La sorte incerta dei centri di accoglienza stranieri della nostra zona

Salvinidi Paolo Scattoni

Il governo attuale, e soprattutto il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’interno, da tempo sta portando avanti una campagna a danno del volontariato. Accuse buttate là senza un decente ragionamento.

Il terzo settore, quello del volontariato, ad oggi conta il 10% (più di sei milioni) dell’intera popolazione italiana impegnata in qualche forma di attività.

Nella nostra zona ci sono istituzioni che hanno una storia pluricentenaria come le confraternite della Misericordia ed altre di più recente istituzione come la Pubblica assistenza.

I recenti provvedimenti del governo colpiscono anche il settore dei richiedenti asilo, che hanno diritto ad assitenza fino alla definizione della loro posizione. In zona ce ne sono diverse. La Misericordia di Chiusi gestisce i centri di accoglienza di Chiusi (Montebello), Cetona e Sarteano. I 35 euro stanziati per ogni richiedente asilo sono stati ridotti a 21 dei quali 2.5 per le piccole spese degli ospiti. I servizi che si assume lo Stato come l’insegnamento dell’italiano sono marginali. È  quindi probabile che i prossimi bandi andranno deserti perchè 18.5 euro al giorno a persona sono insufficienti. Che succederà agli ospiti delle strutture? L’incertezza è totale e c’è il rischio che gli ospiti andranno dispersi in localitàmlontane con le conseguenti difficoltà per le procedure in corso.

Trovare una soluzione, la meno doloosa possibile, sarà un compito non semplice per la Prefettura di Siena.

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2 risposte a La sorte incerta dei centri di accoglienza stranieri della nostra zona

  1. pscattoni scrive:

    Allora vediamo di fare un po’ di ordine. Se uno scappa perché vive in un paese dove non vengono garantiti i le garanzie di libertà e libera espressione che abbiamo in Italia ha diritto all’asilo politico. Non lo dice Paolo Scattoni, ma un documento che va sotto il nome di Costituzione Italiana. Inoltre una recente sentenza della Corte di Cassazione afferma che non è il richiedente asilo a “portare le prove” del pericolo di vita e della negazione dei diritti da noi garantiti, ma il giudice a provare il contrario. Dato che l’accertamento è comunque obbligatorio ci vuole del tempo per la valutazione. Diminuire i tempi? D’accordo. Lo chiedono gli stessi rifugiati. In questo periodo, però, lo Stato deve garantire la sussistenza. Quando non è in grado (leggi SPRAR) affida il compito all’esterno. Chiunque abbia i requisiti può partecipare ai bandi. Sembra che con quello che verrà dato con la nuova legge non ce la facciano e, ripeto sembra, non parteciperanno ai bandi. Ora è più chiaro? Sarà quindi compito del Prefetto trovare un’adeguata soluzione.

  2. Niccolò Martinozzi scrive:

    Non so se avete fatto 18.5 € al giorno per 30 giorni ,sono la pensione sociale che viene data agli Italiani . Gli Italiani ci campano,male ma ci campano,i richiedenti asilo no ? Ma coloro che si interessano dei richiedenti asilo non fanno volontariato ? Gli ospiti delle strutture,come dici nell’articolo,hanno diritto all ‘ assissistenza , fino a definizione della loro posizione. Bisogna quindi abbreviare i tempi di definizione delle posizioni. Quando sarà appurato il loro diritto,e solo allora,via con l’insegnamento dell’italiano e tutto il resto !
    Il problema è che l’accoglienza è solo un ” affare ” !
    Bisogna accogliere,giustamente,gli aventi diritto,chi scappa dalla guerra,gli altri,invece di andarli a prendere ,bisogna aiutarli nei loro paesi. Se ogni stato Europeo destinasse un miliardo ,da investire in quei paesi in poco tempo la fame sarebbe debellata.
    Diciamo le cose come stanno,la Cina per esempio,sta comprando mezza africa,ma non vuole gli africani ! Ma non per questo li dobbiamo ospitare tutti noi in Italia !
    Accoglienza si !Passare da coglioni no !

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