La democrazia delle donne: una mimosa

di Rossella Rosati

 La tradizione di regalare fiori alle donne per l’ 8 marzo esiste in moltissimi paesi, ma solo in Italia il simbolo della Festa della Donna è la mimosa.

Il motivo è semplice :  fiorisce a fine inverno e si  può trovare nei campi,  pertanto non costa nulla . Ogni donna, così, può riceverne un ramo , piccolo o grande che sia.

Non aveva queste caratteristiche la violetta , proposta come simbolo dal Vice-segretario del Partito Comunista Luigi Luongo.

Furono le stesse dirigenti del PCI che si opposero , insieme all’Unione delle Donne d’Italia (UDI). La violetta era un fiore costoso e difficile da trovare e l’Italia era appena uscita dalla guerra : moltissimi avrebbero avuto difficoltà a “regalare” delle violette.

Tra “le oppositrici alla violetta” vi era Teresa Mattei.

All’anagrafe Teresita Mattei, figli di un avvocato liberale, la madre, Clara Friedman, figlia di un glottologo che conosceva 425 lingue. Partigiana, membro della Costituente e del Partito Comunista (fino al 1955), ha lottato per la difesa delle donne e dei bambini.

Di Teresita è rimasto celebre uno scambio che ebbe con un deputato liberale a proposito della parità tra uomini e donne all’interno della magistratura: «Signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?», chiese il deputato. E lei rispose: «Ci sono uomini che non ragionano tutti i giorni del mese».

Teresita Mattei è morta all’età di 92 anni. La Festa della Donna ha assunto importanza a partire dagli anni ’70, valorizzando la tradizione della mimosa.

«Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano» (Teresita Mattei  1921-2013).

Tutti, nel rispetto del passato e quale impegno del futuro , dovrebbero essere consapevoli dell’importanza quel mazzetto di mimosa , reale o simbolico , che oggi le donne ricevono in regalo. 

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9 risposte a La democrazia delle donne: una mimosa

  1. carlo sacco scrive:

    X Roberto. Non per continuare la polemica- a me dà anche piacere quando è intelligente- ma le considerazioni che fai trovo che oltre al fatto che tu dica che noi siamo animali come i pesci ed altro, non tengano conto del fatto evolutivo.Ne abbiamo a suo tempo ampiamente discusso su questo Roberto ed ancora se guardo nel mio archivio conservo le tue risposte, ma proprio perchè un cane od un pesce erano cosi come lo sono oggi 200.000 anni fa o milioni di anni fa, l’uomo ha qualcosa di diverso dentro il suo sistema pensante ed è proprio quella razionalità alla quale tu ti riferisci- che se ho ben interpretato il tuo discorso-tu la vedi come portatrice di problematiche,guerre, contrasti, compressioni all’interno della nostra società. Ti sei mai chiesto cosa sarebbe statao della nostra specie se non avessimo ragionato per esempio sulla necessità di coprirsi dal freddo? I cani per esempio o le mucche non si coprono dal freddo ed hanno una vita molto più limitata in ogni senso della nostra, nè si fanno la guerra l’uno contro l’altro.Quel qualcosa in più che ha l’uomo e che ha segnato la sua evoluzione( che secondo te mi sembra che la interpreti anche come involuzione rispetto al tempo ed a tutte le altre specie animali)gli ha permesso di trasformare il mondo ed avere anche la speranza di poterlo trasformare in meglio.La razionalità umana non deve diventare un pretesto perche l’uomo possa prevalere su un suo simile.Questo è civiltà. O non è così ?

  2. roberto donatelli scrive:

    Mi sono dimenticato la conclusione (78 anni).
    Accetta la tua natura e quella degli altri. non cercare di cambiarla e usa la ‘razionalità’ per smussarne gli angoli.

  3. roberto donatelli scrive:

    X Carlo Sacco. Forse il problema è proprio quello, la ‘nostra’ razionalità.
    Noi apparteniamo alla razza animale, siamo animali non pesci uccelli o quant’altro. Mi chiedo. avremo qualcoa in comune con gli altri animali? La risposta che mi do é si, più di quanto ci immaginiamo. Nel mondo animale, senza razionalità, esistono matriarcati, dittature etc. Tutte sembrano andare avanti senza molte ‘tegole’.
    Noi, esseri umani, con la nostra razionalità stiamo rovinando tutto, ignorando la natura delle cose.
    Con questo non voglio dire che le donne non devono avere i loro diritti. Voglio semplicemente dire che sarebbe meglio, secondo me, rispettare le leggi naturali che, dopotutto, non sono a favore di uno o l’altro, ma sono dirette alla vita, con tutte le sue sfaccettature. Nel mondo animale non ci sono guerre, c’é la lotta per la sopravvivenza cosa che, credo riguardi anche noi. Con la nostra razionalità noi siamo riusciti ad avere guerre, sia fra i sessi che tra fratelli.

  4. Rossella Rosati scrive:

    Quelli di Roberto possono esser “gentil pensieri” purchè il senso di protezione non si trasformi in “possesso” ( e praticamente ogni giorno ne vediamo gli esiti ) , e le “differenze” in sfruttamento , come frequentemente è avvenuto in passato ma che si manifesta ancora oggi. Praticamente non vale dire “se per il popolo è finito il pane allora che mangino le brioche ” , poichè le brioche , spesso, sono riservate a pochi .

  5. carlo sacco scrive:

    X Rossella.No,io lo comprendo invece e comprendendolo ho una reazione duplice che da una parte è consapevole che l’esiguità di risorse pubbliche non permetta di poter valorizzare dei patrimoni(fino a quando rimangono nei cassetti non sono patrimoni)ma per l’altro verso ti dico veramente che subisco un dispiacere quasi assoluto nel veder andare a male un complesso archivistico di natura variegata col quale se valorizzandolo in maniera seria si potrebbe aggiungere ad iniziative per ritirare su le sorti di un paese dal punto di vista culturale,del turismo ed altro e ti dico espressamente che non è questa una supervalutazione nè di me stesso nè dei contenuti archivistici posseduti perchè sò bene che potrebbe essere intesa anche così la storia e quello che dico.Ma tutto dipende dalla cultura e dalla volontà politica di chi è alla guida del paese o dei paesi ed il passato-credo che me ne renderai ragione di questo-ha dato molte dimostrazioni di come siano andati a male e dimenticati molti di tali patrimoni e questo in tale contesto sia temporale chè culturale sarebbe senz’altro un anello di detta catena,e me ne dolgo non poco perchè ne ho fatto-detto tra noi-uno dei più grandi impegni dei miei ultimi 15 anni per lo meno.Ma cosa vuoi fare,io da solo ho cercato di salvare il materiale ed in parte ci sono riuscito,ma l’impegno dovrebbe continuare ma andando in là con gli anni la cosa è sempre più difficile e non sò cosa succederà.

  6. carlo sacco scrive:

    Non sono d’accordo Roberto sul tuo modo di concepire le differenze che senz’altro esistono e sono naturali.Ma se su tali differenze si è appuntata nel divenire dei secoli un aspetto ed una materialità di potere che è venuta principalmente dall’uomo verso la donna, in nome dell’umanità e della razionalità umana(perchè umani siamo tutti)dovrebbe essere riconosciuto alla donna non la protezione da parte dell’uomo perchè spesso anche quella sfocerebbe in un mezzo per tenerla soggiogata(essendo un soggetto fisicamente più debole),ma ci dovrebbe essere una presa di coscenza che i contributi che le donne ed uomini danno alla società sono contributi di consapevolezza, cultura e civiltà e su questo ci sarebbe da dover introdurre concetti di parietarietà.La civiltà di un popolo si vede principalmente da questo.Il mondo tutt’ora(non guardiamo il nostro che su tale tema è avanti a molti altri paesi del terzo mondo)su tali temi ha fatto molti progressi ma non abbastanza per consentire alla donna una vera e reale parità di diritti e doveri.Ed è per questo che le teorie politiche sui rapporti uomo-donna(perchè le istanze di miglioramento generale si portano avanti con la politica e non con le relazioni individuali questo sia chiaro)specialmente da una sinistra seria si dovrebbero portare avanti ponendo delle priorità.Non dimentichiamocelo che Marx disse:”l’uomo sarà libero quando la donna sarà libera”…ma c’è chi lo considera un retaggio del passato.

  7. roberto donatelli scrive:

    Spero di non essere fucilato!
    Uomini e donne sono uguali e diversi, punto e basta.
    Cercare di fare un’uguaglianza senza tener conto delle differenze é una strada che, secondo me, non porterà alcun beneficio ai due sessi.
    Donna=portatrice di vita ( madre). logica completamente differente da quella maschile, ne meglio ne peggio, semplicemente differente. Un uomo ha sempre un motivo per le sue azioni, al di sopra del motivo. La donna, molto spesso, non ha alcun motivo, lo fa e basta.
    Non parlo sull’aspetto sessuale, altrimenti viene fuori un romanzo. Per concludere,
    La donna é il ‘sesso debole’ e, come tale deve essere protetta da noi uomini, ‘sesso forte’.
    Viva la differenza fra donne e uomini.

  8. Rossella Rosati scrive:

    X Carlo. Il fascino della Tua memoria storica che va dalle esperienze dei Tuoi familiari, come in questo caso , maggiormente legate al territorio ove hanno vissuto, alle Tue personali che spaziano da Anghor ( Tuo bellissimo reportage fotografico ) all’aver trascorso una notte in cima ad una delle piramidi avendo come obbiettivo una foto specifica , ed ancora , all’avere nel Tuo archivio lastre fotografiche, ad oggi irripetibili, di ritratti di famiglie nobili di paesi esotici , per tornare poi nuovamente a narrare le Tue origini attraverso racconti ed immagini ,equivale effettivamente ad una “lectio magistralis. Ciò che non comprendo è come non si riesca a giungere alla valorizzazione pubblica di un archivio di tale attrattività ed interesse.

  9. carlo sacco scrive:

    X Rossella.Ti è scappata una ”U” in più.Il V. Segretario era Luigi Longo.E’ vero, soprattutto nel PCI era invalsa l’iniziativa di regalare mimosa alle donne e tale gesto si affermò come etica dal dopoguerra e spesso in occasione di proteste sociali o scontri con la polizia ai quali partecipavano anche donne,talvolta oltre alla polizia,i proprietari terrieri soprattutto nel sud italia facevano sparare verso chi protestava.In tali occasioni in tutta italia prendevano forma risposte sociali alle quali partecipavano uomini e donne,come fù il caso che per l’omicidio di Giuditta Levato in Calabria,la frazione di Moiano fu ricoperta da mimosa sul cosiddetto stradone.Era il 1946 ed ero appena nato e anni dopo mia zia che era in quel tempo la segretaria dell’UDI mi raccontò la cosa.Conservo ancora nel mio archivio le note delle famiglie dei contadini dove anche negli inverni per tanti anni mia zia si recava e teneva le riunioni con le donne,i loro nomi a centinaia e centinaia e gli importi versati.Poi l’aria cambiò col 1968 e la contestazione avvolse anche il PCI sul tema della donna.Il maschilismo era presente anche all’interno delle famiglie dove si votava PCI.Questione culturale che permane ed ancor oggi possiamo osservarla nei rapporti uomo-donna.Ma la mimosa spesso prendeva anche il significato inverso poichè si tendeva a regalarla l’8 Marzo mentre in tutti gli altri giorni dell’anno la donna viveva stati di dipendenza.Ed è vero tutt’ora.

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