Un assurdo cavillo blocca contributo alla fraternità René Hagen

di Claudio Provvedi

All’assurdità burocratica non c’è mai un limite! Se con un contributo assistenziale del Comune (pagamento di una bolletta gas) si sostiene una sola persona va tutto bene, se con la stessa cifra e con la stessa bolletta si scaldano altre cinque persone senza reddito la cosa non va più bene.

La storia grosso modo è questa: come i lettori sanno bene la fraternità René Hagen prende in affitto a Chiusi scalo appartamenti in cui alloggiano persone senza tetto e le sostiene con la vicinanza personale e materiale. 

Alimentaristi, panetterie, bar e rosticcerie forniscono parte del necessario per il sostegno alimentare mentre i soci con l’ autotassazione  e altre persone provvedono al pagamento degli affitti e delle utenze. In questa situazione risulta conveniente intestare i contratti gas, luce e acqua ad uno dei residenti privi di reddito, perche intestarli ad un socio come utenze “non residenti” costerebbe fino al quadruplo della spesa! Per questo motivo, visto che il Comune di Chiusi non può erogare contributi assistenziali ad una associazione privata, si conviene di presentare a nome del titolare di contratto gas dell’ appartamento di via Leonardo da Vinci una richiesta di contributo al Comune sotto forma di pagamento bolletta.

Della cosa è informato l’ assessore Micheletti (che capisce al volo, e si dichiara ben disponibile) le stesse informazioni, per amore di lealtà e trasparenza, vengono date anche all’ assistente sociale di Chiusi, che tra l’ altro ha anche occasione di visitare uno dei due appartamenti. Ebbene, la richiesta riceve parere negativo in sede di istruttoria in quanto risulterebbe “contributo surrettizio ad associazione”!

Vale la pena ricordare che la fraternità René Hagen ospita persone quasi sempre segnalate dai servizi sociali dei Comuni (Sinalunga, Cetona, Sansepolcro, Montepulciano,Casciano di Murlo,Torrita..), ma da questi ha ricevuto 350 euro nel 2011 nemmeno un euro nel 2012. Il contributo che poteva arrivare in forma indiretta dal Comune di Chiusi (490 euro) viene stoppato dalle interpretazioni di un’ assistente sociale della ASL. Sindaco Assessore e Giunta si ritrovano con le mani legate per storie di ordinaria burocrazia.  Così vanno le cose da noi!

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14 risposte a Un assurdo cavillo blocca contributo alla fraternità René Hagen

  1. luciano fiorani scrive:

    Le cose che ricorda Cludio Provvedi ce le diciamo da un pezzo. Anche quando si è rattato di discutere il Piano strutturale ma le decisioni sono andate in ben altra direzione.
    Però dicono senza ritegno di stare dalla parte degli ultimi!

  2. Mi permetto di intervenire citando un aforisma di mons. Dozza (ex predidente di Caritas Italia): “Una città costruita e pensata sui bisogni dei poveri finisce per diventare accogliente per tutti”. In che misura e in che forma questa affermazione è vera? Nella misura in cui capannoni, alberghi e case sfitte, alimentari sprecati, professionalità e tempo libero, intelligenze e fantasia invece di essere sprecati si mettono insieme e si orientano verso chi ha più bisogno!

  3. Fabio Di Meo scrive:

    Rileggendola ulteriormente mi rendo conto che mancava il cambio di soggetto: “…dopo un po’ è bene che… i POLITiCI prendano la razzola e per il verso giusto, altrimenti diventano stucchevoli”. Grande strumento il cellulare, ma uno schermo piccolo e una miopia conclamata possono fare brutti scherzi. Chiedo venia

  4. Fabio Di Meo scrive:

    Non voglio abusare dello spazio di questo blog, ma dal commento del sig. Ceragioli evinco che la mia battuta è passibile di fraintendimento e mi dispiace, e penso dunque sia utile chiarire l’equivoco: definivo scherzosamente “predica” il mio discorso, le mie parole, non quelle scritte dagli altri. Non volevo lamentarmi di essere stato sottoposto ad una predica, bensì riconoscere ironicamente di averne fatta una io in fondo. Era un modo per dire a me stesso che, dopo aver commentato per due volte sullo stesso tema, era il caso che mi occupassi di mettere in pratica gli intenti. Come dire: compito di noi politici, prima ancora che predicare, è razzolare bene. Le prediche dei politici (pur se fanno parte in quanto discorsi pubblici della loro “vita”) senza i fatti, senza le azioni conseguenti, diventano stucchevoli. Questo era il senso di quella che voleva essere una battuta autoironica e non un sottrarsi alle osservazioni dei cittadini. Capisco che il dover spiegare una battuta é il segno eloquente che non fosse ben scritta, ma mi dispiaceva che il sig Ceragioli si fosse fatto un’idea partendo da un equivoco. Se poi cosí non fosse, ed avesse motivi ulteriori per ritenermi staccato dalla realtà, ció ovviamente rientrerebbe nelle libere valutazioni di ognuno

  5. Ero sinceramente convinto che fossero solo i piani alti della nostra politica e della burocrazia ad essere completamente staccati dalla vita reale. Leggere poi, per così poco, “se é vero che le “prediche” fanno parte della vita di un politico, dopo un po’ è bene che prendano la razzola e per il verso giusto, altrimenti diventano stucchevoli”, è deprimente. Finiamola poi con l’alibi della recente spending review. C’è parecchio da lavorare per riequilibrare le cose. Basta la volontà. Quella buona.

  6. pscattoni scrive:

    Grazie al Sindaco di Cetona per aver partecipato e speriamo che il suo impegno nei confronti della fraternità possa consolidarsi.

  7. Fabio Di Meo scrive:

    Fiorani ha ragione da vendere, e in quanto politico e amministratore locale, non posso che assumermi, in quota parte, le mie responsabilità per il fatto di non riuscire a trovare gli spazi, i canali e le situazioni giuste per affrontare adeguatamente il tema della “indigenza estrema”. Il tema infatti é questo: lo Stato, le Regioni e gli enti locali intervengono, pur in mezzo a mille difficoltà e contraddizioni, in una certa fascia di indigenza attraverso varie modalità, ma di fronte al cittadino che si presenta in comune senza casa e senza lavoro, l’unica soluzione disponibile è il ricorso alla sussidiarietà delle comunità. Servirebbero strutture pubbliche di accoglienza e reinserimento, oggi più che mai visto che la crisi, ma anche una trasformazione profonda del tessuto sociale e dei costumi familiari, ha portato l’indigenza estrema nei nostri territori. Una grande questione che merita molta più attenzione. Detto questo ringrazio il blog e torno al mio lavoro: se é vero che le “prediche” fanno parte della vita di un politico, dopo un po’ è bene che prendano la razzola e per il verso giusto, altrimenti diventano stucchevoli. Grazie

  8. luciano fiorani scrive:

    “Le istituzioni non sono organizzate per affrontare il problema dell’indigenza estrema”. Così scrive il civilissimo sindaco di Cetona.
    Ma il problema prima che burocratico credo sia politico. E’ pensabile con i tempi che viviamo, e che ci aspettano, che “la politica” non affronti questo tema?
    Sarò un populista ma ritengo che un tetto e un piatto di minestra ci debbano essere per tutti. Comunque vada lo spread.
    Che ci siano delle associazioni benemerite (e singoli cittadini) che cercano di alleviare i disagi è encomiabile ma lo stato non può far finta di niente.
    Sai quanti indigenti si farebbero campare più che dignitosamente con tutti i soldi pubblici che si continuano a buttare!
    Sia con i governi di destra che con quelli di sinistra i poveri sono aumentati così come sono cresciuti i super ricchi. Vorrà pur dire qualcosa.

  9. Fabio Di Meo scrive:

    Mi scuso per alcuni errori di battitura contenuti nel mio commento, spero che il senso delle mie parole sia comunque stato chiaro

  10. Fabio Di Meo scrive:

    Ritengo l’attivItà svolta dalla fraternità René Hagen meritevole non solo di attenzione, ma di sostegno morale e materiale. Purtroppo le istituzioni non sono organizzate per affrontare il problema dell’indigenza estrema (persone senza tetto e senza reddito) e dunque l’azione di queste realtà private é imprescindibile, oltre che nobile e commovente. Detto questo non conosco nello specifico il tema affrontato, e non mi posso dunque esprimere. Visto però che più in genrale si citava il Comune di Cetona, non credo che nulla osti all’erogazione di liberalità alle associazioni a sostegno della loro attività, o di progetti specifici, a meno che la famigerata spending review non abbia messo mano anche su queste cose. Mi impegno a verificare immediatamente. Nel 2012 non mi risulta siano arrivate richieste in tal senso dalla fraternité, come viceversa negli anni passati, ma potrei sbagliarmi… Verifichiamo insieme le circostanze, e troviamo soluzioni, ne vale assolutamente la pena

  11. carlo sacco scrive:

    Non mi permetto dii sapere come voti l’assistente sociale che non conosco,ma vista l’aria che è tirata in tutta la provincia è più facile che voti per i soliti noti….anche perchè se forse votasse Grillo non si sarebbe avvalso dei cavilli ma avrebbe tenuto presente le reali necessità.

  12. Quando presentai alla dott. Ambra il nostro modo di agire, rimase molto sorpresa! Esclamò infatti : “Ma questo modo di fare manca di progettualità”. Quindi secondo la mentalità di questa funzionaria …se io ad un poveraccio offro 50 euro e me lo levo di torno, va tutto bene, se invece gli offro anche un pasto giornaliero e un tetto gratuito manco di progettualità!! Sia chiaro che la fraternità René Hagen è una realtà cristiana che non pretende soldi pubblici, che si compiace di condividere la santa precarietà di tante famiglie povere di Chiusi. Sappiamo bene cosa vuol dire stentare a pagare l’ affitto e rischiare di vedersi staccare la luce e il gas. Grazie a Dio sperimentiamo ogni giorno la necessità di affidarsi alla provvidenza! E’ però insopportabile constatare la freddezza e l’ insensibilità di chi riceve lo stipendio (pagato da tutti noi) per prendersi cura del disagio sociale e contraddire poi con ragioni risibili la sostanza del proprio mandato. Spero proprio che ASL e Comune di Chiusi si rendano conto dell’ inadeguatezza di alcuni dei propri dipendenti.

  13. pscattoni scrive:

    E se l’assistente sociale votasse Grillo? :-):-) 🙂

  14. luciano fiorani scrive:

    Ennesimo esempio di un’Italia ormai non più sopportabile.
    Tra una settimana si vota.
    Mandiamone a casa, se non tutti (come sarebbe giusto), almeno una gran parte.

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