Quello che mi manca della Festa dell’Unità

di Paolo Scattoni   

Senza un avviso ufficiale (almeno io, che pure sono iscritto, non l'ho visto) pare proprio che la festa del partito Democratico (o come si diceva una volta dell'Unità), non si terrà.
I tempi cambiano. Una parte, quella mangereccia e musicale, della festa viene ormai offerta anche da altre inziative. E comunque riuscire ad organizzare tante persone non deve essere cosa semplice di questi tempi.
Quello che più mi manca della festa, non sono tanto gli spettacoli o i pici, quanto piuttosto la possibilità di confrontarsi su temi e problemi.
Il PD sta vivendo un passaggio non semplice, nonostante i sondaggi che non sono disastrosi, quanto piuttosto per comprendere come si organizzerà il dibattito in vista del congresso.
Mi chiedo se il PD o altre organizzazioni politiche non riescano ad organizzare inziative dove ci si possa confrontare.
Io ad esempio ho firmato una petizione perché il Parlamento riesca a fa sentire la propria voce sulla questione dell'acquisto degli aerei militari F35 e blocchi una manovra che sembra invece esautorarlo. Sarebbe interessante capire come si posizionano coloro che nel PD hanno maggiori responsabilità.
Quegli aerei pare che siano un disastro (problemi di funzionamento) e che il progetto emargini la nostra industria che invece su altri progetti aveva avuto ben altro ruolo.
Si potrebbe poi parlare di quanto succede in Comune. Non c'è sosltanto il problema del palazzo delel Logge, ma molti altri. Ogni cittadino di Chiusi paga in media 25 euro all'anno. Avremo si o no il diritto di sapere perché nonostante questo impegno un'opera che doveva essere consegnata 2 anni fa è ancora di là da venire.
E si potrebbe continuare a lungo.... 
Questa voce è stata pubblicata in POLITICA, Senza categoria. Contrassegna il permalink.

18 risposte a Quello che mi manca della Festa dell’Unità

  1. marco lorenzoni scrive:

    Va bene. Passata “la Tempesta” ne parliamo…
    ù

  2. marco lorenzoni scrive:

    Caro Francesco, organizzare una cosetta tra compagni, con una porchetta, quattro chiacchiere e magari un po’ di musica, si potrebbe pure organizzare, ma il rischio sarebbe quello di n “raduno di reduci”, un o’ ingrigiti e senza troppe medaglie al merito… E allora forse varrebbe la pena pensare a qualcosa che rilanci la tradizione della sinistra di “ragionare e divertirsi a ragionare”, spostando lo sguardo non alla nostalgia (ce l’abbiamo un po’ tutti), ma al futuro o quantomeno all’oggi… Qualche idea si può pure tirar fuori…

  3. Beh, è ovvio che il problema del montaggio delle strutture sia una causa marginale. Ho chiesto perché fa parte del mio lavoro ed ero interessato e perché alla fin fine non è poi così marginale, in quanto diverse feste e manifestazioni delle nostre zone hanno lo stesso problema. Di fatto questi obblighi ci sono sempre stati, è solo che si è infittita la sorveglianza a seguito degli incidenti in manifestazioni maggiori (i.e. concerti di Jovanotti, Pausini…).

  4. Non fraintendermi Samuele, sono convinto anche io che la tua analisi sia corretta, propongo solo di fregarcene per una volta…….. Nella peggiore delle ipotesi ci saremmo fatti una porchetta tra compagni 🙂 anche l’investimento sarebbe modesto…… Ma di grande significato…… E di grande provocazione

  5. luciano fiorani scrive:

    Tutti sanno che la festa del pd non è stata affossata dall’all’articolo 89, comma 1, dell’81/08 ma da questioni squisitamente politiche.
    La partecipazione ai dibattiti è direttamente proporzionale all’interesse che i cittadini hanno a discutere le questioni “pubbliche”.
    Siccome quell’interesse viene scientificamente scoraggiato è ovvio che trascinare gente ai dibattiti è sempre più difficile.
    Tanto per cominciare si potrebbe iniziare col chiedersi a chi giova questa situazione e forse qualcosa si comincerebbe a capire.

  6. Mi dispiace di passare per uno di quelli che io stesso non sopporto più di tanto. Né vorrei passare per uno che pensa più al mangiare che alla cultura. Purtroppo è vero che oggi giorno sempre più spesso si cerca la “scena” e la propaganda che non la sostanza reale delle cose… Però penso che bisogna anche un po’ adattarsi e fare buon viso a cattivo gioco.
    Non sono mai stato dentro all’organizzazione della festa dell’Unità, ma immagino che se si devono tirare in campo risorse, umane ed economiche, per avere un ritorno di quattro gatti, alla fine il castello inevitabilmente crolla. Tutto qua.
    Quindi per me, meglio sfruttare lo slancio di qualcosa che attira gente (una sagra, un attrattiva, non so…) per inserirci degli eventi prettamente culturali e politici, piuttosto che fare solo questi ultimi col rischio che non venga nessuno. Non dico di non farli, spero sia chiaro…
    Sarà che da ingegnere penso più in termini di numeri e meno in termini “romantici”…

  7. ora nemmeno la festa democratica ( che ormai non è piú festa dell’unità) ha resistito alla cancellazione della tradizione culturale della sinistra. Si pensi che ora, nol PD, vanno per la maggiore coloro che si vantano di non essere mai stati comunisti! Beh, confesso che mi piacerebbe organizzare in modo estemporaneo una mini-festa dell’unità con tanto di falce e martello, porchetta, cannicci e dibattito con il compagno dell’ANPI. forse saremmo in pochi, come sostiene Samuele Culicchi……… Ma quanto si starebbe bene…… Chissà…….. Cerco compagni sognatori per elaborare qualche idea 🙂

  8. @Paolo (Giglioni): ok, ho capito. Il problema nasce già dagli anni passati, in quanto i palchi e le strutture rientrano a pieno titolo nei lavori edili o di ingegneria civile di cui all’articolo 89, comma 1, dell’81/08 (dove si parla, tra le righe, anche del montaggio di “opere temporanee in metallo, legno o altri materiali”, anche con elementi prefabbricati). Per questo, rientrando nel Titolo IV, i palchi e le strutture necessitano di progetto e calcolo (non essendo ponteggi con schema tipo), anche se però spesso credo che sia fornito da chi lo noleggia. Più che altro però devono essere montati da almeno tre lavoratori, di cui uno è un preposto, tutti con il corso di formazione, e tutti appartenenti alla medesima impresa. Il nodo quindi è capire se i volontari sono equiparati a dipendenti di un’impresa (non deve esserci necessariamente un compenso) o se sono equiparati a lavoratori autonomi; nel secondo caso è un problema, nel primo basterebbe far fare il corso a chi monta i palchi, (corso che non è nemmeno eccessivamente oneroso). Certo, poi al 99% servirà il coordinatore per la sicurezza…

  9. @Carlo (Sacco): …ne consegue che c’è più gente. Punto. Ovvero, statisticamente e molto freddamente parlando, aumenta la probabilità che qualcuno partecipi ad un dibattito eventualmente organizzato. Intendiamoci: sono pienamente d’accordo nonché rammaricato del fatto che la gente non partecipi ai dibattiti e non discuta di cose un po’ più serie dell’ultima “app” scaricata sul cellulare, anche se poi io sono il primo a disertare molti dibattiti per mancanza di tempo… Però come si spinge la gente a riavvicinarsi ai temi più seri? Togliendo tutto il resto e lasciando solo quelli? No, questo è il modo per non farci venire definitivamente più nessuno, almeno secondo me. Volenti o nolenti – credo – l’unico modo che hanno le feste paesane (o insomma, di partito) per riappassionare le persone al dibattito, è inserire tali eventi in un panorama più ampio, con maggiore offerta, e non nascondensosi in un elitarismo culturale, che come abbiamo visto non porta a niente.
    Quindi d’accordo dispiacersi che la gente si muova solo per mangiare, ma non credo che la soluzione sia quella di dire “siccome questa cosa non ci piace, allora noi non vi si sa niente, toh!”. Che si risolve?

  10. Paolo Giglioni scrive:

    Caro Samuele, fai bene a chiedere nel dettaglio, perchè pur essendo un operatore del settore la vigilanza nei luoghi di lavoro, non mi sono interessato direttamente ed è giusto così per ovvi motivi. Io vado ad interpretazione, perchè da quanto ho capito nelle riunioni, vi erano delle difficoltà nel montaggio delle strutture. Da una breve ricerca personale e successivamente alle riunioni, la fonte giuridica sono l’ articolo 3 commi 3 bis e 12 bis del D.Lgs.81/08, il Dm 13 Aprile 2011 ed il Decreto del capo Dipartimento della protezione civile del 12 gennaio 2012 . Si equiparano i volontari a lavoratori subordinati oppure a lavoratori autonomi, a secondo all’appartenenza del gruppo : A e B.
    A questo c’è da giungere le ditte specializzate che montano le strutture con tutto quello che ne consegue in termini di committenza. Questa è una mia interpretazione!
    Letto il supplemento del Sole 24 ore (Guida al Lavoro) Anno X- numero 3.

  11. carlo sacco scrive:

    Non ho difficoltà a condividere teoricamente il tuo discorso Culicchi,ma mi chiedo una cosa, fammela domandare a me stesso almeno.Tu hai concluso;”attirare gente con tutto quello che ne consegue”.Io ti chiedo :Ma che ne consegue ? Scusa la mia cecità ed ottusità, ma non lo sò vedere quello che ne consegue..forse è proprio perchè si punta solo ad attirare gente
    con il mangereccio che non ne consegue nulla…e se la gente persegue ed è presente solo con il” mangereccio” qualche spiegazione dovremo pur darcela…. Non credi che anche le ragioni di tutto questo siano fra quelle che la gente si allontani dalle questioni vere? E che spesso tali questioni vere si ripresentino inevitabilmente con violenza quando alla gente il sistema la spreme? Dopo si arriva inevitabilmente al grillismo ed anche oltre. Tutto questo è una diretta conseguenza di ciò che si propina alla gente.Io almeno la penso così, forse semplificherò,ma se si arriva a dire che per salvare l’Italia c’è bisogno di governare con uno che fino al giorno prima hai avversato per anni,la gente va solo a mangiare e non vuole sentire altro.E’ che spesso non ci si rende conto che siamo prigionieri di un meccanismo che ci porta inevitabilmente verso lo stato autoritario e verso la miseria totale, e non credo di essere catastrofista.

  12. marco lorenzoni scrive:

    La festa di Chiusi, negli ultimi anni (una delle ultime a chiamarsi ancora “de l’Unità”, quanto a pici e pizza lasciava abbastanza a desiderare, tanto che non era certo meta ambita (come ad esempio quella di Sanfatucchio famosa per l’oco arrosto e frequentatissima anche dai chiusini…). Però di dibattiti ne ha proposti parecchi. L’anno scorso anche uno sulla figura di Berlinguer…oltre al classico incontro con gli amministratori… Che la festa non si faccia – e non si fa perché la diatriba renziani-bersaniani ha fatto saltare tutti gli equilibri – non è un bene, E’ comunque una perdita e non solo per il Pd.

  13. Mi piacerebbe sapere più nel dettaglio i contorni della “diversa interpretazione delle legislazione sulla sicurezza antinfortunistica”, perché ho colto solo sporadiche voci e non ho ben chiaro il problema. Se è un discorso di idoneità tecnico-professionali nel montare le strutture, non è cambiato molto da 4/5 anni a questa parte, cioè da quando è uscito il D.Lgs 81/08 e la relativa circolare del 2009. Quindi forse l’interpretazione era sbagliata prima.
    Per quel che riguarda le altre questioni, mio modesto parere è che da una parte è giusto rammaricarsi dell’assenza di dibattito e dell’impoverimento culturale, dall’altra va obiettivamente preso atto del fatto che negli altri paesi la gente ci va perché si mangia o perché c’è qualche intrattenimento interessante. In molte zone, alla festa del PD abbinano una sagra… come a Foiano, che c’è la sagra del cacciucco, tanto per dirne una. A Chiusi non siamo mai stati capaci di fare una sagra. Non che sia obbligatorio, né che le altre feste siano di scarsa qualità (il Tria Turris è sempre meglio)… però è indubbio che la sagra del “quelchevipare” tira sempre. Purtoppo a volte bisogna adattarsi a queste cosucce “terra-terra”, magari avendo chiaro che lo scopo principale non deve essere solo riempire le pance, ma attirare gente, con tutto quel che ne consegue.

  14. Paolo Giglioni scrive:

    Non poter partecipare alla festa democratica, per tutti quelli che credono ad un futuro orientato più verso la sinistra (!) e’ un fatto non bello ! Ne siamo tutti consapevoli come sapere che una diversa interpretazione della legislazione sulla sicurezza antinfortunistica, ha notevolmente complicato l’organizzazione della festa ! Certo e’ un occasione mancata nella prospettiva del congresso ! In merito avrei molto da dire sulle scelte politiche come il dover approvare un provvedimento da parte del PD sugli F35 ! anch’io ho firmato la petizione ! Speriamo bene ! Altro lo diro’ in futuro !

  15. carlo sacco scrive:

    Che il mondo sia cambiato non c’è bisogno di dirselo,come non c’è bisogno di sentirsi dire la solita solfa del muro di Berlino,cose vere ma che spesso si prendono a spunto per coprire ciò che non quadra o secondo parecchi(parlo di militanti in generale)il discorso è ricorrente con il fatto del ”mondo che sia cambiato”.Non nego assolutamente che tu sia uno dei pochi che quando ci sono i dibattiti sei presente, ascolti e dici la tua,ma non metterai in dubbio che alle feste dell’unità questa è merce rara.A Moiano per es.che è stato sempre un luogo emblematico in 15 gg ne sfido parecchi se ne trovano due di dibattiti,così come la festa attuale al Pobandino(tutte mangiate e musica),ma non perchè i militanti non li vogliano organizzare ma perchè rimangono vuoti,non ci va nessuno.La gente ormai si muove solo quando sente minacciato il proprio status,la propria situazione personale (tipo dibattiti di Villastrada per bioecologia….).

  16. pscattoni scrive:

    Carlo (Sacco) veramente l’anno passato io ho partecipato a diversi dibattiti dove ho detto la mia.

  17. carlo sacco scrive:

    Mi sembra talvolta che parecchi non si vogliano rendere conto di una situazione che già ampiamente conoscono e che stentano ad assumere dentro loro stessi.Mi riferisco al fatto che ormai le cosiddette feste dell’Unità sono da almeno 25 anni imbastite sulla pizza e sui pici,e basta anche adesso guardare i manifesti di quelle che si fanno sul territorio per vedere che l’aspetto culinario e mangerec- cio è l’unico.Pici,porchetta,ballo.Dibattiti zero. In una situazione di tale disorientamento politico la gente comune cosa si pretende che debba dibattere il perchè del proprio impoverimento culturale?Dopo 20 anni di anti-berlusconismo(tanto per dare una misura del tempo 20 anni sono la durata del fascismo in Italia….)fatto a parole si dovrebbe dibattere i temi della partecipazione al Governo con Berlusconi o su chi debba essere preferito fra le correnti di Renzi o Fassina ?Non bisogna dimenticare che in politica occorrerebbe sempre chiedersi di fronte alla questioni ed alle novità:”per quale politica”.Si è cambiato nome ma nei contenuti e nei fatti è la nuova DC! E’ quella domanda di prima che occorrrerebbe chiedersi guardando la realtà e solo chi vuole evitare scientemente la risposta non se la pone.E non ci sarebbe bisogno di tanta cultura politica per capire le metamorfo- si.

I commenti sono chiusi.