La sicurezza e le “grattatine di pancia”

 

di Marco Nasorri

I furti e in genere la piccola criminalità sono, da sempre, fenomeni preoccupanti che creano molta insicurezza e paura. In questi giorni a seguito dei noti fatti avvenuti nella nostra città, si è alimentata una vivace discussione sulla rete. Molto spesso abbiamo letto pensieri in libertà, espressi senza riflettere troppo. Come accade da un po’ di tempo, ad alimentare questa “leggerezza” di pensiero, ci sono anche dirigenti politici e amministratori, pezzi di classe dirigente, che affrontano cose complicate con una buona dose di superficialità, pensando più al consenso che alle reali cause e soluzioni.

Non sorprende che un episodio come Il furto in un cimitero, atto inquietante e spregevole, susciti anche dalle nostre parti una “grattatina” di pancia all’istinto popolare. Se poi si aggiunge un furto in una scuola media, allora cade ogni ritegno e si arriva a pericolose stupidaggini che non sappiamo dove possono portarci. Leggendo i commenti su face book, in meno di ventiquattro ore è montato un preoccupante impulso emotivo non proprio rassicurante. Oltre, alla solita divisione tra le tifoserie, emerge sentimento incattivito dalla paura e dall’insofferenza che, naturalmente sfocia verso i soliti extracomunitari e meridionali. Già, si sottintende che siano loro i responsabili dei furti. Così, è possibile che magari si cominci a guardare lo straniero vicino di casa con un certo sospetto.

Chi ha un ruolo istituzionale o è impegnato in politica, svolge una funzione di responsabilità. Oltre che indicare soluzioni e risolvere i problemi nel concreto, dovrebbe aiutare la collettività ed i cittadini a tirare fuori il meglio di se, ad accrescere dei valori culturali e di progresso sociale e civile. Essere un punto di riferimento, nell’arginare pulsioni pericolose e regressive e non certo alimentare l’istinto peggiore di una comunità.

Di fronte all’aumento di fatti criminosi avvenuti in una realtà come la nostra nessuno, mi pare si è posto alcune questioni non proprio secondarie per vivere più sicuri e in modo civile. Ad esempio: localmente è presente un Commissariato di pubblica sicurezza, la Polfer, due caserme dei carabinieri, una polizia locale, un comando della guardia di finanza, a pochi chilometri il corpo forestale, ma dalle otto di sera c’è in servizio una sola Pattuglia per tutta la Valdichiana. Dire che non esiste un adeguato controllo del territorio è il minimo. E, non per colpa di questi uffici che sono stati colpiti in modo indegno da tagli di risorse e mezzi. Naturalmente poi di fronte a questa latitanza, si ricorre a espedienti che l’esperienza dimostra essere inutili palliativi. Sette corpi dediti alla sicurezza e si inventa l’istituzione del consigliere per la sicurezza. Forse qualcosa non funziona.

Altro aspetto: è scomparso ogni riferimento al fatto che ormai siamo di fronte ad una drammatica questione sociale di sofferenza ed emarginazione. Un ritorno a vere povertà che si intrecciano al drammatico crollo di ogni forma di moralità nel nostro paese. Tutto ciò non interessa e non porta più a nessuna valutazione. Almeno la politica dovrebbe partire da qui, se vuole svolgere ancora un ruolo. Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che l’Italia ha il maggior tasso di corruzione d’Europa. Quale credibilità può avere un paese nel combattere il crimine, qualunque crimine, quando da una parte si invocano i lavori forzati, si tira in ballo lo svuotamento delle carceri e dall’altro, vediamo che degli eletti nelle istituzioni rubano impunemente. E, invece che finire in galera, essere buttati fuori i immediatamente dai loro partiti, il più delle volte vanno a fare le star in TV, per raccontarci i loro misfatti. Ancora peggio che un politico potente, condannato per frode in via definitiva, definito dalla Cassazione “delinquente abituale”, buttato fuori dal Parlamento, non solo continua a essere votato da milioni di italiani, ma addirittura è ospitato nella sede del maggior partito italiano, per discutere con il leader più popolare del momento, di riforme costituzionali e di leggi elettorali del paese. E’ come se i ladri del cimitero di Chiusi, presi e condannati in via definitiva, magari ai lavori forzati in comune, si ritrovassero invece a decidere le scelte amministrative del comune stesso.

Mi rendo conto che questo paragone può apparire strumentale e paradossale. Corro questo rischio, perché sono convinto che sperare di avere un paese più sicuro e democratico, in cui vige la certezza della pena e la legge uguale per tutti, con una politica e con dei protagonisti che offrono tali contraddizioni sarà praticamente impossibile.

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6 risposte a La sicurezza e le “grattatine di pancia”

  1. rosa iannuzzi scrive:

    Anche in questo caso – e intendo le ultime vicende chiusine, ruspa compresa – occorrerebbe una seria riflessione sul retroterra che ha generato una serie di mostri ammaestrati. Concordo con Luciano. Non si può – Berlusconi insegna – pensare che tutto sia causato dalle intemperanze del singolo amministratore. Da dove vengono fuori questi soggetti? Quale comunità li ha partoriti? E sopratutto noi dove eravamo? Non serve tirarsi fuori, non è più sufficiente.

  2. In verità, in verità, vi dico: Renzi sarà presidente del Consiglio e Scaraché minimo minimo onorevole.

    Il disastro é ormai irreversibile. Penitenziagite!

  3. luciano fiorani scrive:

    Che questi amministratori fossero ben al di sotto della soglia minima accettabile, chi ha un po’ di sale in zucca l’aveva capito già al momento delle candidature.
    Oggi, dopo le tante corbellerie fatte (e dette) sono sempre più i cittadini che stanno rendendosi conto di questa evidente verità.
    Il punto allora non è solo evidenziare le sciocchezze che dicono e i danni che fanno ma provare a ragionare su come mettere in campo un’alternativa credibile.
    Sappiamo che non è facile per tanti motivi ma chi ha a cuore le sorti di questa città non può più tirarsi indietro.
    E il punto di partenza non può che essere un’analisi seria e impietosa su ciò che è diventata Chiusi. Non solo dal punto di vista economico e sociale ma soprattutto come comunità.
    La sola lettura destra-sinistra non ci aiuta, secondo me, a capire la stratificazione dei tanti (troppi) interessi meschini e tribali che stanno alla base del decadimento di Chiusi.

  4. pscattoni scrive:

    Il sospetto sugli stranieri è “gratuito” perché tanto non reagiscono. Possibile che non si riesca a capire che stiamo sprecando risorse umane preziose?

  5. carlo sacco scrive:

    Approvo totalmente ciò che Nasorri dice e tutto il suo discorso è quello di una persona intelligente, sensibile e preparata politicamente. Gli altri come a me sembra invece molto meno.E non solo coloro ai quali Nasorri fa riferimento ma i cittadini stessi che non condividessero ciò che Nasorri esprime-poichè mi sembra che le cose che dice siano tutte condivisibili- talvolta di fronte a fatti come quelli successi è anche comprensibile che da ambo le parti vi siano eccessi di giudizio, tendenzialità dei commenti-fra l’altro mi ci metto anch’io-pieni di catastrofismo.Quello che però vale e conta è il metodo di ragionamento.Un metodo che debba per forza di cose risentire della qualità politica di chi amministra.E mi sembra che manchi proprio questo da parte loro e che cerchino di ripienare tale vuoto strutturale con l’aria fritta.

  6. condivido ciò che scrive Marco e sopratutto che il primo cittadino, massima espressione istituzionale della città, scriva, dico “scriva” e non “dica” e quando si scrive normalmente ci si pensa: “BASTARDI VERGOGNATEVI”, è veramente preoccupante per non dire di peggio

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