Noi che facciamo politica dalla parte dei perdenti

 di Luca Scaramelli

Adesso basta, ma basta sul serio, da un decennio ci trasciniamo questioni come la pensilona, il nuovo stadio, il piano strutturale cementifica tutto, il nichel fuori dai valori massimi, il depuratore che non depura, le cittadinanze onorarie presunte, tutte vicende che se non fosse che chi va a votare se ne strafrega di chi vota ma vota solo per abitudine (o interesse), sarebbero state sufficienti a far cadere non una ma dieci amministrazioni. Eppure ogni volta c’è qualcuno che la prima cosa che pensa è fare le pulci all’opposizione perché si è opposta poco.

Allora caro Scattoni, una volta per tutte si sappia (ma te lo dovresti sapere), che l’attuale opposizione è composta in stragrande maggioranza da persone che non sono nate ieri e che, se è vero che la Primavera è nata nel 2011, sono almeno vent’anni che a Chiusi fanno opposizione, e che per questo nel paese si portano addosso la fama di rompicoglioni, a me personalmente qualcuno ha tolto addirittura il saluto.

Da più di vent’anni facciamo politica dalla parte dei perdenti perché non abbiamo mai scelto di salire sul carro del vincitore come fanno quasi tutti, magari solo per un banale posto in consiglio comunale o in amministrazione. Abbiamo sempre scelto di non fare politica con la propaganda, gli slogan, o urlando più forte degli altri ma guardando e analizzando i fatti, per esempio, abbiamo cominciato a parlare delle vicende del Monte dei Paschi due anni fa, con iniziative pubbliche davanti a platee semideserte, quando ancora tutti pensavano che non stesse succedendo niente. Inoltre, fare politica in un partito politico costa nulla, anche da un punto di vista economico, per noi non è così e per quel poco che facciamo ogni volta ci “frughiamo in tasca”, mi viene da ridere se penso a quanto mi è costata la politica in questi anni rispetto a chi con la politica ha fatto i soldi o si è “semplicemente” procurato un posto di lavoro.

Con la primavera in questi anni abbiamo vissuto da nomadi adattandoci in sedi provvisorie, magari scaldandoci in inverno con improbabili stufette elettriche, alla fine abbiamo dovuto rinunciare, a noi una sede gratuita non l’ha messa a disposizione nessuno e negli ultimi tempi ci riuniamo in una stanza grazie alla disponibilità di un amico. Farla finita di prendersela con chi fa opposizione, magari anche in maniera insufficiente, non è quindi solo una cosa giusta politicamente ma anche una questione di rispetto personale verso un gruppo di cittadini che hanno scelto di non vivere con gli occhi bendati.

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6 risposte a Noi che facciamo politica dalla parte dei perdenti

  1. Riguardo al disinteresse dei cittadini nei confronti della cosa pubblica…beh mi stupisce che ci si stupisca. Un analisi degli ultimi vent’anni ci riporta un depauperamento complessivo della partecipazione dei cittadini grazie principalmente alla personalizzazione dell’attivita’ politica. Nel ’94 Silvio B. si presento’ al grido “basta con la politica, basta con i politici” e da li in poi tutti i partiti, ma proprio tutti si sono adeguati scalzando la base ed erigendo il totem del personaggio forte: SEL con Vendola; FI poi PDL con B.; Scelta Civica con Monti; Fare con Giannino e via dicendo, rimaneva solo il PD ma un partito dove al suo interno si trovano bandiere rosse e cilici ha vita breve oppure elegge Renzi. Quindi il panorama e’ completo. Il cittadino non vuole occuparsi di politica. La vuole criticare ma solo quando lo ritiene opportuno cioe’ quando gli rigiri le tasche. Se poi l’interesse deve essere rivolto verso una lista civica allora buonanotte e sogni d’oro. Personalmente mi sono divertito nel verificare lo scoramento di certi esponenti dell’opposizione quando si sono resi conto che ai cittadini di chiusi della cittadinanza onoraria ad Elia Valori non interessava una beneamata. Ragazzi, o siete ingenui oppure avete vissuto sotto un pero e non c’e’ bisogno di essere scienziati antropologi per capire certe piccolezze insite nel genere umano e tra questi mi ci annovero. Del nuovo stadio non interessa niente a nessuno. Ma nemmeno adesso che la televisione ha detto la sua. Sono soldi pubblici, non miei. Qualche sera fa ho passato un quarto d’ora a spiegare a due amici dove si trova lo stadio! Figurati un po’. Personalmente mi sento come Bernardo Viola, personaggio di Fontamara di Ignazio Silone il quale dopo essersi interessato al bene pubblico e dopo aver constatato il menefreghismo altrui decide di fregarsene lui stesso e curare i suoi interessi e la sua “roba”. Siamo tutti un po Razzi.

  2. Proprio non capisco. Si continua a discolpare i ‘ colpevoli ‘
    dando la colpa a quelli che, in qualche modo, cercano di fare del loro meglio, mi riferisco alla Primavera. Di chi è la colpa se lo Stadio c’è e via dicendo, della Primavera, o delle varie Amm. Com.? Che si deve fare una marcia a Piazza Grande?
    Un’altra cosa non capisco. Possibile che non si riesca a comprendere che il serio problema è a monte? Che tutto ciò di negativo ( ed è proprio tutto ) non è tanto colpa di questo o quello, ma del modello di sistema di vita che è stato adottato dalla stragrande maggioranza delle persone.
    Quelli come B. sono i più ‘ bravi’ a sfruttarlo.
    Fino a che il modello verrà ritenuto corretto le cose non potranno che rimanere cosi come sono, fino all collasso del sistema stesso, e non sto parlando di politica, ma di sistema di vita.

  3. luciano fiorani scrive:

    Capisco e, ovviamente condivido, lo sfogo di Luca (Scaramelli). Anzi, ci sarebbe da aggiungere dell’altro ma il concetto credo sia abbastanza chiaro.
    Vorrei invece spendere due righe riguardo alla polemica diretta a Paolo (Scattoni).
    Paolo è indiscutibilmente uno dei “nostri” nel senso che indica Luca: cioè di quelli che l’impegno (da decenni) ce lo mettono senza secondi fini e pagando quello che c’è da pagare (in tutti i sensi).
    Questo è indiscutibile.
    Come sono indiscutibili alcune sue spigolosità caratteriali.
    Io, che lo conosco da tanto tempo e che mi onoro della sua amicizia, so ormai distinguere le une da una condotta improntata al disinteresse personale e all’onestà.
    Insomma, con lui ci si può “scazzare” su tante questioni ma i parametri di fondo sono quelli giusti.

  4. carlo sacco scrive:

    Luca Scaramelli ha perfettamente ragione a parlare in tal modo e non è minimamente smentibile.Purtroppo c’è un muro di gomma che respinge irrazionalmente le istanze di quanto le opposizioni potrebbero fare, e le respinge irrazionalmente evitando la collaborazione perchè la giunta è formata da merce composita che riflette la crisi morale e politica della società.E la gente anche in periferia si adegua all’accettazione di un Organismo Geneticamente Modificato che ha smarrito la propria etica lasciandosi penetrare da chi un etica non ce l’ha mai avuta, ma che ha regnato nei decenni solo per l’ignoranza degli elettori che hanno votato e prodotto che si affermarssero e consolidassero tali forze, disinteressandosi di tutto.Oggi queste sono penetrate a sinistra ed hanno cambiato tali equilibri al solo scopo di mantenere e questo è stato possibile solo dando l’illusione di
    cambiare,formando un fronte che si oppone alla richiesta di cambiamento vero e cooptando milioni di persone che si sono lasciate illudere dai discorsi perchè i fatti dicono il contrario.
    E’ la strategia gattopardesca ormai consolidata nella lotta di classe contro i poveri,perchè negli ultimi 30 anni la lotta di classe l’hanno fatta i ricchi contro i poveri e l’hanno vinta.

  5. Daria Lottarini scrive:

    Purtroppo in questo paese non è proprio preso in considerazione l’impegno politico non puramente finalizzato all’esercizio del potere o alla conta dei voti. Non voglio fare del vittimismo, ma la cultura democratica che prevede un conflitto o critica verso le maggioranze è considerato snobismo o più banalmente volonta di rompere i coglioni. La vicenda dello stadio e il servizio di strscia la notizia, invece di essere un’occasione per un minimo di autocritica da parte di chi questo paese da anni amministra, sono diventati nella versione degli amministratori una cattiveria delle opposizioni e di Primapagina. Per cambiare verso mi sa che c’è ancora molta strada da fare.

  6. carlo sacco scrive:

    Io credo che Luca Scaramelli non dica altro che la verità.Spesso,soprattutto dentro di me sono stato critico verso la Primavera ed una volta sono arrivato persino a scrivere personalmente a Scaramelli e Cioncoloni una mia lunga lettera,lamentandomi anche di quello che mi era apparso insufficente nel loro modo di lavorare,così,visto dall’esterno,poichè credevo e credo che per aspetti diversi e per esperienze personali ”nessuno nasca imparato”. Punto.Ciò non toglie che sono loro che si sono assunti l’onere ed il peso ed anche la responsabilità di rappresentare comunque una opposizione e che possa piacere o meno la loro funzione è quella di stimolare la maggioranza. Ciò che secondo me diventa intollerabile è il fatto che nei contrasti e nelle visioni diverse, l’opposizione si scontra contro un muro di gomma e non è un muro che comunque abbia contenuti visibilmente razionali sotto il profilo delle regole,perchè le risposte mancate ed insufficienti,i ritardi nei quali vengono date risposte a metà e comunque insoddisfacenti sono materia quotidiana nei vari argomenti che si vanno ad affrontare.Diventa una questione sfibrante,una questione alla fine che produce contenuti antidemocratici,per tutti,anche per la stessa maggioranza e per chi l’ha eletta.Ricordiamoci bene che democrazia non vuol dire affatto l’essere supportati dalla maggioranza dei consensi elettorali.A dimostrazione di questo osserviamo la questione di questi giorni dello stadio o del nichel,e vediamo quali idea ci si formi.

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