A Chiusi fra antipolitica e non politica

di Paolo Scattoni

Nel suo commento al post sul prossimo consiglio Luciano Fiorani scrive:

 

Certo è grottesco che alla presa di posizione delle opposizioni, che hanno minacciato di non partecipare alle riunioni, rilanciata e commentata dai media, non una parola sia stata pronunciata dalla maggioranza. Neppure un misero comunicato stampa. L’anti-politica ognuno può vederla dove crede ma non vederla in questa amministrazione è impossibile.

Condivido. Ma l’analisi va un po’ approfondita. Direi che oggi a Chiusi non c’è soltanto l’antipolitica del PD, ma anche la non politica di altri. Sono elementi che vanno analizzati insieme, altrimenti è difficile capire cosa stia succedendo.

Partiamo dall’antipolitica. La politica come processo in cui la polis, la città tutta è impegnata a contribuire alle decisioni è sicuramente negata dal modo in cui i partiti di maggioranza, e soprattutto il PD, che detiene le maggiori responsabilità del governo, è chiaramente distorta.

La vicenda del conferimento di una cittadinanza onoraria senza decisione formale è ad essere ottimisti un fatto di grande superficialità amministrativa.

Il silenzio da parte di chi quell’amministrazione ha espresso è antipolitica? Non c’è dubbio. L’antico adagio per cui “i panni sporchi si lavano in famiglia”, in questo caso non  può essere applicato. L’amministrazione ha la sua autonomia, così come i partiti nei confronti dell’amministrazione. Un giudizio pubblico era dovuto. Personalmente, come iscritto al PD, l’ho sollecitato, ma per vari motivi non ho avuto alcuna risposta.

Può essere utile a questo punto ricordare alcuni passaggi degli ultimi anni. Dopo le polemiche all’interno del partito sulla candidatura a sindaco di Stefano Scaramelli, ci fu qualche mese dopo, in piena estate, il rinnovo delle cariche a seguito delle dimissioni del segretario dell’Unione comunale Paolo Giglioni. Con quella operazione, che non ho condiviso, si voleva garantire la continuità di linea, che era quella di Ceccobao e Giglioni. Scaramelli era allora molto allineato e coperto. Poi però è successo qualcosa: il sindaco ha sposato la linea Renzi. Nel partito la cosa è passata senza dibattito. Tutto normale. Questa divisione è stata molto chiara durante le primarie, ma nessuno ha voluto parlarne, neppure quando il comitato Renzi ha ringraziato SOLTANTO i suoi elettori. Commenti? Zero.

Oggi di fronte a una decisione non formalizzata come quella di un conferimento di una cittadinanza onoraria senza nessun passaggio formale, nessuno vuole prendere posizione e si tende a sdrammatizzare: “in fondo è soltanto una pergamena”.

Antipolitica? Si antipolitica.

Veniamo ora alla non politica dei consiglieri della Primavera. Ormai si è capito che le decisioni che emergono in Consiglio non hanno un supporto politico. C’è una tendenza ad andare a braccetto con qualche esponente della maggioranza (interlocutore privilegiato il capogruppo del centrosinistra Brilli) e anche quando si esprimono voti contrari rispetto alla maggioranza tutto si stempera.

Poco o niente viene riportato al dibattito generale. Personalmente ero rimasto favorevolmente colpito dalla partecipazione di un bel gruppo di giovani alla campagna elettorale della Primavera. Dove sono finiti? Mi permetto un’interpretazione: non sono coinvolti in alcun dibattito politico. Far coincidere l’azione amministrativa con quella politica (così come succede per il PD) ha spento l’entusiasmo.

Sull’azione della consigliera PdL Fiorini sorvolo. In questo caso una possibile giustificazione è quella del sostanziale isolamento in Consiglio. In ‘passato l’ho provato e so cosa significa.

Eppure proprio in questo periodo di crisi di tutto avremmo bisogno meno che il sonno della corretta politica.

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4 risposte a A Chiusi fra antipolitica e non politica

  1. Luca Scaramelli scrive:

    sulla storiella dei giovani che si disamorano della politica francamente ne ho le tasche piene, vorrei dire le palle ma voglio essere educato. E’ vero che ci sono un sacco di esempi negativi che possono spingere a fuggire via, ma le occasioni bisogna anche saperle creare di nuove, e se le vecchie aggregazioni hanno fatto il suo tempo ce ne sono di nuove da creare, anche perchè il futuro è un problema soprattutto di chi è più giovane quindi devono essere loro ad occuparsi di cosa li aspetterà. Si interroghi piuttosto un’ intera generazione di genitori che non volendo che ai propri figli mancasse nulla li ha cresciuti facendo bene attenzione che non fossero contaminati dalle “cose brutte della vita” e li ha cresciutti nell’ovatta. Analisi la mia forse affrettata forse troppo semplicistica però di questa storia che poverini la politica fa così schifo che è giusto se ne stiano lontani sono sinceramente stanco.

  2. luciano fiorani scrive:

    Consiglio la lettura di un libriccino di Marco Revelli: FINALE DI PARTITO, edito da Einaudi alla fine del 2012.
    Prova a rispondere alla domanda oggi attualissima: è possibile la democrazia “oltre” i partiti?
    L’analisi parte da una considerazione concreta: “Come l’impresa ha trasformato la sua struttura dopo la crisi del fordismo, così i partiti stanno cambiando natura dentro una clamorosa crisi di fiducia. E talvolta finiscono.”
    Nel suo libro Revelli, studioso di sinistra e senza alcuna simpatia per i 5 Stelle è stato l’unico a prevederne in largo anticipo il risultato elettorale, 25%.
    Studiare, come sempre, aiuta a capire.

  3. Luca Scaramelli scrive:

    Concordo in parte con l’analisi di Paolo (Scattoni).
    Purtroppo oggi non è più possibile, come avveniva un tempo, distinguere tra partito e amministrazione, i partiti sono ridotti a semplici comitati che si attivano durante la campagna elettorale, dopodichè buonanotte a tutti e ci rivediamo tra cinque anni. Non è solo il caso del PD, in silenzio ormai da mesi, basta vedere anche SEL, parito vivace due anni fa, ma che dopo aver ottenuto l’elezione di Micheletti ha chiuso bottega (poi non ci si sorprenda dei risultati elettorali alle politiche).
    La Primavera ha i suoi limiti e forse qualche colpa, di fatto è l’unica forza politica a Chiusi che si mantiene attiva, certo è che il supporto all’attività dei consiglieri, come ben sai Paolo, spesso si prende tutte le energie a disposizione, e questo è sicuramente un limite, non credo però che altri si riuniscano con cadenza quasi settimanale, e se molti dei giovani che avevano collaborato durante la campagna elettorale si sono allontanati non è certo perchè qualcuno li ha ritenuti inutili. Di sicuro La Primavera è un’esperienza che non è morta come qualcuno auspicava o vociferava e sicuramente continuerà ad essere il baluardo di ciò che rimane della politica a Chiusi.

  4. marco lorenzoni scrive:

    La politica non si può fare e non si fa solo in consiglio comunale. Lì ce n’è poca. Fuori di lì non ce n’è proprio. E’ scomparso e assente il Pd (che è, mi pare, l’unico partito esistente e organizzato, anche se ridotto ai minimi termini), sono letteralmente scomparsi, dissolti gli altri (Prc, Sel, Pdl…), è assente, nel dibattito pubblico, la Primavera che pure aveva alimentato speranze e aspettative. I giovani si sono disamorati? Certo, e non solo i giovani. Si sta disperdendo quel patrimonio di 1.400 voti conquiostati alle elezioni… C’è qualcuno che si interroga sul perché?

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