite che mostrano lati oscuri e buchi neri,magari nemmeno rivelati ed a conosenza di altri familiari.Lodovico era una persona molto schiva a cui non piaceva mettere in piazza le proprie pieghe del carattere e come tutte le persone che hanno sofferto per la discriminazione razziale sia durante sia dopo il fascismo,certe cose non piace metterle a disposizione degli altri,ma comunque credo che certamente sarebbe utile proprio per uno sforzo educativo che dovrebbero fare le generazioni dei giovani per capire che il razzismo è un modo di reagire ed un sentimento selvaggio,arcaico ed irrazionale che ha sede nell’animo umano non educato al rispetto delle diversità naturali.Proprio l’esempio di vita di Lodovico Longo parla chiaro e mostra che se in una mente educata a pensare possano essere immessi concetti e cognizioni positive e progressiste,la mente stessa e la coscenza vengono educate a sviluppare quell’intelligenza che si afferma non conoscendo i limiti del colore della pelle.Sono questi i nemici del genere umano e vanno battuti nei loro concetti e purtroppo oggi sono fra noi,frutto dell’ignoranza sulla quale il sistema irrazionale poggia come sempre ha fatto traendone vantaggio.

  4. Paolo Scattoni scrive:

    Per Carlo Sacco. Dovresti trovare un bravo narratore con cui scrivere un libro in collaborazione. Non ci si fanno i soldi, ma sarebbe un giusto riconoscimento alla memoria di tuo zio.

  5. carlo sacco scrive:

    Certamente, sono d’accordo, ed infatti la cosa più importante non è se ha trovato o meno la soluzione del Teorema di Fermat,ma è la storia di quella vita.Appena nato il padre lo consegnò ad una italiana e fu portato da questa in Italia e tenuto per tre anni,poi riconsegnato alla famiglia.Sò per certo che Lodovico ha ricercato la madre più volte ma non l’ha più trovata ed al padre tutto questo non l’ha mai perdonato,anche se economicamente l’hanno aiutato e fatto studiare fino a fargli raggiungere livelli notevoli di istruzione e di conoscenza:è stato un grande matematico,co-progettista dell’Andrea Doria,Boxeur ed ha contribuito al restauro della statua di Lacoonte di scuola ateniese che si trova oggi nei Musei Vaticani ed alla quale si inspirarono Michelangelo e Raffaello.Una vita continuamente segnata dalla discriminazione per il colore della pelle e continuamente lottata per affermare la propria intelligenza ed intuizione soprattutto nella matematica e nella sua analisi.Grande amante del Sud-America,la prima volta visitato in un viaggio premio per la laurea negli ani ’40 e da qui si comprende il desiderio da parte della famiglia di accattivarsi i suoi sentimenti nonostante gli accaduti pregressi che gli lasciarono ferite insanabili.Allevato da tre vecchie zie tutte e tre nubili che oltre a dimostrargli affetto gli fornirono come sempre succede in queste vicende”un abbraccio mortale” che gli precluse moltissime aspettative di vita.

  6. pscattoni scrive:

    Sfortunatamente non ho conosciuto l’ingegner Longo. Vedi Carlo (Sacco) io non credo che la soluzione o meno del teorema di Fermat sia l’aspetto più rilevante di questa che tu definisci una storia incredibile. Quello che c’è di rilevante è la storia della vita. A inizio Novecento una relazione fra un bianco europeo e una donna congolese veniva vista come un’eresia. Di figli misti ovviamente ce n’erano, ma poi i figli venivano abbandonati insieme alla madre. Posso immaginare come potesse essere considerato il riconoscimento ufficiale in quel periodo. Il Congo aveva visto una dei più crudeli genocidi della storia da parte del re del Belgio. Alcuni ricercatori addirittura stimano più di dieci milioni di morti, per non dire delle mani mozzate per i lavoratori nelle piantagioni ed anche per i loro figli in segno di ammonimento. Mi chiedo allora quanti Lodovico Longo abbiamo perso fra quei dieci milioni di PERSONE.
    La storia di Lodovico Longo è una testimonianza contro il razzismo.

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