Il popolo delle 1000 miglia

di Carlo Sacco

Partivano da sopra una pedana a Brescia ed a Brescia ritornavano dopo due giorni.Questa era la 1000 Miglia, una delle corse automobilistiche più famose del mondo, di gran lunga più famosa della Carrera Mexicana.

 Nel 1957 dopo l’incidente della Ferrari di De Portago che causò 10 morti di cui molti bambini a Guidizzolo di Mantova, la 1000 Miglia fu abolita. Il suo percorso si snodava nel Nord e nel centro Italia ed in Toscana la corsa transitava lungo la Via Cassia e quindi nelle nostre zone era un polo di attrazione per tutti i paesi che si trovavano vicino a quella che era stata secoli addietro la via consolare più percorsa per raggiungere Roma.

 Ricordo che mio padre mi portava a Radicofani e per mesi prima la gente a Chiusi sognava quel giorno poiché era una data di vera e propria festa nella quale migliaia e migliaia di persone si accampavano lungo il percorso portando vivande da casa e vino a volontà, aspettando il passaggio delle auto di ogni ordine e cilindrata.

 Ricordo che partecipavano per anni perfino le Isette, una mini auto precursore almeno da 60 anni prima, dell’odierna Smart. Ma c’erano anche i campioni come Sterling Moss, Jan Manuel Fangio, Castellotti, Taruffi, Ascari, Brilli Peri, Achille Varzi , Nuvolari e molti altri da tutto il mondo, su Ferrari, Maserati, Auto Union, Alfa Romeo, BMW, Porsche, Mercedes e tante tante altre vetture Gran Turismo e Prototipi.

 

Dopo molti anni sono ritornato giorni fa in moto con un amico a vedere l’edizione storica di detta corsa ed anche se non si sono visti sfrecciare i bolidi ad alta velocità è stata veramente una emozione senza eguali vedere le veterane di tante battaglie ancora marcianti con il Co-Pilota a bordo che non è più il meccanico di una volta perché la maggior parte di dette auto non sarebbero meccanicamente all’altezza di affrontare una corsa.

 

E’stato un defilèe, ma un defilèe di ‘’signore ‘’blasonate ed i nostri occhi non sono più abituati a vederle transitare nelle strade. Auto da collezione potremmo dire, il cui costo oggi sarebbe proibitivo per qualsiasi tasca anche di alta fascia economica.

 Qualcuna di queste credo possa raggiungere anche qualche milione di euro senza fatica,come la Bugatti T35A del 1925, Ferrari 166 MM del 1949 ,Aston Martin le Mans del 1933, O.M. 665 Superba del 1927, ed altre di valutazione inferiore ma sempre di centinaia e centinaia di migliaia di euro si parla. A dimostrazione di certi prezzi era sufficiente vedere che tale mercato di macchine d’epoca non è disdegnato nemmeno dai nuovi ricchi di cui i cosiddetti occhi a mandorla s’intravedevano dietro le cuffie in pelle d’epoca e le visiere dei caschi.

 Chiaramente si tratta di una passerella a portata di pochi-specialmente al giorno d’oggi- e tali pochi comunque sono perlopiù di nazionalità USA, Tedesca, Inglese , Olandese, Neozelandese, ed anche diversi italiani hanno preso parte al defilèe.

Benito Sacco con la sua Cisitalia nel 1958

L’odore dell’olio di ricino era molto diffuso dentro Radicofani e la luce fortunatamente non mancava per avere delle buone immagini. C’erano pure diverse Cisitalia del 1947 e del 1948 macchina da me ricordata poiché anche mio padre a metà degli anni ’50 ne possedette una, di terza mano, appartenuta prima alla famiglia Montani, poi al suo amico Ciano della Ciana di Chiusi Scalo. Ricordo che la tenne diversi anni per poi darla ad uno sfasciacarrozze negli ultimi degli anni ’50.

 Nel 2001 qualche mese prima dell’entrata dell’euro la 1000 Miglia Storica come ogni anno fece sosta a Firenze ed una quantità di auto venne fatta parcheggiare in Piazza Signoria. Fra queste riconobbi lo stesso tipo di macchina che aveva mio padre e mi avvicinai a chi era alla guida chiedendo le caratteristiche tecniche di detta auto fabbricata in pochissimi esemplari e dopo domandando- con la dovuta educazione- il livello di prezzo a cui si sarebbe potuto acquistare una macchina del genere in quel momento. Quel guidatore rispose dicendo che costava come un appartamento di 100 metri quadri in una città come Roma. Quella sera cenai ugualmente, ma con un po’ di sforzo, pensando allo sfasciacarrozze…

 

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