Gli esperti “di parte” dell’iniziativa sull’impianto ACEA di giovedì

di Paolo Scattoni

Accolgo l’invito del sindaco sul suo blog (al quale non posso accedere) a leggere il giornalista che dice la verità contro gli allarmismi. Lo farò. Scrive Lorenzon i su Primapagina:

I pareri dei due esperti chiamati a Chiusi dal Comitato Aria saranno un contributo alla discussione, ma sono e restano pareri di parte. E come tali andranno ascoltati e valutati. Non sarebbe difficile – volendo – trovarne altri due di segno diverso, cioè favorevoli all’impianto proposto da Acea. Si potrebbe andare avanti all’infinito.”

Bene allora andiamo avanti. Il sindaco dice che sarà la Regione a giudicare tramite l’inchiesta pubblica chi abbia ragione. È però la giunta Regionale a nominare il responsabile della Inchiesta Pubblica. Allora abbiamo finalmente trovato il bandolo della matassa? Si metta il cuore in pace il sindaco perché non è così.

È possibile che ACEA abbia deciso di spendere alcuni milioni di euro per acquistare l’area senza sentire preliminarmente nessuno. C’è però anche la possibilità che invece a livello informale abbia ottenuto rassicurazioni da parte della Regione. Allora è possibile che abbia scelto un tecnico favorevole a quella tecnologia.

IO credo che il Comitato, come ha già anticipato in una lettera al presidente Rossi, di impegnarsi in maniera piena all’interno della Inchiesta Pubblica, senza però precludersi attività non necessariamente ricomprese nell’Inchiesta. In questa attività il comitato, spero continui nella ricerca dei più rigorosi accertamenti per un impianto basato su una tecnologia che per dimensioni sarebbe unico al mondo e trasformerebbe la popolazione di Chiusi e dintorni in una cavia per l’esperimento.

Se giovedì ci saranno interventi seri anche di critica alle posizioni del Comitato ARIA saranno benvenuti.

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3 risposte a Gli esperti “di parte” dell’iniziativa sull’impianto ACEA di giovedì

  1. luciano fiorani scrive:

    “Indro Montanelli idealmente iscritto alla Società degli apoti parimenti all’amico Prezzolini, riteneva che l’essere apota dovesse diventare la caratteristica essenziale del giornalista, la cui missione doveva essere sempre quella di ricercare e raccontare la verità.”
    Ma chi sono gli apoti? “Coloro che non se la bevono”, è un termine colto per definire un’umanità disincantata che non crede nell’apparenza ma vuole ricercare la verità.
    Senza buttarla tanto sul sofisticato vedo con piacere, da un po’ di tempo, sempre più persone (in particolar modo giovani) che non si limitano a prendere per oro colato quello che, in questo caso specifico, il sindaco racconta e la stampa embedded acriticamente rilancia.

  2. Paolo Scattoni scrive:

    La sensazione di Luca (Scaramelli) può essere anche vera. Personalmente a me non interessa. Non c’è nessuna convenienza a seguire ipotesi di cospirazioni. “Non ti curar di lor….”. Occorre procedere senza perdere tempo. Questo blog ha regole che consentono a tutti di utilizzarlo. Questo post ha ricevuto in poche ore 130 contatti, grazie anche alle condivisioni su facebook. Quelli precedenti sul medisimo argomento degli ultimi giorni ne hanno avuti più di 1500.
    L’unica cosa che può dispiacere sono invece le cazzate che possono raccontare sul mio conto per isolarti. Non tanto per chi scrive quanto per familiari e amici che quelle stupidaggini possono raggiungerli. Per dirla con il librettista di Rossini “La calunnia è un venticello…”. Accetto il consiglio di Luca. Procediamo senza preoccuparci.

  3. Luca Scaramelli scrive:

    Continuo a pensare che su questa vicenda, e non solo, pesi come un macigno la mancanza di un’informazione libera e indipendente. La prima cosa che fanno i generali in una guerra è prendere il controllo di tv e giornali in modo da poter dire senza controparte la propria “verità”. Credo che anche in questo caso ci sia qualche generale che abbia in mano la gestione della comunicazione.

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