Per la pace è il momento dell’impegno politico

di Paolo Scattoni

Ieri si è svolta in piazza san Pietro la veglia con il Papa che ha richiamato più di 100.000 persone. Alla stessa ora si sono tenute veglie per la pace nelle chiese delle parrocchie di Chiusi con una buona partecipazione.

Ora, però, è il momento della politica. Cosa si intende fare a livello europeo e nazionale? E cosa si intende fare qui a Chiusi? Ci sono spazi per iniziative?

Mi chiedo anche perché per la guerra in Iraq anche da noi ci fu un movimento significativo che oggi invece è assente. Ne dovremo riparlare.

Ieri alcuni cristiani sono stati sgozzati dai ribelli solo perché l’esercito aveva tentato di riprendere la città dove quelle persone abitavano. La barbarie sembra caratterizzare l’una e l’altra parte. Oggi più che mai non c’è una parte con più ragioni dell’altra.

Questa mattina don Antonio Canestri mi ha segnalato un articolo pubblicato sul web di suore trappiste siriane. Lo riporto perché al di là delle apparenze è molto più “laico” di tante analisi politiche.

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Oggi non abbiamo parole, se non quelle dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni: «Minaccia la belva dei canneti, il branco dei tori con i vitelli dei popoli… o Dio disperdi i popoli che amano la guerra…». «Il Signore dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il gemito del prigioniero, per liberare i condannati a morte»… «ascolta o Dio la voce del mio lamento, dal terrore del nemico preserva la mia vita; proteggimi dalla congiura degli empi, dal tumulto dei malvagi. Affilano la loro lingua come spada, scagliano come frecce parole amare… Si ostinano nel fare il male, si accordano per nascondere tranelli, dicono: “Chi li potrà vedere? meditano iniquità, attuano le loro trame. Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso”. Lodate il mio Dio con i timpani, cantate al Signore con cembali, elevate a lui l’accordo del salmo e della lode, esaltate e invocate il suo nome. POICHE’ IL SIGNORE E’ IL DIO CHE STRONCA LE GUERRE. “Signore, grande sei tu e glorioso, mirabile nella tua potenza e invincibile”».

Guardiamo la gente attorno a noi, i nostri operai che sono venuti a lavorare tutti come sospesi, attoniti: «Hanno deciso di attaccarci». Oggi siamo andate a Tartous… sentivamo la rabbia, l’impotenza, l’incapacità di formulare un senso a tutto questo: la gente cerca di lavorare, come può, di vivere normalmente. Vedi i contadini bagnare la loro campagna, i genitori comprare i quaderni per le scuole che stanno per iniziare, i bambini chiedere ignari un giocattolo o un gelato… vedi i poveri, tanti, che cercano di raggranellare qualche soldo, le strade piene dei rifugiati “interni” alla Siria, arrivati da tutte le parti nell’unica zona rimasta ancora relativamente vivibile… guardi la bellezza di queste colline, il sorriso della gente, lo sguardo buono di un ragazzo che sta per partire per militare, e ci regala le due o tre noccioline americane che ha in tasca, solo per “sentirsi insieme”… E pensi che domani hanno deciso di bombardarci… Così. Perché “è ora di fare qualcosa”, così si legge nelle dichiarazioni degli uomini importanti, che domani berranno il loro thé guardando alla televisione l’efficacia del loro intervento umanitario!?… Domani ci faranno respirare i gas tossici dei depositi colpiti, per punirci dei gas che già abbiamo respirato?

La gente qui è davanti alla televisione, con gli occhi e le orecchie tesi: «Si attende solo una parola di Obama»!!!! Una parola di Obama?? Il premio Nobel per la pace, farà cadere su di noi la sua sentenza di guerra? Aldilà di ogni giustizia, di ogni buon senso, di ogni misericordia, di ogni umiltà, di ogni saggezza?

Parla il Papa, parlano Patriarchi e vescovi, parlano innumerevoli testimoni, parlano analisti e persone di esperienza, parlano persino gli oppositori del regime… E tutti noi stiamo qui, aspettando una sola parola del grande Obama? E se non fosse lui, sarebbe un altro, non è questo il problema. Non si tratta di lui, non è lui “il grande”, ma il Maligno che in questi tempi si sta dando veramente da fare.

Il problema è che è diventato troppo facile contrabbandare la menzogna come nobiltà, gli interessi più spregiudicati come una ricerca di giustizia, il bisogno di protagonismo e di potere come “la responsabilità morale di non chiudere gli occhi”… E a dispetto di tutte le nostre globalizzazioni e fonti di informazioni, sembra che nulla sia verificabile, che un minimo di verità oggettiva non esista… Cioè, non la si vuole far esistere; perché invece una verità c’è, e gli uomini onesti potrebbero trovarla, cercandola davvero insieme, se non fosse loro impedito da coloro che hanno altri interessi.

C’è qualcosa che non va, ed è qualcosa di grave… perché la conseguenza è la vita di un popolo. È il sangue che riempie le nostre strade, i nostri occhi, il nostro cuore.

Ma ormai, a cosa servono ancora le parole? Una nazione distrutta, generazioni di giovani sterminate, bambini che crescono con le armi in mano, donne rimaste sole, spesso oggetto di vari tipi di violenza… distrutte le famiglie, le tradizioni, le case, gli edifici religiosi, i monumenti che raccontano e conservano la storia e quindi le radici di un popolo…

Domani, dunque (o domenica ? bontà loro…) altro sangue.

Noi, come cristiani, possiamo offrirlo alla misericordia di Dio, unirlo al sangue di Cristo che in tutti coloro che soffrono porta a compimento la redenzione del mondo. Cercano di uccidere la speranza, ma noi a questo dobbiamo resistere con tutte le nostre forze.

A chi ha un vero amore per la Siria (per l’uomo, per la verità…) chiediamo tanta preghiera… tanta, accorata, coraggiosa…” le sorelle trappiste da ‘Azeir – Syria, 29 agosto 13

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5 risposte a Per la pace è il momento dell’impegno politico

  1. carlo sacco scrive:

    Caro Paolo, forse molto presuntuosamente ti rispondo che mi basta guardare il comportamento della gente e cercare di ragionare col mio, che senz’altro non sarà sufficiente, ma credo che parecchi di quelli che fanno da tramite fra l’eterno e gli altri uomini che sono tali come loro, ti insegnino sempre quello che a loro convenga e per acquisire tale condizione occorre essere predisposti alla critica e non all’accettazione di quanto ti dicono che sia.Difatti sono proprio loro che si arrogano il diritto dell’interpretazione dell’Eterno. Non ti pare sufficiente ? Mica c’è bisogno di consultare testi teologici….Li consultino pure chi ha dei dubbi perchè la teoria del dubbio deve essere sempre tenuta presente ma dal dubbio a farne certezza ci corre parecchio. Io personalmente mi trovo bene così, sarà una mia illusione ma fin’ora credo di essere campato bene e nel rispetto degli altri.Ma di rispetto parlando,quando sento certe esternazioni le considero alienanti e non semplificazioni, e qualcosa mi sento di replicare….

  2. pscattoni scrive:

    Carlo (Sacco) perché non ti fai consigliare qualche testo di elaborazione teologica da qualche studioso serio?

  3. carlo sacco scrive:

    No,non la ritengo affatto una semplificazione perche milioni e milioni di persone credono che il ”Maligno” esista e proprio in virtù di lasciar passare e filtrare certi discorsi e sono SECOLI che vengono fatti e che turbano la psiche della gente poichè il mondo viene sempre più amministrato sfruttando e ricattando il genere umano basandosi sulle debolezze degli uomini e delle donne.Perchè in effetti il tutto si trasforma in un ricatto di natura morale, quando si propina ai quattro venti che serva pregare per allontanare il ”maligno”.E’ l’uso di tutto questo materiale umano a miliardi che blocca la ragionevolezza delle scelte e che dà assuefazione alle distorsioni presenti e messe in atto dai potenti per il loro esclusivo profitto.Oggi non si ha più non il coraggio ma nemmeno la dignità di opporsi a certe mistificazioni da parte della maggioranza della gente che supina accetta tutte queste cose e che prega davanti a pezzi di legno sfogando le sue ansie ma ottundendosi la mente.Io credo di rispettare le idee e l’espressione sincera e normale di ogni persona anche credente,ma se questa non rispetta le mie e fa discorsi di quel tipo sul” maligno” se gli devo dire che contribuisce a far diventare vera una fandonia glielo dico.

  4. pscattoni scrive:

    E’ evidentemente una semplificazione. Sul tema del male la teologia cattolica sta elaborando da qualche secolo. In questo momento il vero problema è se si fa qualcosa per evitare una guerra. Infatti c’è chi fa, c’è chi sta in silenzio e chi sta sull’albero a cantare.

  5. carlo sacco scrive:

    Ah sicchè non è questione della ragione smarrita degli uomini e degli schieramenti che si confrontano nello scacchiere mondiale ma è ”il Maligno” che ha messo del suo per far fallire i possibili ed auspicati progressi….Dal momento che occorre rispettare le idee di tutti vorrei che anche le suore rispettassero quelle laiche e di tenere conto che che ci sono anche persone che al diavolo,” al maligno”,- come dicono loro- non ci credono e che pensano che sia una invenzione degli uomini per tenere psicologicamente e materialmente tributari altri uomini affinchè tutto concorra a portare acqua a quel sistema di interessi che si vorrebbe cambiare.Esprimere una tale idea non mi sembra rispettoso affatto dell’intelli- genza umana ma dico di più,sarebbe ora-visto le tragedie del mondo come la guerra in Siria ma anche quelle precedenti-non si continuasse a conferire la colpa a Belzebù piuttosto che agli interessi economici e politici che le stesse suore nella loro lettera riconoscono,ma che però arrivano alla determinazione che sia la preghiera che cambia le cose.Tutto va trattato con rispetto ma da parecchio tempo a questa parte per parecchi che la pensano diversamen- te dai religiosi in questo caso,diventa un ostacolo esprimere concetti che vadano contro tali pensieri.Pensiamo al perchè.

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