​ Lettera aperta ai compagni del PD di Chiusi

di Marco Nasorri

Il congresso del Partito Democratico si sta trasformando in una guerra senza esclusione di colpi. A leggere le cronache di quello che sta succedendo in giro per l’Italia, vengono i brividi. “Siamo dentro un delirio parossistico delle cordate, le componenti sono lanciate in maniera folle alla conquista del massimo consenso possibile ”- ha dichiarato nei giorni scorsi un dirigente nazionale.

Questo PD è il terreno per giovani leoni, pronti a sbranare tutto e tutti. Ma, un partito non è la savana, dovrebbe essere il luogo della politica e del confronto. Quello che si vede invece è una battaglia di potere e di sopravvivenza.

Anche a Chiusi siamo alla rissa, allo sputtanamento totale. Nella sostanzasi è materializzata una vera epurazione. Fuori dagli organismi: l’ex segretaria Simona Cardaioli, il vice sindaco Sonnini, gli ex segretari di Circolo Socciarelli, Tiezzi. Dirigenti storici, come Giglioni, Ciarini, Petraccelli, Fiorini, Culicchi, Ceccobao, Ceccuzzi, Marchini, tanto per citare i più noti. Degli ex Ds sono rimasti solo uno sparuto gruppetto di pensionati e i locali dei cinque circoli.

Sono state messe in atto azioni di forza che niente hanno a che vedere con la politica. Un congresso impalpabile, i cui criteri per eleggere gli organismi di circolo e di unione comunale sono stati solo l’appartenenza alla corrente. Anche qui ci sono state “le truppe cammellate”: gente che si è presentata ai circoli, saluta chi di dovere, si iscrive, vota e via di corsa. Qualcuno scopre ora i gruppi di interesse personali. Quando nel 2010 scrissi, che un partito debole che guarda solo al consenso si espone a certi gruppi di pressione, fui quasi linciato.

Il PD a Chiusi cambia verso: è andato, perfino oltre la mutazione genetica. Ha direttamente svoltato a destra. Ha definitivamente assunto il modo del fare berlusconiano. Quello che fa impressione è che tutto questo si è consumato all’interno di un partito che dopo il congresso del 2011 aveva trovato la massima unità nel regolare i conti con i dissidenti delle elezioni comunali. Le cronache narrano che dopo l’esito del voto amministrativo, qualcuno particolarmente influente ordinò un profondo rinnovamento. Fuori i casinisti che avevano diviso il partito. Fino alle primarie dello scorso febbraio, sembrava un PD fidelizzato intorno alla nuova esperienza amministrativa. Le candidature unitarie del segretario provinciale e comunale mettevano questo passaggio al riparo da sorprese. Invece, sono subito volati i coltelli, attuate imboscate per la formazione delle liste e per l’elezione dei segretari di circolo. Alla fine della conta, un epilogo beffardo. Compagni umiliati e “asfaltati” da coloro, cui avevano costruito la strada del successo politico. Cestinati come oggetti inutili.

Ora si consumano rappresaglie via face-book. In campo i protagonisti di un bullismo politico che si affronta ormai per bande, come in certi film americani. Così, il dramma e la farsa si rincorrono sulla crisi di una città che rischia di essere trascinata a fondo, come sta sprofondando il maggior partito che la governa. Pensate a questi pacati e riflessivi dirigenti, quando si dovranno ritrovare faccia a faccia per affrontare le questioni che riguardano Chiusi.

Il PD è caduto in un vuoto politico e morale che recide il senso stesso della politica. Invece,del sospirato rinnovamento, si creano nuove categorie politiche: i girovaghi delle primarie e i campioncini delle tessere. Sappiamo bene che c’è bisogno di lasciare spazio a nuove leve. Ma, questo partito continua a cercare le scorciatoie per selezionare la propria classe dirigente, per recuperare i voti, senza mai ritrovare la politica,

senza voler fare i conti con i limitiele degenerazioni del passato.

Tutti i vizi, quando sono moda, passano per virtù”. Così, il nuovo che si affaccia porta con sé tutti i peggiori difetti del vecchio e interpreta la cultura dominante, degli ultimi decenni, con ancora più arroganza e infinito desiderio di potere.

Oggi, molti di voi sono travolti e vittime del “citrullismo democratico”. Rischiate di fare la fine del simpatico animaletto Panda. Forse sarebbe necessario ritrovare un po’ di coraggio e di orgoglio. Siete, pur sempre figli ed eredi di una tradizione di uomini e donne che hanno lottato senza paura. Anche tornare a ragionare con il vostro cuore e con la vostra testa, invece di seguire passivamente i capetti di turno, non sarebbe male. Forse, dovreste riflettere sulle responsabilità per le scelte imposte negli ultimi anni, per non aver voluto discutere e confrontarsi seriamente, evitando errori e dannose sottovalutazioni. Consiglierei a tutti una rilettura del divertente Gazzettino Senese del novembre 2010, perché è proprio vero: “A pisciare contro vento ci si schizza i piedi”.

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2 risposte a ​ Lettera aperta ai compagni del PD di Chiusi

  1. pmicciche scrive:

    Ogni epoca ha le sue subalternità….non che il ‘900 offra esempi edificanti…quando ero giovane io si usava ancora presentarsi con il cappello in mano a Sua Eccellenza, figuriamoci prima. In ogni caso il problema è sicuramente Culturale e prima si riannodano i fili virtuosi dei Valori e delle Progettualità = idee forti condivise (non chiamiamola Ideologia però, altrimenti tutti si stracciano le vesti), prima si potrà fare Politica vera, l’unico mezzo per nutrire quella fragile pianta che è la Democrazia. Mi pare che Nasorri, il cui contenuto è anche condivisibile, rimanga troppo ancorato al tecnicismo “interno” che, a me, francamente pare un vicolo cieco. Chiusi formalmente è di Sinistra, ma si tratta solo di una etichetta. In realtà è scivolata culturalmente in un “berlusconismo” ma di stampo crepuscolare: insomma il peggio che poteva capitare.

  2. carlo sacco scrive:

    …le conclusioni di Nasorri mi trovano d’accordo ma dal momento che ciò che è oggi non è altro che la conseguenza di ciò che è stato ieri, allora molto sommessamente ci si dovrebbe rendere conto che il problema è culturale, e culturale di base.Si osserverà allora la completa inadeguatezza dei percorsi fatti che hanno portato milioni di uomini e di donne ad essere sempre più subalterni al sistema che li ha impoveriti e divisi, al sistema che è stato deciso a tavolino dai vertici e dalle loro inadeguate idee.Ma c’è dell’altro che è anche una componente strategico-politica di come si riesce a penetrare dentro i gangli di un movimento ed indebolirlo fino a fargli mutare genia.Con il senno del poi sono buoni tutti a dare giudizi si dirà, ma a parecchi è apparso chiaro sin da subito.Quei parecchi si sono sobbarcati gli epiteti di vecchi ed inadeguati,di sorpassati dalla storia.A pensare così sono le forze che adesso ha dentro il PD e che determinano il risultati che si vedono.Chiedetevi chi è il vincitore e chi sono i vinti.

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