Inchiesta Pubblica: cosa succederà sabato

di Massimo Tiezzi

L’inchiesta pubblica è stata istruita dalla Regione Toscana in seguito alla richiesta e agli interventi dei Comitati e delle minoranze Consiliari, non è affatto vero che si tratta di una prassi, poiché come ha avuto modo di riferire il Presidente della commissione nel giorno del suo insediamento, la stessa regione negli ultimi 5 anni ne ha istruite solamente 2 e questa è la terza.
Credo che sabato i luogotenenti della multiutility romana proveranno ad alzare la voce, dopo i balbettii e quel nulla con il quale hanno provato a riempire le oltre due ore di illustrazione del proprio progetto, peraltro esposto unendo le forze alla rappresentanza della azienda spagnola dispensatrice di mirabolanti e fantascientifiche risorse del tipo salagadula, magicabula, bibbidi, bobbidi bu;
alzeranno la voce e proveranno probabilmente a rintuzzare le eccezioni mosse dai tecnici dei Comitati, forse sono stati tratti in inganno dalla sede della seconda puntata di questa inchiesta: il teatro Mascagni, già si saranno anche meravigliati che in queste lande dove hanno pensato di creare un mega Polo per lo smaltimento dei rifiuti, con tanto di ricerca universitaria su ciò che potrebbe saltare fuori dalla stessa incerta natura dei fanghi conferiti, si potesse trovare un Teatro dove vivono la storia, l’arte, la cultura e quindi la coscienza di un popolo.
Il teatro anche sabato non vuole ospitare nessuna “commedia” solo scongiurare eventuali “tragedie” future per il nostro territorio, la popolazione sempre meno suddita sarà nuovamente pronta a gremire ogni ordine di posti, con la consapevolezza e l’orgoglio di non essere spettatori ma i protagonisti di una battaglia intrapresa un po’ per la paura certamente, e anche e soprattutto per l’immenso amore verso la nostra terra.♥️

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Una risposta a Inchiesta Pubblica: cosa succederà sabato

  1. Rossella Rosati scrive:

    Mi limito a riportare un paper di diritto pubblico del 2010 (sottolineo 2010) per cui l’inchiesta pubblica dovrebbe costituire “la norma” in materia ambientale:
    http://www.federalismi.it : relazione alla valutazione di impatto ambientale rispetto alla quale costituisce una fase del procedimento amministrativo.
    L’interesse verso tale tema emerge in tutta la sua compiutezza da un dato fattuale ormai non più ignorabile: nessun amministratore pubblico può ormai, ragionevolmente, pensare di realizzare un’opera che abbia un minimamente apprezzabile impatto ambientale prescindendo dal consenso, o comunque da uno standard minimo di coinvolgimento democratico, delle comunità destinate a vedere i propri interessi – o, nell’ipotesi minima, i luoghi nei quali essa vive – incisi dall’opera: ciò non solo per la sempre maggiore attenzione riservata alle associazioni o ai comitati portatori di interessi collettivi o diffusi (nonché alla loro sempre crescente capacità, anche mediatica, (di porsi e) di porre la questione di interesse ambientale all’ordine del giorno), ma anche per la progressiva costruzione del procedimento amministrativo come luogo di formazione di una volontà amministrativa non più autonoma ed unilaterale bensì concertata.

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