I luoghi della cultura e quelli della vita della città

 

di Roberto Donatelli

Une delle differenze fra democrazia e dittatura é che in democrazia nel fare le cose si DEVE tener conto della libertà del cittadino.

Si vuol fare, per esempio, una gara di triathlon, bene, ma non si può bloccare Chiusi e la S.S. 146 per 40 minuti, specialmente  senza alcun preavviso. Si vuol allestire uno spettacolo di alta qualità in Piazza Duomo, bene, me non si può chiedere al cittadino che vada in punta di piedi e che non faccia alcun rumore (chiaro che un po’ di attenzione da parte del cittadino è richiesta, si tratta di educazione.  Piazza Duomo, per la sua natura non si presta assolutamente ad un concerto sinfonico che richiede silenzio per gustarlo. Il Prato o il Parco dei Forti sono adatti, ma non possono ospitare spettacoli di quel genere.

Conclusione, si allestisce un qualcosa di meno grandioso, ma di uguale altezza, ai suddetti luoghi.    

Ricordo che alcuni anni fa in P. Duomo si esibì un’orchestra sinfonica ( credo di Roma ) il cui repertorio includeva ” Una furtiva lacrima “. Accanto alla Torre Campanaria c’era ancora il generatore che silenzioso non è!
Arena di Verona, Aida, tra il terzo e ultimo atto vado a farmi una sigaretta. Prima di uscire uno degli addetti mi chiede se ritorno. Ovviamente rispondo, si. Al ritorno chiedo il perché della strana domanda. Risposta:  molta gente se ne va perché crede che l’opera finisca con la famosa parata, ed infatti dopo aver preso il mio posto si vedeva che l’Arena aveva perso molto pubblico.
Ho portato questo esempio per dire che non ce l’ho con il Comune o la Fondazione Orizzonti, ma per dire che Chiusi, con tutti i suoi talenti ( e ci sono ),  potrebbe fare molto meglio che seguire l’andazzo generale.

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5 risposte a I luoghi della cultura e quelli della vita della città

  1. …….a maggior ragione, non si organizza uno spettacolo del genere.

  2. carlo sacco scrive:

    Roberto,tu giustamente evochi sempre il problema dei parcheggi insufficienti ma oggi con la volontà e la tecnologia si fa tutto.Il problema non sono quelli, quelli si potrebbero attrezzare in qualsiasi momento o luogo, basta guardare gli altri paesi.Il problema vero è quello che ho detto io prima, perchè avevo i calzoni corti e Chiusi è stata sempre così. asfittica,distaccata,critica verso tutto e verso tutti,refrattaria, mentre nello stesso tempo si è dato spazio ad un associazionismo a senso unico che porta ad iniziative che possono piacere solo a coloro che hanno le chiusure lampo della borsa.E questo sia nel passato sia nel presente e probabilmente anche per il futuro continuerà a contrassegnare la natura dello sviluppo, per fare i contentini agli amici,per non scomodare quello o quell’altro, per prebende e prebendine e quindi è una questione prettamente politica,ma prima ancora di questo è una questione di cultura.La spiegazione? Forse affonda a ritroso nel tempo fino al substrato della natura della cultura contadina e legata alla terra.Nell’Italia del centro nord e nelle realtà piccole,dove vive un ceto operaio e legato al’industria tali problematiche sono superate da lustri.

  3. Chiedo scusa, volevo dire ‘ circostanze eccezionali ‘ non eventi.
    Si è mai pensato quale pubblicità avrà Chiusi quando coloro che vengono per vedere la città o uno spettacolo non trovano posto per parcheggiare ?

  4. Concordo con Sacco. Uno spettacolo di questa levatura dovrebbe attirare qualche centinaio di persone, a dir poco.
    La realtà di Chiusi ( al momento ) è che non può ospitare
    qualche centinaio di persone. Dove sono le infrastrutture per ospitarle? Dove parcheggiano, per esempio? Questa è la realtà. Un ‘ altra realtà è che Piazza Duomo non è assolutamente un luogo dove si possa gustare musica sinfonica, a meno che non si imponga una specie di coprifuoco, cosa che può essere fatta per eventi
    eccezionali.

  5. carlo sacco scrive:

    Concordo abbastanza con te Roberto, ma la questione è solo una, sempre quella che sta a capo di tutto,da sempre e non solo a Chiusi : le teste pensanti. Basta guardare gli orari e la realizzazione della brochure del programma ed immaginare la folla che vi possa essere……
    …nemmeno se fossimo a Roma.Cosa vuol dire tutto questo? Secondo il mio modesto avviso-ma posso senz’altro sbagliarmi-vuol dire che è proprio l’andazzo generale che viene seguito, senza ritenere il fatto di essere a Chiusi e di sapere cosa possa offrire Chiusi in quanto a gente,conoscenza ed apprezzamento dei generi delle rappresentazioni,spazi e volontà di partecipazione.A casa mia si chiama con un modo solo:senso unico preordinato.I risultati infatti si raccolgono.Tutti buoni a criticare ? Se vi fosse una concertazione atta a favorire il contenuto qualitativo Chiusino che senz’altro esiste nelle persone,ci sarebbe forse una progressione che negli anni sarebbe destinata ad affermarsi, anche con notevole risparmio di energie economiche.Ma mi rendo conto che è come parlare al vento e mentre alla fine si privilegiano gli orticelli di pochi ci si aggomitola sempre su se stessi sotto lo sguardo vigile dei soliti noti,sponsors,e teste pensanti.

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