Dalla battuta al cinghiale alla battuta teatrale

silva pompilida Bonella Martinozzi* per il  Movimento5stelle

A novembre 2016 quindi, se vogliamo considerare le feste natalizie come periodo di sospensione dei termini, meno di due mesi fa, era apparsa su un noto periodico la seguente dichiarazione di Silva Pompili, Presidente della Fondazione Orizzonti: Io posso parlare del rapporto con il Comune di Chiusi. La Fondazione è come un braccio del Comune e con l’attuale Sindaco (Juri Bettolini) c’è una collaborazione fattiva ed importante. Lui è molto attento a promuovere la cultura e mostra sempre la massima disponibilità. Cultura è anche attenzione e ascolto, e il Comune di Chiusi si dimostra sempre attento e pronto, non solo alle esigenze delle associazioni, ma anche a quelle dei singoli cittadini. E in fondo la Fondazione nasce proprio quale ausilio alla cittadinanza”.

Alle dimissioni di Silva Pompili potremmo riferire i più noti proverbi popolari, del “senno del poi son piene le fosse” e “il tempo aggiusta tutto”, ma vorremmo aggiungere un’ulteriore nota famosa: “Silva stai serena!” Evidentemente al Sindaco il braccio piace tagliarselo.

Vorremmo capire il motivo di queste continue “evirazioni” anche perché le braccia sono due e sono già andate tempo fa, adesso dovremmo essere alla prima gamba, ma, qui giunti, la domanda è “come si pensa di camminare?” Quali saranno le collaborazioni fattive ed importanti?

Qual’è “il progetto”?

Oppure si vuol riconoscere che il Sindaco, quale soggetto poliedrico, può assumere qualsiasi funzione: deus ex machina, nel significato teatrale più antico, e comunque soggetto transitante “dalla battuta al cinghiale alla battuta teatrale “.

Certo la Fondazione, come altre istituzioni, è una “gola profonda” che però “fa gola” poiché consente di “gestire” i rapporti con le associazioni e la cultura.  E’ questo allora il significato di “stati generali della cultura” ?

Un’ultima domanda “ Fondazione quale ausilio alla cittadinanza”.

Ausilio chi ?

Gli ausili nascono da una programmazione che si protrae negli anni, da obbiettivi individuati in correlazione alla realtà locale e perseguiti con il coinvolgimento di coloro che a quella stessa realtà locale fanno riferimento.

E’ la cittadinanza (in forma singola ed associativa), in primis, che deve essere l’ausilio della Fondazione, solo successivamente si potrà manifestare il contrario. Non si può pensare che ciò avvenga accentrando il tutto in un’unica mente, non illustrando un disegno a lungo termine e soprattutto concentrando su di un unico soggetto, che avrebbe mille altre cose di cui occuparsi, prodromiche ed essenziali da risolvere affinché proprio quella cittadinanza tutta possa alzare lo sguardo verso “la cultura”, le funzioni più dissimili. Inoltre:

Versione volgare: accentrando le funzioni più dissimili in un unico soggetto l’unica cosa che può accadere è che rimasto senza “arti” si tagli ……..

Versione soft: accentrando le funzioni più dissimili in un unico soggetto il cammino da percorrere assumerà un unico colore, senza neppure quelle sfumature e gradazioni, derivanti dal confronto, dall’attenzione e dall’ascolto.

Del resto nella stessa dichiarazione la Dott. Pompili l’aveva predetto:

Lui è molto attento a promuovere la cultura e mostra sempre la massima disponibilità .Il Comune di Chiusi si dimostra sempre attento e pronto”, per cui: “Silva stai serena!” .

Serena ma non favorita dalla sorte: il salvagente te l’hanno tirato, un po’ acciaccato e sgonfio, e con quello sei riuscita ad arrivare sulle nostre coste, rifletti: se Ti era toccato l’assessorato al Turismo adesso saresti ad insegnare a Parigi, e lì sì che c’è cultura! No già, non è possibile, quella appartiene al Sindaco!

*Meet up Chiusi-Movimento 5Stelle

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46 risposte a Dalla battuta al cinghiale alla battuta teatrale

  1. pscattoni scrive:

    Paolo (PMiccichè) il tuo commento è arrivato mentre stavo completando un post sull’argomento (http://www.chiusiblog.it/?p=32459). È vero la decisione è politica, ma l’idea è che un approfondimento e una maggiore conoscenza del problema possa in qualche modo sensibilizzare e influenzarla.

  2. PMicciche scrive:

    Tutto vero Paolo ma lo strumento operativo per percorsi elaborati e complessi – di alternativa – riguardo la politica e il turismo culturale di un territorio, deve avere un soggetto politico come “portatore” e, prima ancora, come elemento di sintesi. In fondo è uno tra i compiti dei partiti. Il supporto di elaborazione poi, i partiti lo possono prendere da vari serbatoi, che vanno da un blog territoriale, ai giornali, alle associazioni culturali e ai vari soggetti in campo sia artistici che produttivi e nelle forme più varie: articoli, incontri e ovviamente anche strumenti informatici.
    Parlarne però solo a livello teorico è pericoloso e dispersivo, anche perchè non vi è un’unica verità ma diverse opzioni, tutte legittime e quindi vanno fatte delle scelte che rispecchiano visioni del mondo diverse. Gli spunti iniziali sono stati già ampiamente dati e da diverso tempo, proseguire senza una meta diventa davvero difficile….

  3. pscattoni scrive:

    Quello che scrive Paolo (PMiccichè) è condivisibile solo in parte. È evidente che la disponibilità del governo locale a sposare un progetto ha grande importanza. Non sono d’accordo che non esistano altri spazi. Molti politologi (Rifkin. Benkler e altri) ci spiegano che i cosiddetti beni comuni stanno ampliando la loro influenza sulle società contemporanee. I demani civici sono entità sopravvissute sin dall’economia medievale. Oggi la rete e il software libero sono un fenomeno abbastanza recente. Il fenomeno wikipedia non dipende dalle risorse messe a disposizione dai governi. Si aprono spazi e un po’ di esercizio per trovarli non è un esercizio inutile.e

  4. PMicciche scrive:

    Credo che il problema sia lo stesso per cui anche gli Stati Generali evocati da Marco Lorenzoni sono poco efficaci. Se un gruppo di privati cittadini elabora delle strategie, lo fa solo come passatempo civico. Meglio di niente? Si certo, se l’alternativa è il niente. Il problema oggi è che senza il voto di preferenza e con l’intiepidirsi dell’azione di sindacati e associazioni di categoria, il cittadino non ha più corpi intermedi per far sentire la sua voce e quindi rinuncia. I 5 Stelle, al di là del merito, sono il risultato concreto di questa impotenza e frustrazione. Se nessuno ti ascolta, ti incazzi e se i vecchi partiti fanno disastri, ad un disastro certo preferisci un disastro incerto. Nello specifico se un Partito politico o un Movimento si facesse carico di questa elaborazione, dicendo anche chiaramente che si candida a vincere le Elezioni per metterlo in pratica, si alzerebbe la possibilità di stimolare un reale contributo dal basso; altrimenti rimarrà un passatempo dei soliti noti che per non uscire di casa, facendo anche freddo, preferiscono quattro chiacchiere al Blog piuttosto che al Bar.
    All’opposto gli Stati Generali, benchè promossi dall’Istituzione cittadina, se non impostati come reale incubatrice di idee e proposte, sono inutili e persino dannosi, in quanto sbandierano una Partecipazione fasulla e inibiscono i partecipanti dallo “sprecare” energie la volta dopo. Quindi, se c’è un soggetto politico disposto, si faccia avanti…

  5. Romano Romanini scrive:

    Beh Professore, quale Amministratore del Blog nonchè, appunto, Professore , chi meglio di lei …. 🙂

  6. pscattoni scrive:

    Se dovessimo tradurre questo nostro dibattito in opzioni fra loro alternative cosa scriveremmo oltre all’opzione zero che è quella che conferma l’esistente?

  7. Romano Romanini scrive:

    la ricetta mi piace. Vedremo se saremo capaci di trovare cuoco e ingredienti.

  8. PMicciche scrive:

    Secondo me, un soggetto politico locale deve creare la base attraverso una proposta di massima. Perchè un soggetto politico? Perchè ci sono diversi scenari possibili, tutti potenzialmente avverabili se poi condotti in porto con mano ferma e competenza. Molti anni fa, Luciano Fiorani lo ricorderà, avevamo immaginato una possibile strategia territoriale. E’ passato però del tempo e inoltre io non ho più un polso di quanto succede sul territorio. Quindi non so se quello scenario che scommetteva anche sulla centralità logistica di Chiusi e della zona limitrofa, cercando di enfatizzare questo aspetto, abbia ancora un senso. “Apertura” comunque e non “Chius…ura”, ovvero attirare turismo culturale e non solo “sbottegarsi” addosso. Inoltre, come ha ribadito più volte Marco Lorenzoni, c’era l’opzione Etrusca che poteva essere sia una risorsa per la cultura locale che per attirare turismo (le due cose spesso non sono antitetiche bensì integrabili). Il discorso sarebbe lungo, quindi tornando al metodo: una forza politica crea le basi (risolvendo anche i dualismi di cui parlavo) e poi cerca di falsificarle con il contributo di alcuni professionisti, operatori del settore, insegnanti ma anche cittadini “laici” appassionati ed informati, che vogliano dare il loro contributo. Poi la forza politica tira le somme, mette nel forno e lascia cuocere per il tempo necessario. Una volta pronto: spargere sopra una generosa – molto generosa – manciata di voti…e servire in tavola.

  9. Romano Romanini scrive:

    Molto interessanti le tue riflessioni. Pensi che ci siano le condizioni per predisporre una sorta di studio di fattibilità delle tue proposte?
    O meglio quali condizioni sarebbero necessarie per fare uno studio di fattibilità?

  10. PMicciche scrive:

    Precisazione chiara, Romano. Comunque anche la mia sarà servita a sgombrare il campo dalle immancabili illazioni; aggiungo inoltre che un direttore artistico, in un posto come Chiusi, dovrebbe intrecciare molte delle sue giornate con il territorio in cui opera; essendo quindi, se non proprio essere stanziale, diciamo almeno molto presente.
    Detto questo penso che, politicamente, qualsiasi Minoranza per dichiararsi Opposizione non debba limitarsi ad individuare gli elementi critici ma abbia l’obbligo di tracciare le linee di un’alternativa realistica, entrando nel merito. Nel caso di Chiusi oltre alle scelte – o alle articolazioni – tra i dualismi di base (Locale/Nazionale – Cultura/Turismo culturale – Teatro&Musica/ Eterogeneità – Chiusi Città/Scalo) va poi individuata la sostenibilità, fuori però dalle logiche minimali ed asfittiche del finanziamento classico (fondi dati e relativo loro impiego) bensì attivando lo strumento dell’”imprenditoria pubblica” tra cui anche l’uso delle nuove forme di fund raising e dell’inclusione, nel calcolo generale, di un indotto che investa il territorio che, essendone coinvolto in quanto beneficiario economico, generi poi un sistema di ritorno sinergico (funzione importante da attivare persino se inizialmente limitata a soli servizi). Il famoso calcolo su quanto genera un euro investito correttamente in Cultura, è un dato ormai ampiamente acquisito…e non dagli artisti, bensì dagli operatori economici di tutto il mondo.

  11. Romano Romanini scrive:

    La mia domanda aveva lo scopo di indirizzare la discussione su un aspetto a mio giudizio dirimente e sostanziale e che riguarda l’amministrare la cosa pubblica. Essendo questa la detentrice del potere decisionale in termini di governance, strategie e obbiettivi ne discende che se agisce secondo scopi e finalità di gestione di potere, consenso e anche carriera (ancorché leciti) qualunque ragionamento sui contenuti culturali, le professionalità, le potenzialità del territorio etc etc etc risultano un esercizio sterile. Intendiamoci e lo ripeto: condivido moltissime delle considerazioni fatte, ed in particolare tutte quelle di Paolo (Micciché), ma se non “staniamo la volpe” e spostiamo il dibattito pubblico sulle vere ragioni di questi fallimenti sollecitando una diversa sensibilità collettiva sull’agire amministrativo non andiamo da nessuna parte. In fondo Paolo (Miccichè) la tua esperienza testimonia proprio questo. Il totale disinteresse ad una proposta che non rispondeva ai “requisiti” del potere. E ciò a prescindere dal suo valore culturale.

  12. PMicciche scrive:

    No Paolo, sono sicuro che non si riferisse a quella ma la domanda di Romano mi sembra chiara ovvero che si “agisca secondo finalità che prescindono da interesse personale (di consenso, di carriera) e di appartenenza. E’ questo il nostro caso?”
    In realtà, c’è sempre un interesse quando si fanno le cose, incluso quello del Bene comune cioè del vedere l’ambiente e la comunità in cui si vive fare e comportarsi in modo positivo solidale e costruttivo. Un bene comune che, essendo appunto comune, lo sarebbe anche per i singoli che vi partecipano.

  13. pscattoni scrive:

    Che la proposta di Paolo (PMiccichè) fosse del tutto disinteressata posso testimoniare per averla seguita dall’esterno. Non credo che Romano (Romanini) si riferisse a quella. Comunque le grandi occasioni passano molto raramente e bisognerebbe avere l’intelligenza di prenderle al volo.

  14. PMicciche scrive:

    Se ben comprendo l’affermazione di Romano (Romanini), posso solo dire che per parte mia, come avvenuto anche nel passato, non ho interesse ad alcun tipo di coinvolgimento nella gestione diretta di questo o altri settori a Chiusi. Sono invece disponibile, come sempre e per il tempo che posso dedicare, a fornire un contributo in termini di elaborazione di idee per lasciare poi ad altri l’eventuale attuazione; questo non per snobbare Chiusi ma perché i miei interessi diretti sono rivolti altrove. Aggiungo che a Chiusi, per esperienza personale, pare che anche un’offerta disinteressata sia spesso accolta con sospetto.Quando proposi una convenzione – a mio parere molto vantaggiosa – con il Conservatorio in cui insegno, non ne avrei avuto alcun vantaggio personale se non un mio maggior carico di lavoro. In ogni caso offerta ritirata da tempo e, per quanto mi riguarda, non ripetibile non abitando più, se non formalmente, a Chiusi.

  15. Romano Romanini scrive:

    Ho seguito con molto interesse il dibattito che si è sviluppato su questo post e, devo dire mi ritrovo con gran parte delle cose dette e proposte, soprattutto quelle di Paolo (Miccichè). Vorrei solo aggiungere che tutto quello che è stato proposto in termini di obbiettivi, modalità operative, strategie ecc. da per acquisito che si agisca secondo finalità che prescindono da interesse personale (di consenso, di carriera) e di appartenenza. E’ questo il nostro caso?

  16. roberto donatelli scrive:

    Sono d’accordo che il problema principale è non morire….Chiusi è già nell’oltre tomba!
    Resta il fatto che l’acustica di Piazza Duomo, e dintorni, è rimbombante specialmente di sera ed è il cuore della città. L’ultima edizione di Orizzonti ha visto, a parte le solite barriere, anche la chiusura del Bar Centrale, era stato prenotato per gli spettatori dello spettacolo e, per di più i giardinetti erano pieni di barriere di metallo che andavano dal Duomo al Museo.
    Non credo che gli spettacoli che lei ha allestito e a cui ha partecipato abbiano stravolto la vita delle cittadine.

  17. pscattoni scrive:

    Rispondo a PMiccichè. Sono d’accordo che la cultura musicale non debba essere né gratis e neppure sottopagata. Spero che l’annunciato potenziamento delle ore di insegnamento musicale nella scuola dell’obbligo rappresenti una base economica per i tanti che vogliono sperimentare; una sperimentazione che non sempre significa reddito nell’immediato.
    Certo l’idea di attrarre studenti di musica per corsi di specializzazione e offrire occasioni per esibizione è molto interessante. Ma dov’è la scuola? Dove sono i maestri?
    Ho citato l’esperienza di Panicale. C’è a citare quella ancora più strutturata dell’Istituto di musica Henze di Montepulciano. Ho visto che Cetona e Sarteano si sono associati alle iniziative del Cantiere. Non sarà il caso di informarsi anche su quelle esperienze?
    Non sarà poi il caso che certi impegni da parte delle Amministrazioni locali debbano essere agganciate a quanti biglietti si riesce a staccare? Se ad esempio si mettessero a “concorso” modeste “borse” di qualche migliaia di euro per compagnie interessate a mettere in scena recite e dare loro l’incasso dei loro spettacoli non potremmo poi consolidare rapporti con quelle che hanno meglio risposto alle esigenze locali? Caro Paolo (PMiccichè) mi avventuro in terra incognita e chiedo scusa in anticipo per le eventuali castronerie.

  18. PMicciche scrive:

    Donatelli la bellezza di una piazza non è fonoassorbente né Piazza Duomo, per la sua struttura, è particolarmente penalizzata. Personalmente ho fatto e visto fare spettacoli in posti meno affascinanti o meno adatti di Chiusi Città. Eppure quando ci sono certe condizioni, nessuno si lamenta, anzi…diciamo che dipende da tante cose ma, mi creda, non è il problema principale; quello principale è non…morire

  19. roberto donatelli scrive:

    Nei vari commenti su Orizzonti si parla di cifre, di ‘cultura’ e di vari personaggi, tutte cose pertinenti e che rispecchiano la realtà, ma non si parla di quello che io credo sia la cosa più importante….Piazza Duomo. Sul serio vogliamo paragonare le piazze di Spoleto, Montepulciano, Monticchiello etc. con Piazza Duomo? Un luogo suggestivo che, però, non può assolutamente garantire il silenzio che quel tipo di spettacoli richiedono, nonostante gli sforzi (assurdi) impiegati.
    Che io sappia la cultura può suscitare critiche, può piacere o no, ma non credo che possa
    suscitare un profondo malcontento come a Chiusi, domandare alle famiglie ed ai cittadini di Chiusi, e qui si ritorna alle immutabili caratteristiche geofisiche di Piazza Duomo…….prossima programmazione l’Aida con tanto di marcia vecchia maniera.

  20. PMicciche scrive:

    Paolo la tua analisi secondo me è ovviamente corretta: che si debba procedere “coperti” sarebbe l’ABC di ogni amministrazione avveduta. Rimane però un aspetto che farebbe deliziare l’amico attore e regista Sergio Ciulli che fu anche sindacalista agguerrito. Oggi più che mai molti artisti lavorano gratis, per compensi offensivi o per le sole spese (a volte nemmeno totalmente coperte). Questa è una deprecabile attitudine che, nel tempo, decima i professionisti e/o ne abbassa molto il livello qualitativo. Non va bene e questo andrebbe evitato: se le risorse sono quelle, con quello si faccia.
    Altro discorso invece è il paniere rigoglioso dei solisti e dei gruppi che decidono di venire in Italia come vacanza-studio e che, per la sola ospitalità, sono disposti a fornire una o più prestazioni. A questo mondo parallelo bisognerebbe attingere con un lavoro di ricognizione. Avrebbe il vantaggio di aumentare l’offerta ma anche di creare “ambasciatori” nel mondo del nostro territorio molto motivati e in grado, dopo un periodo di residenza, di creare interesse e di informare una larga platea di potenziali visitatori negli anni successivi. Se questo aspetto interessa, ovviamente.

  21. pscattoni scrive:

    Scusate se insisto, ma se queste mie sono preoccupazioni ingiustificate qualcuno spenda due parole per dirmi perché sbaglio. Come ho avuto modo di scrivere in passato ci sono oggi comuni in stato di dissesto o pre-dissesto per aver impostato politiche “culturali” sovra dimensionate o irrealistiche. In Toscana l’esempio più eclatante è quello di Fiesole e della sua estate fiesolana.
    Per il 2017 erano previsti nel documento della Fondazione del 2015 360.000 euro dei quali 160.000 messi dal comune, 45.000 dagli sponsor e 65.000 da Ministero e regione. Il consuntivo del 2016 presentava cifre del tutto analoghe. Siamo sicuri che la previsione sia stata rispettata? Per quest’anno la previsione è sostenibile? Chi sono gli sponsor, hanno davvero fornito i 40.000 euro? E per il 2017? Siamo sicuri che il Ministero e regione saranno così generosi come in passato?
    Io credo che prima si debba ragionare su questi dati poi una volta stabilita la soglia sostenibile come può essere organizzata la “combinazione” fra le diverse iniziative. Insomma quali uscite per la “cultura” una volta che ne abbiamo definito gli ambiti. Ricordiamoci che per le esposizioni del passato è prevista un’uscita di 24.000 euro annui.
    Per utilizzare la metafora dell’architetto di Paolo (PMiccichè) molto spesso si è ricorsi al geometra perché l’architetto pretendeva opere che il committente non poteva sostenere.

  22. Bonella Martinozzi scrive:

    Paolo (Miccichè )la tua proposta mi piace, vedrò come e quando poterla mettere in atto , anche perché la partecipazione cittadina è uno dei punti cardine del nostro programma (Chiusihttp://www.movimento5stellechiusi.org/consiglio-comunale/programma-elettorale/64-programma-elettorale) Il nostro Sindaco dovrebbe sapere che tra i suoi concittadini, vuoi per lavoro vuoi per passione , ci sono tantissime persone che potrebbero egregiamente prendersi carico della Presidenza della Fondazione Orizzonti, ad ognuno il proprio mestiere altrimenti si pecca di presunzione. Un ringraziamento a Silva Pompili che vi ha dedicato il suo tempo e le sue energie

  23. enzo sorbera scrive:

    Caro Luciano, se si affronta da un punto di vista antropologico, tutto si manifesta come “cultura”: forse che mangiare i pici piuttosto che le radici crude non sia un fatto culturale? Laterza scopre l’acqua (nemmeno calda). Il problema che pongo è su che cosa sia disposti a investire: vogliamo il semplice divertimento? vogliamo l’educazione delle masse? (in questo caso, chi educa l’educatore?). Che differenza c’è tra lo spettacolo di Carlo Conti e quello di Proietti? Forse il segreto del successo di Spoleto e di Montepulciano è associato a fondatori musicisti? Si continua a parlare del Comune come un sistematico distruttore di entusiasmi. Ci siamo chiesti se i nostri entusiasmi stiano in cielo o in terra o in nessun luogo? Io sono abituato a chiedermi, quando non incontro il favore altrui, dove ho sbagliato: è un esercizio che, se non fa bene all’autostima, rende però più stabili nei rapporti personali e consente di precisare meglio i propri limiti e le proprie aspettative. Poi, ovviamente e come sempre, si sa, mon enfer ce sont les autres 🙂

  24. PMicciche scrive:

    …preciso a scanso di equivoci: ovviamente Bonella Martinozzi non ha mai proposto gli Stati Generali della Cultura. Mi rivolgevo a lei , essendo una rappresentante nelle Istituzioni, per sollecitare anche un’azione politica ovvero un passo verso il percorso che potrebbe un giorno tradurre il risultato di questo confronto di idee in realtà. Il Blog è una preziosa “start up” di idee ma poi la politica deve pur manifestarsi.

  25. enzo sorbera scrive:

    Ancora una volta, concordo con Micciché. Però né io, né la Martinozzi abbiamo parlato di teatro: si è detto di un’opzione possibile rivolta al “volontariato culturale”, chiamiamolo così. E’ percorribile? Forse si. Su questo discuteremo e ne sarò ben felice. Ma siamo sempre nell’ambito di cittadini, cioè ancora “opinione pubblica”. Ovvio, non abbiamo – almeno io – disponibilità economiche tali da poter allestire una stagione. Però possiamo agire “in proprio”. Se si aspetta il Comune, o un’altra istituzione, avremo un alibi, magari anche comodo, ma non avremo spostato una foglia. Il Comune ha strategie sue proprie, condivisibili o meno, e su quelle va avanti. Poi, l’assessore di turno avrà predilezione per la cucina balinese e proverà a farla mettere in piazza. Su questa indicazione si misurerà la capacità del direttore artistico di scegliere e far apprezzare i bacarozzi migliori 🙂 . Questa figura, piaccia o no, sarà il “braccio esecutivo” o, meglio, “realizzativo” di una politica che potrà influenzare ma non decidere. Ovvio, sarà scelto a “immagine”. Ma se Paccagnini, per dire, avesse ascoltato la piazza chiancianese, il Teleconfronto nel 1983 non sarebbe neanche stato pensato. Se avesse dato ascolto ad Augusto Preta, il direttore artistico, però, la manifestazione sarebbe ancora a Chianciano.

  26. PMicciche scrive:

    Bisogna stare attenti a non fare un errore spesso reiterato. Un Sindaco o un Assessore non devono portare i loro gusti personali nell’azione politica. Se ti piace il Rock o la Lirica, tutto ciò non può diventare linea culturale. A loro spetta il compito di individuare le linee generali e poi demandare ad un Direttore artistico – come l’architetto che ti ripensa la casa – la loro attuazione in base a precise regole di ingaggio. Altra cosa. Chiusi è logisticamente dissociato, con due centri autonomi e con caratteri sociali differenziati. Allo Scalo il Lars Rock Fest è un’iniziativa che ha trovato una sua ragione d’essere. A Chiusi Città invece Orizzonti, retaggio del passato, non ha trovato una sua motivazione se non quella dell’inerzia. Non è – come era stato il Tuscan Sun Festival di Cortona – una manifestazione accentratrice di attenzione con grandi ospiti internazionali ma nemmeno si è caratterizzato sulla realtà locale o con una linea che intercetti anche realtà ed esigenze locali. Si occupa poi solo di alcuni segmenti mentre, come fa notare Fiorani (via Laterza), la Cultura è tante cose e non può essere ridotta solo a quella teatrale. Quindi Orizzonti o trova nuovi…orizzonti o serve solo a chi lo fa. Bonella, piuttosto che gli evanescenti Stati Generali perché non proponi un incontro pubblico “politico” per fare analisi e proposte che poi vengano portate nelle sedi istituzionali e comunicate ai cittadini?Altrimenti: io lo dico a te, tu a me, noi a lui e così via.

  27. pscattoni scrive:

    Se il mio ultimo intervento ha offeso qualcuno, me ne scuso. Non era minimamente mia intenzione, soprattutto nei confronti di Enzo (Sorbera).
    Il tono un po’ sull’arrabbiato era anche per sottolineare con forza che sul blog il dibattito sulla cultura è sempre stato ospitato e talvolta, anche da parte mia, sollecitato. Quel dibattito, invece, da parte di chi aveva potere decisionale e i cordoni della borsa non è stato mai accettato. Non so se è un torto, ma sicuramente, se lo è, non è nella categoria dei presunti.
    Non c’è problema a rilanciarlo per capire la prospettiva. Oggi si riparte dalle dimissioni della presidente della fondazione Orizzonti Silva Pompili. Ci dice il direttore di Primapagina, che ci ha parlato, che la causa di queste dimissioni sarebbe la mancata elezione in Consiglio comunale. Non se ne può che prendere atto. A questo punto, però, una considerazione va fatta. Se il PD ha deciso di presentare Pompili e Fè in lista ad una qualche strategia questo doveva corrispondere. Qualcuno ha capito quale fosse questa strategia? Insomma caro Enzo purtroppo dobbiamo di nuovo fare riferimento agli archivi per segnalare un vuoto.
    Vi lascio il link ad un mio vecchio post che riporta i dati del consuntivo 2015. Lì si ipotizza per la fondazione un aumento dei pur assai consistenti investimenti del passato. È davvero quello di cui abbiamo bisogno? Oppure per il settore culturale abbiamo bisogno di una drastica rifondazione?

  28. enzo sorbera scrive:

    Paolo, non ho mai detto, né mi pare di averlo mai chiesto, di fare un’operazione di “dimenticanza” (io, poi, che sono piuttosto vendicativo, non ce l’ho per abitudine la “scordarella” 🙂 ). E’ anche vero che, se si campa dei torti subiti (veri o presunti) e degli errori fatti, non si permette mai una “redenzione” agli altri. Purtroppo degli errori che facciamo, tutti, potremmo riempire enciclopedie. Fai bene a tener vivo l’archivio, ma non può essere un corpo contundente o una spada di Damocle su ogni possibile dialogo. La possibilità di parlare con la Sig.ra Martinozzi in un dibattito aperto a tutti è una richiesta che ti faccio e consulteremo l’archivio per evitare di ripetere il déjà dit ;-). La chiacchierata entre deux è benvenuta e ci sarà modo di vedersi, seppur con qualche difficoltà, temo. A presto.

  29. luciano fiorani scrive:

    XSorbera. Non credo ci siano problemi a discutere su chiusiblog.
    Cosa sia e a cosa serva la cultura, quelli minimamente avvertiti, dovrebbero saperlo.
    Per dirne una, ieri sera ho sentito l’editore Laterza affermare che anche la raccolta differenziata è cultura.
    Qui invece pare che la cultura sia la rappresentazione teatrale e, al massimo, la tomba della scimmia.
    Discutere non fa mai male ma secondo me c’è solo una strada visto che quella principale, quella che dovrebbe vedere la politica (l’Amministrazione comunale) come facilitatrice e finanziatrice (nei limiti possibili) qui a Chiusi, ma non solo, è ormai tragicamente preclusa.
    L’iniziativa autonoma di singoli e gruppi svincolati dalla mortifera logica di chi ci amministra.
    Dice bene Paolo (Scattoni), bisogna far tesoro delle esperienze passate e queste ci dicono che ogni iniziativa partita con i migliori propositi e poi risucchiata nelle logiche dell’Amministrazione in cambio della concessione del teatro, del patrocinio, di qualche spicciolo hanno subito perso originalità e voglia di ricerca.
    Senza spirito critico è difficile, se non impossibile, fare o anche solo parlare di cultura.
    Chi è nelle condizioni di farlo deve dare l’esempio, dobbiamo incoraggiare i giovani a non aver paura.
    Bisogna smetterla di dar spago alla retorica e alle banalità.

  30. Bonella Martinozzi scrive:

    Sig. Sorbera sarò felicissima di continuare questa chiacchierata ancora di più se fatta di persona , se impossibilitati per questioni di tempo o di lontananza ,mio malgrado , mi accontentero’ della tastiera ( nel tablet non sono previsti gli accenti mi scuso quindi per eventuali errori)

  31. pscattoni scrive:

    Enzo l’ospitalità è dovuta visto che questo blog si ispira ai principi del “giornalismo di cittadinanza”. Qui in passato il tema è stato abbondantemente trattato. Diciamo che non tutti del blog se ne giovano. Pazienza.
    Vedi la presenza de “Gli amici di Fritz” è stata un’occasione perduta. La mancata risposta alla richiesta di rappresentare “L’amico Fritz” al Macagni è stata anche una prova di arroganza. Lo spettacolo aveva avuto il patrocinio e una parziale sponsorizzazione delle eredi Mascagni. Non era una garanzia sufficiente? La compagnia si sarebbe accontentata degli incassi di botteghino. L’iniziativa di Panicale (ammesso vogliano collaborare) è semplice da verificare, basta andare a una loro recita. Che dire poi della passata proposta di Paolo Miccichè di accordo con il conservatorio di Siena fatto ingloriosamente fallire da parte dell’Amministrazione? La discussione è benvenuta, ma lo “scurdammoce o passato” qui non funziona perché invece qui l’archivio funziona bene.

  32. enzo sorbera scrive:

    Quando dico “impresentabili” penso ad alcuni esiti di rassegne nazionali cui ho avuto la sfortuna di assistere: nonostante il massimo di disponibilità e di attenuanti… beh, non fu proprio cosa. Tornando a noi. Sicuramente è lontana da me l’idea che la Sig.ra Martinozzi sia animata da tentazioni di insolvenza 🙂 La mia era solo la sottolineatura di un pericolo. Posso essere d’accordo (salvo una preventiva selezione) ad aprire la porta a iniziative di questo genere; anzi, se vuole, ne possiamo discutere proprio qui: Paolo Scattoni è un ospite abbastanza tollerante e, se apriamo un thread o un salotto wiki, credo che sarà disponibilissimo. Se poi non lo fosse, abbiamo il mare magnum di internet e dei suoi strumenti per continuare la nostra “chiacchierata”. Però, provo a esplicitare quanto era tra le righe del mio intervento di prima: che idea di cultura abbiamo? Esiste un’idea di “anima” – nel senso di Micciché – della città? In altre parole, al di là (o come premessa) della discussione su un possibile evento “alternativo” a Orizzonti, su quale terreno è possibile costruire una politica culturale? E, ancora, è possibile una politica culturale “in proprio”, cioè senza mediatori (i direttori artistici)? Forse, se riusciamo ad avviare la nostra discussione, sarà un po’ più divertente/coinvolgente che non la (sola) possibilità di organizzazione di un evento. L’aspetto (e ci conto).

  33. Bonella Martinozzi scrive:

    Mi dispiace aver elencato “Gli amici di Fritz” fra i gruppi amatoriali visto che così non è. Il Sig. Sorbera sa meglio di me che vi sono delle compagnie amatoriali, o per meglio dire non professionistiche, che portano avanti repertori di prim’ordine non per forza banali e/o scadenti. Il problema non è il non pagare, ma affrontare la realtà sia culturale che economica del nostro paese. Ho partecipato, un po’ di anni fa, ad una esperienza del genere le assicuro che i vari gruppi selezionati furono tutti molto apprezzati. Non posso descrivere approfonditamente ciò che ho in mente perché queste pagine non sono, giustamente,il luogo adatto. Unire spettacoli di compagnie professionali con altre che non dovrebbero essere dilettantistiche ma amatoriali potrebbe essere un buon binomio. Certo chi vaglia e decide gli spettacoli deve essere persona preparata.

  34. pscattoni scrive:

    Ma voi avete capito se ci sono motivazioni della presidente per le sue dimissioni?

  35. pscattoni scrive:

    Enzo manda un post per quello non hai il limite della lunghezza.

  36. enzo sorbera scrive:

    Paolo Micciché, come sempre, riesce ad individuare il problema. E’ vero che Chiusi non ha trovato la propria “anima”, ma è anche vero che gente del calibro di Henze e di Menotti ha trovato/anticipato/promosso anche un momento “magico” (Spoleto nasce nel 58; Montepulciano nel 76) di disponibilità finanziaria dei Comuni e, soprattutto, di una considerazione della Cultura che oggi è solo un pallido ricordo. Si pensi ai dibattiti sul ruolo dell’intellettuale che caratterizzarono gli anni tra il 50 e il 70. Chiusi ha avuto un momento d’oro con il concorso di flauto. Oggi, il problema è fare concorrenza al trash televisivo, inventarsi cartelloni capaci di spingere la gente fuori di casa. In questo panorama, hanno ovviamente buon gioco i tecnici dell’industria culturale che, ammantati di un’aura di “entrature”, provano a costruirsi curricula a buon mercato. Sull’altro versante c’è la speculazione sull’amatoriale. Questo “settore”, talvolta notevole, più spesso risulta scadente e raffazzonato, impresentabile. La tentazione, in questa direzione, è di “non pagare”, come se gli amatoriali non mangiassero mai. Ma un investimento sulla cultura ha bisogno di un’idea forte di coesione della comunità e di denari “a sostegno”. Solo dopo diventa richiamo. Ma non ho più caratteri disponibili 🙂

  37. pscattoni scrive:

    Bonella, Gli Amici di Fritz non amano essere definiti un gruppo amatoriale. Vi ruotano professionisti che campano di musica anche se quella offerta generosamente dalle nostre parti non porta loro reddito. Potrebbero essere remunerati con compensi assai lontani da quelli necessari per chi ha partecipato ad Orizzonti. Perché non si prende in considerazione quello che ruota intorno al tetro di Panicale (http://www.tmusike.it/).
    Anche in questo caso il regista Bianconi riesce ad animare un gruppo che riscuote un buon successo.
    Poi ha ragione PMiccichè non c’è una caratterizzazione specifica per quello che si fa a Chiusi.

  38. Bonella Martinozzi scrive:

    La Fondazione, che avrebbe dovuto essere il volano per il rilancio di Chiusi nei fatti ha prodotto solo debiti senza nulla aggiungere alla vita
    culturale ed economica dei cittadini. In tutta Italia , compreso il nostro territorio , ci sono tantissime compagnie amatoriali che nulla hanno da invidiare ai professionisti un esempio per tutti “Gli amici di Fritz” . Lanciare un festival di questo genere , includendovi anche qualche spettacolo di professionisti , potrebbe essere un approccio diverso , senz’altro meno oneroso per la comunità ma ugualmente ricco di opportunità di crescita culturale per tutti . Se a qualcuno piace l’idea potremmo svilupparla insieme

  39. PMicciche scrive:

    Alla base ci sono concetti banali come “idea”, “visione”,”prospettiva”. Montepulciano e Cortona, ovviamente Spoleto, hanno avuto un impulso legato ad una contingenza di personaggi capaci di attrarre risorse e generare festival importanti. Ci sono poi altre realtà e modalità ai cui estremi il teatro povero a Monticchiello oppure Volterra con teatro e carcere. Insomma ogni realtà, per casualità o per elezione, cerca e trova una sua modalità. Chiusi non l’ha trovata. Con Manfredi Rutelli a suo tempo si pensò che allo Scalo potesse starci un “Incroci di Orizzonti” che incrociasse le esperienze indigene a quelle dei tanti mondi etnici che convergevano allo Scalo. Un modo per cercare consonanze nella diversità e capirsi meglio. Ci risposero picche…”troppo pericoloso”… Insomma ci vuole un’idea e quest’idea non c’è ancora stata. Ci si è gonfiati il petto con una Fondazione e si è chiamato, come direttore artistico, un regista di qualità che però – nella stessa logica dei due sindaci che se ne sono andati – pensa al suo futuro e genera un Festival a sua immagine e somiglianza; con tutte le grammatiche giuste e tutti i riferimenti istituzionali corretti. Ma la domanda rimane: Cui prodest? A Chiusi e ai suoi abitanti, soprattutto quelli dello Scalo? All’innalzamento culturale della Comunità? Ad aiutare l’economia locale con un sostanzioso indotto? Ci vogliono risposte e – visto che il mondo cambia velocemente – anche innovative, non le solite formule ormai…

  40. pscattoni scrive:

    Appena 5 mesi fa chi scrive affermava che il problema della fondazione Orizzonti era fondamentalmente di sostenibilità economica (http://www.chiusiblog.it/?p=31952) ed anche ovviamente di contenuti. Oggi, mi pare, che quella affermazione ricavata da una semplice lettura del bilancio e sdegnosamente negata dai nostri amministratori si ripresenti in tutta la sua ovvietà.

  41. roberto donatelli scrive:

    Concordo con lo Storelli….basta fare pochi chilometri per trovare segni di vita….e che Chiusi rimanga chiusa e derelitta cosi come è.

  42. pscattoni scrive:

    Sono d’accordo. Parliamo pure della qualità. Lo abbiamo ripetutamente fatto anche in questo blog. Il costo non è però una variabile indipendente. Più che un’analisi costi benefici proporrei un’analisi costi efficacia. Stabiliamo una soglia di spesa e vediamo qual’è la combinazione più efficace sulla base di diversi criteri di valutazione sia di ritorno economico che di qualità.
    Come ha scritto PMiccichè anche in questo blog nel mondo della musica e del teatro ci sono risorse largamente sottovalutate che potrebbe essere una delle finalità.
    Sempre per citare Paolo, se un’attività a Chiusi ha senso è all’interno di uno spazio specifico accortamente strutturato.
    Sul fatto invece che siamo in presenza di un’autorità pubblica che nomina quelli che nomina per essere nominato stendiamo il solito velo di pietoso silenzio, anche se a forza di veli ne stiamo riempiendo un magazzino.

  43. Francesco Storelli scrive:

    l’altro rischio è che si ricominci a valutare la qualità di un evento in base solo al numero di persone che attira. Si sa i politici stanno con chi porta più pecore all’ovile. Temo di veder fiorire sagre del cinghiale in umido e dell’oco in porchetta a scapito degli spettacoli di qualità. Comunque questo è certo il male minore, qui ormai sono solo macerie. In fondo basta fare pochi chilometri per ritrovare segni di vita.

  44. Giorgio Cioncoloni scrive:

    Ringrazio Luciano Fiorani per la citazione di un mio pensiero dovuto, purtroppo, allo stato di amarezza che questa vicenda mi ha provocato dal momento che io, forse troppo ingenuamente, avevo creduto, almeno inizialmente, nella bontà dell’operazione Fondazione Orizzonti.
    Forse avevo sottovalutato i danni che l’incapacità delle persone possono causare.
    Amarezza che poi è notevolmente aumentata leggendo certi resoconti e certi commenti.
    Ormai tutto è diventato routine. Non c’è più la capacità di ragionare in maniera critica sui fatti perché l’assuefazione ha preso il sopravvento. Parafrasando Ende, il “Nulla” si sta impossessando della nostra società.
    In questa vicenda, nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro, vi sembra che tutto sia normale? Ci si può limitare, come fanno molti, compresi alcuni cronisti locali, a fare gli auguri di buon lavoro a chi, in teoria, non dovrebbe avere nessun titolo per riceverli? Ma le varie incompatibilità valevano solo per Berlusconi? Si può essere insieme controllato e controllore? Si può chiedere contributi e contemporaneamente concederseli? Chi concede lavoro può andare a chiedere contributi a coloro che lo ricevono?
    Un popolo che perde la capacità di indignarsi è un popolo senza speranza!

  45. marco lorenzoni scrive:

    se per “i bene informati” ti riferisci a Primapagina , dato che ne ha parlato finora solo primapagina, rispondo subito che è stata la stessa Silva Pompili, nel corso del colloquio da cui è stato poi tratto l’articolo, ad affermare, senza tema di smentita e senza tentennamenti o verbi al condizonale, che “sarà il sindaco Bettollini ad assumere la presidenza della Fondazione”. La modifica allo statuto è stata fatta per questo. Che poi la modifica possa rivelarsi un pasticcio non è escluso. Ricordo che nel programma elettorale dei podemos c’era scritto “ritorno dell’ente comunale come unico gestore e promotore delle attività culturali”, proponendo di fatto la chiusura o il superamento della Fondazione. E’ possibile che il cambio di manico sia un primo passo verso tale superamento. Un ridimensionamento dell’autonomia della Fondazione mi pare intanto evidente

  46. luciano fiorani scrive:

    Altro giro di valzer. La Fondazione è al quarto cambio di presidente in cinque anni.
    Se non è un fallimento questo.
    Come dicono i bene informati dovrebbe essere Bettollini il nuovo presidente, la norma che prevedeva l’incompatibilità l’hanno abolita qualche mese fa (voto favorevole solo della maggioranza).
    Se ciò avvenisse, come ha già fatto notare Cioncoloni si assisterebbe in ogni caso ad un nuovo pasticcio:
    “Il presidente della Fondazione, infatti, se lo statuto non è cambiato, viene eletto dal Consiglio di indirizzo i cui membri vengono nominati dal sindaco. In questo caso avremmo il sindaco che nomina i consiglieri che a loro volta nominano il sindaco presidente. Veramente un bell’esempio di democrazia partecipativa a circuito chiuso”.

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