Colloqui politici: tanto difficile farci sapere?

di Paolo Scattoni

Nebbia in Valdichiana, soprattutto a Chiusi. Non si capisce cosa stia succedendo. Si sa di incontri fra le forze politiche, ma dei contenuti di questi colloqui non è dato sapere, come se la politica fosse cosa riservata a pochi.

U(ltimamente ci sono stati articoli e interviste. I primi pubblicati da Primapagina ormai da tempo organo ufficioso del sindaco. Fra le interviste c’è quella dell’ex sindaco e consigliere regionale Scaramelli che su NTI (canale che incassa qualche centinaio di euro per ogni messa in onda delle sedute del Consiglio comunale) dove viene riproposto per Chiusi il quadro delle alleanze della lista Giani alle regionale, che se ha determinato il successo elettorale del candidato non si può certo dire che sia stato un gran successo dal punto di vista della politica. L’inchiesta sul trattamento dei rifiuti delle concerie di Santa Croce sull’Arno rappresenta l’ultima e desolante conferma dell’inadeguatezza del cosiddetto schema toscano.

Per chi sa come la penso non sarà certo una sorpresa la mia condivisione di quanto scritto in un recente post da Massimo (Mercanti) e dal relativo commento di Enzo (Sorbera).

L’ottobre scorso ho proposto un elenco di nove questioni che ripropongo qui. Se condivise propongo alle opposizioni d trasformarle in un questionario a crocette: (1) Si, (2) No, (3) Non so.

1) Garantire trasparenza e partecipazione attraverso strumenti e accorgimenti poco costosi (per esempio l’istituzione del question time);

2) Riconoscere e studiare il declino riconoscendo la necessità di politiche per gli anziani e la popolazione straniera;

3) Una politica che eviti la concentrazione di industrie di trattamento rifiuti come quella individuata per le Biffe. Per le esistenti verificare se siano state utilizzate le migliori tecnologie;

4) Rilancio dell’Istituto Valdichiana per la formazione tecnologica (FabLab e Junior Science Shop).

5) Incoraggiare forme di scienza di cittadinanza come la rete di rilevazione dell’inquinamento atmosferico coinvolgendo conoscenza esperta locale;

6) Chiusura della Fondazione Orizzonti e studio di una politica culturale sostenibili che non si limiti alle arti performative.

7) Opere pubbliche secondo una logica di miglioramento dell’esistente. Evitare sprechi come la ristrutturazione di Pza Garibaldi;

8) Priorità al miglioramento delle aree degradate;

9) Studio per un’eventuale recupero e gestione di centro merci e palazzetto.

Continuare in questo dialogo “riservato” non fa bene alla politica locale, soprattutto dopo che a livello nazionale il PD si sta muovendo in direzione diversa.

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4 risposte a Colloqui politici: tanto difficile farci sapere?

  1. pscattoni scrive:

    Giorgio (Cioncoloni) ho apprezzato il tuo intervento. La mia posizione è sempre stata chiara: la trasparenza è sempre a favore della buona politica e della partecipazione. Il disinteresse di oggi dipende anche se soltanto in parte dell’apatia dei nostri concittadini.
    A chi mi riferisco? Principalmente al PD che dopo quattro anni ver preso posizione.
    Dopo quattro anni il PD non riesce ad esprimersi sugli impianti ACEA. Eppure l’inchiesta pubblica ha dimostrato che i cittadini quando sentono di potersi esprimere partecipano. È una responsabilità politica non essere riusciti a prendere posizione. Perché non si è riusciti a farlo? Io onestamente non l’ho capito.
    Anche le opposizioni, però, hanno qualche responsabilità. Io ho apprezzato la loro disponibilità a confrontarsi. Ho apprezzato meno la scarsa decisione con la quale non si è portato all’attenzione dei cittadini la non risposta alle pur prudenti domande che l’opposizione ha fatto. Non condivido affatto la eccessiva prudenza su molti atti. Pare che la prefetto di Siena abbia dato ragione a Bettollini nel non aver portato in discussione la interrogazione sulla minacciata (effettuata?) querela nei confronti di cittadini che si sono espressi liberamente e correttamente anche su chiusiblog. Perché non pubblicarla?
    Pare anche che a seguito di quella risposta della prefetto le opposizioni si siano rivolta al difensore civico regionale. Qual’è il problema a pubblicarne il testo?

  2. Giorgio Cioncoloni scrive:

    Scusa, Paolo Scattoni, ma quando parli di non voler prendere posizione a chi ti riferisci?
    Io, da esterno ad ogni formazione politica di maggioranza o di opposizione, ho semplicemente cercato di dare il mio contributo per far capire che cosa, secondo me, si dovrebbe fare per coinvolgere maggiormente i cittadini e per quanto riguarda le tue proposte ho detto che sono tutte condivisibili e quindi, per quello che può valere, barro in tutte la crocetta del sì.
    Mi scuso se non ho capito la tua intenzione e se sono andato fuori tema ma sinceramente ero in buona fede.
    Non mi sembra però produttivo limitarsi a barrare una crocetta perché ogni punto necessiterebbe di un dibattito approfondito che non penso si possa fare in un blog, non per sminuirne l’importanza, ma solo per i tempi necessari a un confronto ragionato se diverse persone volessero partecipare, dicendo quello che pensano, valutando le proposte di tutti, rispondendo di nuovo e così via.
    In questo specifico campo non credo che i social media possano sostituire il dibattito in presenza.
    Non capisco poi perché la proposta di un questionario a crocette sia rivolta solo alle opposizioni.

  3. Paolo Scattoni scrive:

    Certamente non sono tutte le questioni. Ho provato a proporre un metodo di confronto. Questo non voler prendere posizione sta diventando insopportabile. Volevo semplicemente dire che se si vuole non è così complicato.

  4. Giorgio Cioncoloni scrive:

    Le questioni proposte da Paolo Scattoni sono tutte condivisibili, anche se non esaustive di ciò che serve per un rilancio di Chiusi, e sono sicuramente tra quelle su cui ogni forza politica o civica, interessata al futuro governo del paese, starà dibattento.
    La situazione sanitaria non agevola il dibattito pubblico ma ancora meno lo agevola la mancanza di richiesta da parte della maggioranza dei cittadini.
    In risposta a un altro post su questo blog ho parlato della malattia dell’indifferenza sociale che ci ha colpito negli ultimi decenni.
    Far ritrovare interesse, e quindi richiesta di sapere, non è facile quando per anni nessuno, maggioranza e opposizione, ha saputo, o voluto, favorire la partecipazione attiva.
    Come ex consigliere di opposizione so quanto è difficile svolgere il ruolo e quanto poche siano le forze e le risorse a disposizione, però non si può pretendere di creare movimento di opinione solo ogni cinque anni, in occasione delle scadenze elettorali.
    Penso però che sia importante provarci oggi perché proprio la scadenza elettorale crea di per sé interesse e di conseguenza le condizioni favorevoli, bisogna però crederci come missione sociale permanente e non come pura ricerca temporanea di consenso elettorale.
    Io credo che favorire una presa di coscienza collettiva sia la cosa più importante in modo che ciascuno voti per chi vuole ma lo faccia nella maniera più consapevole possibile.

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