La fine del renzismo inizia da Sestograd

sesoto infuocato dibattitodi Paolo Scattoni

A poco più di un ora dalla chiusura dei seggi i risultati dei ballottaggi si stanno assestando. Sono interessato alle grandi città ovviamente. Il mio interesse preminente però è quello per una cittadina toscana di meno di cinquantamila abitanti: Sesto Fiorentino. Qui ha vinto una lista che raggruppa molti gruppi civici di sinistra. Al ballottaggio la lista ufficiale a sinistra del PD è stata supportata dagli elettori dell’altra che comprendeva Rifondazione Comunista e una lista con ex militanti usciti dai 5stelle dopo l’espulsione del deputato Artini

Perché questo mio interesse? La voglia di capire come uno dei comuni più “rossi” d’Italia possa aver vinto su un’altra lista che rappresentava i quarti di nobiltà della sinistra ufficiale, quella che deriva dal PCI, PDS e PD che giustificava la denominazione scherzosa di Sestograd. Ma la tradizione affonda le radici in più di 100 anni di storia. Infatti Sesto Fiorentino nel 1899 era stata la seconda città governata dai socialisti come socialista fu il primo deputato eletto originario proprio di quel comune. Consiglio la lettura di un buon articolo che sintetizza tutta la storia politica dalle origini alla vigilia delle ultime elezioni amministrative. Qui importa capire quali sono le cause di questo cambio di mano. La popolazione ha protestato per due opere che, se realizzate, andranno a incidere profondamente sulla vita degli abitanti: l’incneritore e la nuova pista di Peretola.

Al momento in cui scrivo si sta profilando la vittoria di Lorenzo Falchi. Sulla Piana fiorentina ora si apriranno prospettive diverse. Soprattutto qui più che altrove inizia la fine del renzismo.

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4 risposte a La fine del renzismo inizia da Sestograd

  1. pscattoni scrive:

    Rispondo in cinque righe. Le dinamiche dei diversi ballottaggi in Toscana sono stati governati da dinamiche diverse. La non accettazione di una parte del OPD dei risultati delle primarie (Montevarchi), critica dell’operato delle giunta (Grosseto) e così via. A Sesto si sono creati movimenti che hanno criticato Rossi su impegni del passato su inceneritore e aeroporto e la sottomissione a Renzi su questo. Mi pare cosa diversa e politicamente critica.

  2. carlo sacco scrive:

    Oggi al TG Regionale mi sembra che sia passata la notizia che il Governatore Rossi abbia espresso la sua volontà di candidarsi alla guida del PD, proprio perchè è venuto fuori dal suo discorso davanti al microfono dell’intervistatore che il suo partito ha assunto politiche di una pesante componente di centro che ha fatto passare le scelte imposte dal renzismo, facendo imboccare al partito una direzione che viene considerata snaturata e non comprensibile. Buongiorno Sig. Governatore.Dove era Lei fin’ora ? Non l’aveva immaginato prima che gratta gratta poi la gente si ribellasse ? Non mi sembra una conseguenza tanto difficile da comprendere se è vero che l’importante sia il fatto di non perdere i contatti con l’interesse della gente, parlo di quella comune, del grande bacino elettorale del suo partito. C’era bisogno di vedere come sarebbe andata a finire a Sesto ? Per non parlare degli altri Comuni della Toscana.Ritengo che siamo al punto che l’opinione pubblica è ormai assodato che di fronte all’originale ed alla copia preferisca l’originale( vedi il successo delle liste di centro destra in varie parti della Toscana), ma anche dove non si verifica questo, l’insuccesso sostanziale del PD mi sembrta che investa e comprenda anche una forte realtà oggettiva che è rimasta sotto traccia poichè non tutti i Comuni sono andati alle urne e si capisce da questo che il dato che emerge è un dato a forte caratterizzazione nazionale che probabilmente si esprimerà in seguito e che non sorprenderà più la gente, anzi, sorprenderà chi fa finta di prenderne atto a cose avvenute e cioè solo i dirigenti che si adeguano con i discorsi ma con i fatti fin’ora si sono adeguati molto di meno.Chi ritiene ed ha ritenuto fino a ieri che la narcosi a sinistra prodotta dalla scalatura esterna al partito da parte di forze estranee all’etica di sinistra che hanno sparso a piene mani l’etere sia sufficiente a pienare lo stomaco vuoto dei bisogni non solo dei militanti ma anche di larghe fette dell’opinione pubblica ha materia di che riflettere sul fatto che probabilmente si era sbagliato.Ma se da questo non ne fa derivare una corretta analisi la situazione peggiorerà ancora.Ed il proverbio dice sempre che non c’è più sordo di chi lo capisce ma che faccia finta di non volerlo capire.

  3. pscattoni scrive:

    La crisi del renzismo non coincide necessariamente con la crisi del PD, che pure c’è. Sesto a mio avviso rappresenta il paradigma della crisi del renzismo. Qui il PD era una realtà solida, ma la forzatura renziana l’ha dissolta. La crisi ha preso forma quando Renzi ha imposto un sindaco di sua fiducia che dovesse garantire due scelte che lui aveva preso: l’inceneritore e la nuova pista aeroportuale. Otto consiglieri PD misero in crisi la sindaca e imposero nuove elezioni. Furono espulsi. Quelle scelte imposte di inceneritore e aeroporto hanno dato loro ragione e il governo di uno dei comuni di più consolidata tradizione PCI-PDS-PD ha cambiato segno con l’aggregazione di diverse forze e movimenti senza “bollini” precostituiti. È la fine di un disegno che non tiene conto della partecipazione. L’articolo da me citato descrive molto bene il processo politico che ha caratterizzato la vicenda di Sesto.

  4. luciano fiorani scrive:

    E’ vero che quello di Sesto è un caso assai significativo ma il Pd ha perso tutti i ballottaggi in Toscana (vince solo ad Altopascio).
    Certo, il renzismo è in forte affanno anche se i suoi danni li ha già fatti.
    Ma secondo me sta anche emergendo con sempre maggiore consapevolezza il ruolo e la funzione di un Pd architrave unico degli affari che però senza più il Monte dei paschi è in grave difficoltà.
    Anche a Chiusi, roccaforte renziana, il declino c’è ma è più lento. E le ragioni sono ovvie.

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