Nuova provincia: manifestare, ma per chiedere cosa?

di Paolo Scattoni   

Sabato il PD di Siena ha diffuso questo comunicato:

Per Siena capoluogo e per il futuro della nostra Provincia. Il Partito democratico senese parteciperà alla mobilitazione di giovedì 15 novembre, in Piazza del Duomo. Saremo in piazza insieme ai cittadini, alle istituzioni, ai cittadini e alle forze economiche e sociali per dire “no” al decreto del governo sul riordino delle Province. Chiediamo che siano fatte delle modifiche in Parlamento, perché non ci vogliamo rassegnare a perdere il capoluogo, e ad accettare imposizioni burocratiche dal governo che danneggiano Siena e il suo territorio”.

 

Qui in Valdichiana siamo sicuramente i più danneggiati dalla ristrutturazione. Se infatti da Siena e dal suo circondario si può raggiungere il capoluogo designato Grosseto in un ora o poco più, per noi si tratta di più di due ore in macchina e più di tre se si utilizzano mezzi pubblici.

Non sarà facile se avremo bisogno di accedere agli uffici decentrati dello Stato (Prefettura, Questura, Sovrintendenze, etc.). Mi chiedo però se non sarebbe ugualmente scomodo per comuni come Manciano, Pitigliano e simili se il capoluogo fosse a Siena.

Il problema allora è capire quali debbano essere le modifiche che si chiedono al Parlamento. Ristabilire la situazione precedente (due province), avere assicurazioni sugli uffici decentrati, magari ristrutturandoli per consentire un accesso telematico? Altro? Insomma occorre sapere cosa si chiede e non mi pare che su questo si sia discusso abbastanza.

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15 risposte a Nuova provincia: manifestare, ma per chiedere cosa?

  1. pscattoni scrive:

    Per Carlo Sacco. Non c’è alcun problema a trattare i temi che dici. Basta scrivere. Per quanto riguarda il rischio idraulico, il tema a mio avviso è stato trattato molto bene da Fausto Bardini. Da quella intervista (di due sole domande) emerge chiaramente che il priblema quasta volta è stata la mancata (in via di realizzazione?) della cassa di espansion e per il Tresa. Quella intervista comunque ha ricevuto un numero consistente di commenti e può essere ripresa in ogni momento.

  2. carlo sacco scrive:

    Altra cosa poi mi sentirei di dirla, non direttamente al riguardo alle proteste ed alle prospettive delle provincie allargate.Quello che volevo dire è che in questi girni di alluvioni e disastri è possibile che sul blog vi appaia solo un post di una signora incavolata per la propria auto danneggiata al dilà della ferrovia’? Si dice -a quanto ho capito-che a Chiusi è stata rischiata l’alluvione per l’iniziativa della deviazione effettuata a cusa di un pericolo maggiore sul torrente Tresa che avrebbe portato all’inondazione di Moiano e limitrofi, cosa che ha fatto entrare i due sindaci di Chiusi e Città della Pieve in una diatriba di rimbeccamenti.Ma nessuno ha da dire nulla su quest fatto? Non per negare spazio i Post immessi di Jacon Arcadele,Festival della Bellezza e Programma Lubit ma mi sembrerebbe opportuno che il Blog debba ospitare una riflessione almeno di cosa è che non funziona sul territorio quando succedono questi disastri,perchè sono veri e propri disastri.Ed invece nulla.Spero che qualcuno competente possa trattare la materia e scrivere
    cosa ne pensa.

  3. Nicola Nenci scrive:

    “Il sogno segreto
    dei corvi di Orvieto
    è mettere a morte
    i corvi di Orte”

    T.S.

  4. carlo sacco scrive:

    Risposta a Tomassoni: per seguire per fila e per segno il detto di Mao:” Se il nemico te lo mette sotto la coda,non muoverti, potresti fare il suo giuoco”….Scherzi a parte Tomassoni,ma sai quante aspetti della vita e delle relazioni blocca il campanilismo?Ma dove lo trovi un paese come l’Italia che abbia una Pisa ed un Livorno,una Milano ed una Roma, un Chiusi ed un Chianciano? E si potrebbe continuare all’infinito.Perchè la globalizzazione soprattutto economica scardina tante posizioni precostituite da tempo,tante rendite onore e gloria di chi ne fruisce,tanti incarichi ed un flusso di natura economica e potere ormai stratificati e calcificati.E’ un sintomo anche questo del vecchio che resiste,e come non è che vada tutto bene con la globalizzazione e vi siano degli aspetti negativi come le delocalizzazioni produttive per puro profitto dell’imprenditoria globale e sfruttamento iniquo dei mercati,vi sono anche aspetti di natura legati al potere.In un piccolo posto com’è Chiusi ad esempio ci sono delle rendite di potere od incarichi che si dipanano da generazioni.Chiediamoci il perchè di questo,a cosa serva e per quale fine,e si vedrà che la casualità pian piano scompare,anzi non è mai esistita in certe cose.

  5. luca scaramelli scrive:

    tanti discorsi sulla casta, sugli sprechi, sui carrozzoni inutili, poi alla prima occasione siamo pronti a manifestare perchè ci toccano la provincia, per quanto mi riguarda potrebbero togliere anche le regioni e i confini di stato, certo è pura utopia, ma il campanilismo è triste realtà.

  6. @ Alessandro Bologni.

    Ma ci pensi che si ricadrebbe sotto la stessa provincia di Città della Pieve? Si potrebbe unifica’ costi e benefici delle zone industriali di Po’ Bandino e Fondovalle, col risultato che qualche attività in più ci sarebbe anche a Chiusi. Eppoi a quel punto BioEcologia s’ha da leva’ di lì, l’umbria guadagna una stazione sulla direttissima e un casello autostradale sulla A1. Ci vorrebbero un mucchio di bene!

    Se volete ci parlo io, che so dire dieci preciso come si dice a Paciano…

  7. @ Carlo Sacco. Ma se ce lo leveranno i cinesi il campanile dal capo, perché si deve fa’ noi prima?

  8. carlo sacco scrive:

    Ora scherzo certo, ma vedo che ” levà il campanile” dalla testa è dura….Arezzo, Perugia, Siena…. fra poco arrivano orde di cinesi (con Gengis Khan arrivarono in Albania lo sanno tutti ad un passo da noi) e si pensa ancora se sia meglio Arezzo o Perugia.La società globalizzata ha anche dei risvolti positivi e non bisogna vedere negatività da quello che ci possono portare gli altri,anche perchè chi si chiude a riccio viene spazzato via prima o poi.I Vs.” pici” -gratta gratta sotto le ceneri- li inventarono i cinesi prima ancora dei romani, ed ancora oggi ne vanno pazzi.Resiste chi sa unirsi ed uniformarsi e nel resistere ed uniformarsi cede ed acquista.Questo và tenuto presente.Il ”Fosso” tante volte fa anche brutti scherzi quando piove parecchio.lo si vede in questi giorni.Occorre anche confrontarsi sennò si viene ”ripresi dalla piena” altro che votare e stabilire con chi ci appare conveniente andare….

  9. Andrea Baglioni scrive:

    Concordo con Giampaolo.. e poi anticamente Chiusi aveva più territori in Umbria che in toscana….. (forse) B-)

  10. Giampaolo, Arezzo è a mezz’ora di auto ma anche di treno e si può raggiungere in mezza giornata anche in bicicletta 🙂 Se andassimo con Perugia dovremmo buttar giù le torri beccati questo e beccati quest’altro. Non fare il campanilista perché hai origini di dilà del fosso

  11. Ma no, Perugia é piú vicina di Arezzo: in mezz’ora d’auto ci si arriva. Eppoi c’é l’aereoporto, mica come Arezzo che di grazia hanno le logge… Infine, per Arezzo e Siena resteremmo sudisti (diciamo cosí), mentre Perugia ci porterebbe sul palmo di mano come un’ambita conquista.

    Non c’avete capito un piffero! 😉

  12. gaetano scrive:

    Io proporrei un referendum nei comuni di Chiusi, Chianciano, Montepulciano, Torrita e Sinalunga, (quelli che hanno il bacino idrico sull’Arno) e poi sceglierei fra Arezzo e Siena. Per me va benissimo Arezzo, è più vicina e meglio collegata.

  13. Beh, Chiusi è in valdichiana, Arezzo rimarrà provincia ed è facilmente raggiungibile, ci fosse un referendum io voterei Arezzo e non Perugia. Utopia?

  14. carlo sacco scrive:

    Tomassoni, ricordati di quel detto che dice.”Al peggio non c’è mai fondo”.Il problema non è Umbria o Toscana,il problema sono i cittadini dei quali le istituzioni ed i partiti hanno bisogno per esistere.Ed è in codesto principio di relazione chiamiamola ”democratica” che si stempera il fatto che categorie di persone facciano funzionare tali istituzioni che nella carta sono pregnanti di democrazia ma nella pratica funzionano spesso per le proprie cerchie di adepti e di amici,inficiando gli scopi e le finalità delle quali le istituzioni e partiti si fanno portatori.Un secondo”Stato” che si sostituisce e fa funzionare le strutture che adopera a seconda di coloro che ne debbano venire beneficiati.Ti ricorda qualcosa che viene dalla Sicilia,senza nulla togliere alla Sicilia? In mezzo a tanti servitori dello Stato onesti e competenti si procura così in ogni luogo,in ogni struttura,quell’automatismo del sistema che fa prevalere la degenerazione e che produce il degrado che vediamo intorno a noi.In tutto!E chi scuote il capo di fronte a tali affermazioni e spesso fa ”il possibilista”lo sà benissimo che è così e assume quella posizione perchè si autoprotegge.In pratica si valida il detto napoletano:”I nun sò fesso ma faccio o’ fesso pecchè facendo o’ fesso te faccio fesso”.

  15. Chiediamo il passaggio all’Umbria?

    Si potrebbero finalmente interrompere i deleteri legami di partito con Siena via Montepulciano… 😉

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