La politica delle Associazioni

 di Carlo Sacco

Vorrei prendere spunto dalla risposta di Luca Scaramelli per riaffermare la necessità che il ruolo dei partiti sia insostituibile in una visione democratica di società.

Quando Luca Scaramelli dice che sono le Associazioni che giocano un ruolo preponderante sulle decisioni e sulla partecipazione della gente alle scelte dice la verità e secondo me tale verità è una verità amara, molto amara, ed è il segno dell’impotenza della politica, poichè in maniera spesso surrettizia le Associazioni o vengono create appositamente per far passare istanze che riguardano pochi e sono serbatoi di voti oppure, spesso, viene stravolto il senso etico associativo che ne sta dietro.

Più di una volta sono entrato in polemica con diverse persone su tale fatto che non vuole essere negativo rispetto alla funzione delle Associazioni, ma le medesime fungono spesso- e lo ripeto- da serbatoi di voti. Mi è stato obbiettato che le Associazioni sono fatte da PERSONE ed il modello etico-associativo ha bisogno di esprimersi ed espletare tutte le proprie potenzialità e creatività  durante la vita associativa e questo senz’altro è, anzi dovrebbe essere, la prerogativa principale di una Associazione.

Fin qui nulla da eccepire, anzi, libero spazio alla fattività, alle iniziative e ben vengano.Vorrei  però che si riflettesse sul fatto che nella PRATICA tali attività non fanno altro che polarizzare interessi ed energie delle persone esclusivamente su fatti localistici, che guarda caso si espletano nella fattispecie in cene, gare competitive, sport o in maniera relativa sulla ”cultura” ma spesso anche comprendendo quest’ultima nell’etica associativa. Spesso la maggioranza dei cittadini è portata a ritenere che il modello associativo possa essere il completamento di una attività ludica o culturale necessaria e che la vera attività partecipativa sia quella che compie seguendo l’iniziativa associativa e così secondo molti il giro si completa e rimane un giro entro il quale si espletano le energie vitali delle persone e nella fattispecie tutto si esaurisce quì.

Tutto questo (almeno io lo vivo in tal modo) fa sì che non si vada al di là più di tanto sia nella formazione dei giovani sia nel loro rapporto sociale con quanto passa dentro una società globale e si rimanga con la mente a perorare questioni attinenti al localismo od alla competitività sportiva: ”una chiusura” insomma, sulla quale molti partiti politici del passato ed anche attuali hanno costruito le loro fortune elettorali e se nella formazione dei giovani incide tutto, le iniziative localistico-associative ne prendono una notevole fetta.

In pratica e concludo: Non si può essere aprioristicamente contro l’Associazionismo -sarebbe sciocco e fuorviante- ma si deve tener conto che i problemi di una società immersa nella globalità e che paga dei prezzi enormi se non si apre ad un mondo in continuo divenire, non può insistere ancora con modelli formativi e ludici (che pur devono esistere) che portano i giovani a sfogare la loro forza vitale e creativa su modelli costruiti su valori che NON ESISTONO (contrade e competitività fra esse) o solamente sport-musica-divertimento.

Il modello globale di società ha di fatto superato da anni tali condizioni ed occorrerebbe che le Associazioni tenessero debito conto di tutto questo e che aiutassero i giovani e meno giovani alla risoluzione dei loro problemi esistenziali con la vera cultura e con iniziative di arricchimento culturale, come si fa del resto in altre parti d’Italia e non con la corsa del maiale o creando ad hoc mobilitazione emotiva su valori che ripeto -non esistono(contrade)-.

Questo fa comodo ai signori della politica, anche localmente, e le teorie sono sempre le stesse: ”divide et impera” oppure ” il rallentamento e l’invischiamento culturale nella formazione delle persone” che non hanno tempo per pensare a cose molto più utili sia per loro stessi che per altri, esaurendo così i loro impegni vitali verso l’esterno. Si ricordi che nulla di quanto succede è casuale.

Un esempio?: L’associazione dei giovani “Uidù” nata parallelamente ed autonomamente all’iniziativa della ”Primavera” spesso viene guardata da altri settori attigui  (sempre politici ) in maniera ”sospettosa” e quasi con timore e si è cercato anche al suo sorgere d’inglobarla dentro circuiti attinenti alla politica, cercando così di minimizzarne il fastidio. Se fosse stata una Associazione di Palla al Bracciale od altro sarebbe successo? Chiedetevelo!

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21 risposte a La politica delle Associazioni

  1. carlo sacco scrive:

    Giorgio(Cioncoloni), come ben sai non condivido una parola di quello che in questo caso specifico hai detto, ma il fatto che io non condivida conta poco, anzi nulla.Ci sono tante persone che condividono quello che tu scrivi sull’argomento ma è un terreno questo che non ci vede con posizioni univoche.Cosa ci vuoi fare ? Il negativo sarebbe se sia il mio sia il tuo fossero dei ”pensieri unici” e per fortuna non lo sono.Che poi,su quanto Paolo Miccichè parli di modalità con le quali vengono espletate le azioni, sono d’accordo con lui sul senso che esprime, anche perchè la forma-da non dimenticare-è spesso anche sostanza.Il problema in questo senso non è nemmeno di Chiusi, il problema è generale, ma noi viviamo a Chiusi e se un fatto non si condivide personalmente, deve essere anche criticato e portato al giudizio del pubblico in un blog come questo. Di risposte evasive se ne danno quante se ne vogliono,del tipo- ”diffusione dell’aggregazione”, o ” di quale sia la cultura non spiegata e che si debba intendere” ma per me non tutto può essere compreso sotto l’ombrello della cultura,ed anche quando si parla dello stare insieme occorre vedere quali siano le finalità.Ok, non dilunghiamoci più di tanto,ma una cosa è certa:ciò che ne esce dalla” situazione” è spesso l’uso finalizzato che se ne fa sotto l’egida di una politica che indirettamente agisce e forma le coscienze. (…)

  2. pmicciche scrive:

    Carlo, io comprendo anche le motivazioni di Giorgio Cioncoloni perchè Cultura è molte cose e non necessariamente una conferenza su Wittgenstein vale più di una “palla al bracciale”. La prima può essere un involucro vuoto e la seconda un grande momento associativo e di identità culturale. Può essere però…dipende dalle modalità. E su questo, e qui ti dò ragione, Chiusi dimostra di scivolare ogni giorno di più verso il “panem et circenses”.
    Quanto alla Sinistra poi, è da un pezzo che è diventata solo un aggettivo. L’involuzione del mondo intellettuale della Sinistra è cominciata qualche lustro fa e, pare, non ha ancora toccato il fondo. Non resta, credo, che ululare alla luna.

  3. Certo che cercherò di stare bene, grazie 🙂

  4. carlo sacco scrive:

    Cara Sig.ra Cardaioli,no, non ho perso tempo per indagare quale fosse la Sua militanza politica,cosa vuole che m’interessi, ma facendo una riflessione-mi permetta- non è che si possa andare lontano e non ci vuole tanta perspicacia.La conosco solo di vista e quindi per non scadere sul ridicolo è bene finirla quì e se si sente tanto dispiaciuta-come dice lei- poteva rispondermi sul merito. Forse sarebbe stato un po’ più difficile per Lei ma dal momento che ha una istruzione superiore forse rispondendomi sul merito(come ha cercato di fare l’amico Cioncoloni tenendosi ” alto” e posso dirne altresì di non condividerne il pensiero )può darsi che qualche riflessione in più dentro di Lei l’avesse potuta fare.Comunque in tutti i casi non mi sono offeso stia pure tranquilla,ormai sono abituato-come molti del resto -a ritenere che i 60 anni di potere culturale di chi ci ha governato qualcosa hanno contribuito a far pesare nella mente delle persone.Ed il risultato sono le risposte che mi sono state fornite, non solo le sue.Buona palla al bracciale visto che veniva giocata al Prato(vuoi mettere ?…una tradizione di nulla…. buona corsa del maiale,
    un divertimento di un interesse fuori dell’ordinario…).La saluto e stia bene.

  5. Vorrei ricordare che il gioco della palla al bracciale, o pallone col bracciale, sia un gioco rinascimentale e pare che sia stato praticato anche a Chiusi nel Sette o Ottocento proprio in quella che oggi si chiama via V. Veneto (il Prato), prima che ci venissero piantati gli alberi e che venisse posto il Monumento ai Caduti della Grande Guerra (dello scultore Betti).

  6. Ogni associazione si occupa di un settore specifico della vita sociale. Non si può quindi pretendere che tutte si occupino della diffusione di quella che Carlo Sacco chiama “vera cultura” e che poi bisognerebbe capire bene che cosa è. Però tutte le associazioni aiutano i giovani e meno giovani alla risoluzione di alcuni dei loro problemi diffondendo la cultura dell’aggregazione sociale di cui oggi più che mai c’è enorme bisogno visto proprio il modello globale di società che porta a far prevalere il soggettivismo rispetto al collettivismo. Lo stare insieme, il parlare faccia a faccia, il lavorare insieme per un obiettivo comune sono valori che si stanno perdendo e che le associazioni aiutano a mantenere così come quello di capire che esistono anche i problemi degli altri, oltre ai propri, e che, lavorando insieme, si può provare a risolverli entrambi e non gli uni a discapito degli altri, come invece l’individualismo che si va affermando vorrebbe far credere. Oltre a ciò alcune associazioni aiutano a riscoprire la cultura delle tradizioni locali, come nel caso dei terzieri, o creano tradizioni e poi le conservano, come nel caso delle contrade, compresa la corsa del maiale, dopo trentuno anni di attività che è senz’altro da apprezzare perché i giovani che hanno contribuito hanno senz’altro ricevuto una formazione sociale che li può solo avere aiutati nell’affrontare la vita. Diverso è l’argomento relativo all’utilizzo strumentale da parte della politica, che è senz’altro da condannare, ma non per questo, come è ormai detto comune, “si deve buttare il bambino insieme all’acqua sporca”.

  7. Luca Marano scrive:

    cmq oltre ai fantini servono anche i maiali…..e vi assicuro che se i fantini sono già stati trovati per i maiali siamo ancora in alto mare…….dobbiamo trovarli tutti e cinque!!!!!!

  8. Mi spiace che il sig. Sacco abbia preso male il mio invito a friggere le patatine, o a puliure i tavoli (fino a Napoli per pulire i tavoli quando quest’anno ce li avrebbe proprio vicino casa!) infondo, come dice anche lui, non ci sarebbe nulla di male, e mi dispiace ancora di più che abbia perso altro del suo tempo preziosissimo per elucubrare sui Ruzzi, sulla palla al bracciale e sulla corsa del maiale… ma non è che vuole candidarsi a Presidente di una contrada?? Michele Gobbini (attuale Presidente della Contrada della Fornace) attenzione, campagna elettorale iniziata!!! 🙂

    p.s. ha anche utilizzato altro tempo per “indagare” la mia militanza politica?? Lusingata veramente!

  9. lucianofiorani scrive:

    X Alfonso Nocchi. Nel primo breve commento ho fatto riferimento ad “alcune” associazioni, non tutte. Non ho detto che solo nelle passate elezioni c’è stato “dialogo” tra associazioni e candidati.
    Ho provato ad accennare al fatto che “alcune” associazioni si sono sostituite ai partiti nel veicolare consenso. A me la cosa non è piaciuta, ma è la mia opinione suffragata però dal fatto di aver seguito attentamente l’ultima campagna elettorale.
    O davvero si crede che Scaramelli e i suoi amici li ha eletti il Pd?
    Sul perchè ciò sia accaduto credo meriti riflettere. Tutto qui.

  10. carlo sacco scrive:

    Paolo, se vogliamo essere superficiali lo sappiamo essere tutti, non c’è bisogno di risposte ”qualunquistiche”. Vogliamo discutere-come dici tu- del valore che rappresentano i Ruzzi ‘? Ma secondo te è un valore ? Si mettono i giovani alla prova di cosa ? Me lo sai spiegare quello che tu dici essere il ”valore di aggregazione”’. Su cosa aggreghi le persone ? Delle persone si aggregano su di un valore, su di una prospettiva, su uno sforzo per cercare che comprendano maggiormente la vita, o no ?Ti sembra che siano i Ruzzi la prospettiva ed il viatico per questo ? Io non ho mai detto che queste cose (l’aspetto ludico)non debbano esistere , dico solo che purtroppo nel mondo di oggi sono solo sempre più queste che riempiono quasi sempre la vita e le iniziative dei giovani,che vengono instradati a questo proprio dagli adulti mentre ci sarebbe bisogno più marcatamente di cose che molti di questi giovani riescono a fare,(poi può darsi che da soli loro stessi possano anche farne altre senz’altro più ripaganti e di livello più alto e ben vengano )ma come vedi-se no ci si prende in giro e si rischia di fare discorsi ipocriti-tutto questo-lo ripeto- serve alla politica-anzi ad un certo tipo di politica che guarda caso spesso è proprio quella che rifiuta il viatico del cambiamento perchè tocca interessi costituiti, che tutti sappiamo che esistono ma spesso- per non dire sempre- facciamo finta che non ci siano o non se ne parla volentieri, anzi si continua nel nostro caso per 35 anni.Ma ti sembra normale ?Ma sale l’ipocrisia mentre si abbisogna proprio del suo contrario e mi si risponde col candore” su cosa ci sia di male” o sull’invitarmi a friggere le patate.Ed allora concludo dicendo: fate correre pure il maiale, ma finchè i giovani non lo comprendono che il tutto funziona contro i loro interessi, essi stessi saranno destinati a comprimere le loro vite.Quando imporranno il cambiamento, politica , chiesa, istituzioni funzioneranno meglio, come avviene da molto tempo in varie parti d’Europa.La responsabilità dei partiti su questo è enorme ! Non hai da difendere nulla Paolo, tantomeno l’indifendibile !

  11. pscattoni scrive:

    Carlo (Sacco) mentre condivido il tuo invito ad entrare nel merito, dissento dalla tua posizione sul valore di momenti di aggregazione come quelli rapprersentati dai Ruzzi. Ci sono molti ragazzi che si mettono alla prova e lo fanno con grandissimo entusiasmo. Che c’è di male? Imparano a lavorare insieme e questo è positivo.
    Perché fanno solo questo e potrebbero agire nel sociale in forme più utili? E noi che ne sappiamo? Può darsi che lo facciano.

  12. carlo sacco scrive:

    Non ci sarebbe nulla di male sul fatto di andare a pulire i tavoli D.ssa Cardaioli, forse negli anni 70 ed 80-stante la differenza d’età- ne ho puliti probabilmente più io che Lei sia a Napoli che a Firenze(Lei non sò), ma allora -mi creda-le aspettative erano un po’ diverse, anche dell’Italia e del partito al quale ero iscritto.Adesso il partito dove milita Lei- mi permetta- è la sommatoria di quanto passa nella società e della confusione sia ideale che morale che ne è derivata dalla sua creazione in poi.E’ proprio il tempo della corsa del maiale e della patatine mi creda, sommessamente glielo dico(ma non pretendo certo di convincerLa) : è di scena il nulla.Ogni epoca ed ogni tempo hanno i propri riferimenti culturali e tutti abbiamo i nostri limiti,anch’io per esprimere un concetto come ha visto sono prolisso e stancante, ma di fronte al nulla odierno, delle contrade inventate e basate sul nulla, il Suo discorso di venire a pulire i tavoli sa molto di coloro che si ritengono portatori della verità, e mi sembra che celi un risentimento verso chi qualche volta possa prendere anche nel segno parlando del valore delle cose.Non sono snob mi creda, ma ritengo di avere almeno un piano valoriale-criticabile questo sì- da dove partire quando mi sento di criticare come ho fatto nel post.Sarebbe stato meglio forse che mi avesse risposto nel merito invece che invitarmi a friggere le patate per una finalità di aggregazione basata sulla palla al bracciale e simili,ma cosa vuol fare, questo passa il convento……sono proprio brutti questi tempi,Lei non crede ?

  13. Alfonso Nocchi scrive:

    Vorrei ricordare all’illustre Luciano Fiorani, che tutte le volte che c’è stata una campagna elettorale, dal Ciarini in poi, i candidati hanno sempre fatto riferimento al mondo associativo, promettendo loro molte cose, a volte confermate dai fatti molte volte no; comunque il dialogo c’è sempre stato. Non è un’ invenzione dell’ultima campagna elettorale.


    lucianofiorani:

    La questione del rapporto tra (alcune) associazioni e Pd è emersa in tutta evidenza nell’ultima campagna elettorale.
    Con il tramonto dei partiti i nostri politicanti sono stati svelti a battere altre strade per assicurarsi il consenso.
    C’è qualcosa che non va, e su cui bisognerà ragionare con attenzione.
    Questo è poco ma sicuro.

  14. pscattoni scrive:

    Occasione mancata.

  15. Michele Gobbini scrive:

    Più che conoscenze politiche ci vorrebbe un pizzico di autoironia…quella stessa autoironia che spinse gli ideatori della “corsa” a prendere in giro quei pali che vantavano e vantano “tradizioni millenarie”!
    Proprio per questo mi dispiace informarvi che per quest’anno la contrada della fornace ha già individuato il “fantino”!!!

  16. pscattoni scrive:

    Ma ormai pare che anche per quello occorra una robusta raccomandazione (preferibilmente politica) 🙂

  17. Allora cerchiamo anche un “fantino” per la corsa del maiale!!! Chi “ci mette la faccia”???? Occhio che tocca corre! Eh!!!!!!!

  18. lucianofiorani scrive:

    XChiara Cardaioli. A chi dice frittelle non si può rispondere: Noci!

  19. Sig. Sacco, invece di sprecare energie x comporre lunghi Articoli o post, perché non prova ad incanalarle in qualcosa di materiale??? Tipo: dal 18 agosto arrivano le strutture della 31 edizione dei ruzzi della conca, non sa quanta forza ci serve x montarle!!! oppure se non le dovesse piacere, ci sarebbe da friggere le patatine fritte la sera del 28 agosto, e se neppure questo dovesse andarle a genio, la pulitura dei tavoli potrebbe fare al caso suo. La aspetto!!!

  20. luca scaramelli scrive:

    il tuo articolo carlo (sacco) esprime bene quale era il senso di un mio commento di qualche giorno fa sul processo che ha portato le associazioni a sostituirsi ai partiti, sul pericolo che questo comporta, chiaramente niente da obiettare sull'”essenza” dell’associazionismo, ma andare a cosituire puri serbatoi di voti “gratuiti” è un’altra cosa.

  21. lucianofiorani scrive:

    La questione del rapporto tra (alcune) associazioni e Pd è emersa in tutta evidenza nell’ultima campagna elettorale.
    Con il tramonto dei partiti i nostri politicanti sono stati svelti a battere altre strade per assicurarsi il consenso.
    C’è qualcosa che non va, e su cui bisognerà ragionare con attenzione.
    Questo è poco ma sicuro.

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