Quante società maneggiano rifiuti pericolosi a Chiusi?

di Paolo Scattoni

La storia inizia negli ultimi giorni di agosto quando chi scrive trova all’albo pretorio un titolo interessante “Assoggettabilità a VIA”. Il documento allegato spiega che sino a lunedì 10 settembre si può visionare, in orario d’ufficio, la documentazione di un  progetto di stoccaggio e lavorazione di rifiuti non pericolosi e pericolosi in località Quattropoderi.

Così, nonostante il caldo, venerdì 7 settembre con Luciano Fiorani andiamo in comune per analizzare la pratica che però nessuno riesce a trovare. Questa prima fase è descritta in dettaglio nel post “Le carte non si trovano”.

Lunedì 10 settembre parte una nostra richiesta all’ufficio del difensore civico della Toscana, perché si proceda a una nuova pubblicazione, questa volta con la documentazione disponibile.

Navigando un po’ sul web si scopre, poi, che la ditta che fa domanda, Cascina Pulita del torinese, ha acquisito nell‘aprile del 2010 una precedente autorizzazione rilasciata appena due mesi prima, dalla ditta di Chiusi Immobil-Eco, la cui titolare è una signora dal nome esotico: Magyari Maria Mihaela. La ditta ha sede presso il sito ai Quattropoderi, ma anche a Chiusi in via Porsenna 65, numero a cui corrisponde un negozio attualmente sfitto.

Mercoledì ricevo un messaggio in cui un consigliere comunale mi segnala che nel sito della provincia c’è un documento relativo alla pratica. Faccio presente che, a mio modestissimo avviso anche la documentazione messa a disposizione dalla Provincia non è completa infatti il documento intitolato “Studio preliminare ambientale” in apertura così recita: “Pur avendo approfondito le caratteristiche del progetto nel Progetto Preliminare, è utile rimarcare l’attenzione sui tratti salienti dell’opera e, in questa sezione dell’elaborato, con particolare riguardo alla sua collocazione e all’integrazione della stessa nell’ambiente circostante”.

A me pare che nella documentazione disponibile vi dovrebbe essere il citato Progetto preliminare che invece non c’è.

Il giorno seguente il sito di Primapagina pubblica la stessa relazione indicandola come quella dovuta.

E’ ovviamente una questione di punti di vista. Sicuramente l’articolo di Primapagina una notizia interessante, però, la dà: lunedì 17 la giunta tratterà finalmente l’argomento. Aspettiamo dunque i chiarimenti della giunta comunale.

Nel documento pubblicato sul sito della provincia la società torinese si dice che la sede operativa della società è ai Quattropoderi. Significa che la Cascina pulità possiede soltanto questo impianto di stoccaggio? Insomma è lì che si riverseranno tutti i rifiuti provenienti da tutta Italia?

Insomma si può vedere o no il citato progetto preliminare?

In questi giorni, però, abbiamo fatto qualche piccola verifica. Cosa raccoglie Cascina pulita? Non è dato sapere. Il sito non dà informazioni se non un breve filmato che se è rassicurante per i clienti non lo è certo per noi cittadini di Chiusi che quella robbaccia dobbiamo ospitare in quantità notevoli. Certo è strano che una ditta che vuole farsi pubblicità abbia un sito praticamente inaccessibile, se non dopo, immagino, verifica telefonica. Provare per credere.

Ancora più interessante è la ricerca sulla ditta precedente, la Immobil-eco, quella diretta dalla signora Magyari.

Da verifica con google non si riesce a capire cosa abbia fatto questa imprenditrice prima e dopo la sua attività chiusina, in quanto non rilevabile.

Maria Mihaela Magyari è, però, il contatto amministrativo del dominio intestato alla PA-RO ECOLOGICA S.R.L. sita in località Quattro Poderi a Chiusi. Ma in quel dominio, l’e-mail del contatto amministrativo è pmlogistica@libero.it ed il numero di telefono del contatto amministrativo è 0578-21779.

Guarda caso, quel numero per alcuni siti sarebbe della P.M. Logistica, forse sita al 102 di Località Montenevere che sembra trattare sia rifiuti che costruzioni.

Ma quante aziende trattano rifiuti a Chiusi?!?

Ovviamente se fossimo giornalisti procederemmo ad approfondimenti. Basterebbe qualche visura camerale sulle imprese citate, che esistono sul web, ma che sono difficilmente rintracciabili fisicamente, o meglio noi non siamo riusciti a rintracciarle. Noi le visure storiche non le possiamo chiedere perché costano quasi 10 euro l’una. Abbiamo stabilito che il budget di chiusiblog è di 100 euro per l’intero anno e saremmo fuori bilancio. Ma ci sono i giornalisti che possono farlo, è il loro lavoro. Magari riusciremo a leggere qualcosa sul corrierino o sul più blasonato collega.

Intanto aspettiamo cosa ci dirà la giunta comunale.

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15 risposte a Quante società maneggiano rifiuti pericolosi a Chiusi?

  1. rossi mario scrive:

    SIGNORI ATTENZIONE A QUELLO CHE SCRIVETE SIAMO IN EUROPA ED I CITTADINI RUMENI HANNO I NOSTRI STESSI DIRITTI IO SE FOSSI NEI PANNI DELLA SIGNORA PSEUDO COME DA LEI DEFINITA DAL NOME ESOTICO NON STAREI FERMO , IMPARATE A CONOSCERE SIA LE LEGGI LOCALI CHE TANTO MENO LE NORME EURTOPE ED ITALIANE E NON DEMONIZZIAMO I ROMENI PER LA LORO PROFESSIONALITA’ E PER SVOLGERE ATTIVITA’ DI RILIEVO , E’ UNA MIA MODESTA PRESA DI POSIZIONE ANTI RAZIALE SECONDO ME OLTRE CHE DA PROFESSIONISTA DEL SETTORE.
    ROSSI MARIO

  2. pscattoni scrive:

    Insomma è possibile in base a quali competenze imprenditoriali è stato rilasciata l’autorizzazione del 2010 a una signora rumena, autorizzazione poi trasferita ad appena due mesi dal rilascio a cascina pulita?

  3. Mario Rossi scrive:

    signori una cosa è certa e rispondo in merito ad una mia esperienza personale la cascina pulita sta facendo un attività di raccolta in tutta italia di rifiuti proveniente dalle attività agricole per tanto credo che non sia da demonizzare una attività del genere anzi ben che venga . quello che dovete fare è solo ed esclusivamente chiedere alle autorità compententi il monitoraggio delle attività e credo che tutto quello che avete ipotizzato circa nomi fantasmi esotici ecc. siano solo ed esclusivamente una vostra fisima in quanto gli organi competenti prima di rilasciare una autorizzazione del genere fanno tutti gli accertamenti compresi i carichi penali, comprese le antimafie , per quanto riguarda gli odori della zona nausebondo sono solo ed esclusivamente delle pratiche agronomiche di riutilizzo fanghi agro alimentari anche esse regolarmente autorizzate , perchè non verificate all’albo del comune ufficio ambiente ed in provincia le attività autorizzate , o forse pensate che disperdere i rifiuti nel vs. territorio come è sempre successo sia meglio od averte delle attività gestite , attendo una vs. considerazione e vi invito a riflettere su quanto esposto.

  4. pscattoni scrive:

    Roberto (Donatelli) anche un’officina o una tipografia debbono essere autorizzati a tenere nei propri locali rifiuti classificati come pericolosi. Allora per capire la reale pericolosità occorre vedere il progetto. Occorreva vederlo nel 2010, nessuno l’ha fatto a dispetto della tanta sbandierata partecipazione. Ora con questi nuovi lavori abbiamo l’opportunità di vedere il vecchio e il nuovo progetto. E’ per questo che abbiamo chiesto di vedere “le carte”.

  5. ‘Stoccaggio e lavorazione di rifiuti non pericolosi e pericolosi’, e questo non sarebbe una grave situazione, considerando che sembra ci sia un silenzio assordante su cosa si stocca e chi se ne occuperà.

  6. pscattoni scrive:

    Grazie Nicola (Nenci) questo negozio in via Porsenna n.65 è in teoria molto trafficato. Dunque sarebbe addirittura sede di una concessionaria di pubblicità per il Comune con sede principale a Roma. Altri mi dicono che è attualmente inutilizzato. “A casa d’Irene…. c’è gente che viene c’è gente che va” cantava Nico Fidenco negli anni ’60.

  7. pscattoni scrive:

    Non è detto che la situazione sia così catastrofica, ma sarebbe bene saperlo e quindi analizzare i progetti: quello autorizzato nel 2010 e quello ancora sotto esame del 2012. Quello che invece sorprende è il silenzio su alcune informazioni che ho fornito. Chi ha utilizzato negli ultimi 4 anni il negozio in via Porsenna n.65. In un paese in cui si sa praticamente tutto di tutti possibile che non si sappia niente: c’era davvero la sede di Edil-Eco? ma chi è il proprietario del locale? Qualcuno conosceva la signora Magyari? E che tipo di azienda opera a Montevenere al n.102? Sono tutte informazioni che non ledono la privacy di nessuno. Ma forse potremmo avere degli interlocutori a cui chiedere informazioni. Intanto attendiamo fiduciosi i risultati della giunta che doveva discutere dell’argomento.

  8. Ma cosa volete che ne gliene freghi ai cittadini di Chiusi e
    provincia, tanto i rifiuti sono ai 4 Poderi mica in mezzo al Paese o a Montevenere, sono in mezzo alla campagna dove si coltivano cose che poi vengono mangiate e bevute, e poi il vento che ‘disperderà’ gli eventuali fumi tossic. Si chiama 4 Poderi no, aperto ai venti. E in fine c’è il Lago, non tanto lontano, l’acqua assorbirà e farà sparire tutti i componenti tossici dei rifiuti. Mettetevi l’anima in pace, A Chiusi e dintorni non succederà proprio niente e lasciate in pace quella povera gente che cerca di fare un pò di soldi smaltendo rifiuti pericolosi, una cosetta da niente!

  9. Se non sbaglio SEL, sigla nella quale “E” sta per ecologia, fa parte della maggioranza ed ha un suo rappresentante in Giunta, se le parole e più che altro l’appartenenza politica, hanno un senso, hanno un senso, l’assessore interessato dovrebbe farsi parte diligente e far conoscere alla cittadinanza la posizione dell’amministrazione comunale sull’argomento e lo stato dell’arte della pratica. Altrimenti che ci sta a fare in maggioranza un partito che fra i suoi fondamenmtali ha l’ecologia ?

  10. lucianofiorani scrive:

    Scaramelli sarà anche stato assessore alle attività produttive ma le questioni importanti le trattava tutte il “dominus”. Anche Micheletti era in consiglio comunale all’epoca. Ne avrà sentito parlare?

  11. pscattoni scrive:

    Marco (Lorenzoni) scusa, ma non ti seguo. Che cosa vuoi che ti dicano, che l’impianto non è sicuro? L’assessore allora competente per l’autorizzazione sui rifiuti, che mi pare sia sfuggita a tutti (anche ai cani da guardia della stampa :-)), è ora sindaco.
    Quello che invece c’è da fare è esaminare l’autorizzazione di ora e quella di allora per capire cosa ci fanno o ci vorrebbero fare dentro quell’impianto.

  12. marco lorenzoni scrive:

    Quando parlo di “materia del contendere” non escludo le carte e le procedure la cui verifica attende alla politica e a chi vuole approfondire – giustamente – il caso. Ma, ribadisco, secondo me la materia del contendere più stringente e sulla quale tutti i cittadini, compresi e in primis queli di Montallese, e non solo la stampa o qualche volenteroso, dovrebbero interrogarsi: la pericolosità o meno di quei rifiuti. E la possibilità per una ditta privata di trattarli e stoccarli in quel luogo e in una struttura di quel tipo. La prima risposta che il Comue deve dare è questa. Poi anche tutte le altre. Ovvio che le “carte sparite”, le volture silenziose ecc. non fanno altro che alimentare i dubbi…

  13. pscattoni scrive:

    x Marco Lorenzoni. Forse non è chiara la materia del contendere. L’autorizzazione a Immobil-Eco è stata rlasciata nel febbraio del 2010, prima che entrasse in vigore la legge regionale 12, che per quegli impianti richiede se vi siano o no le condizioni assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Tale operazione va fatta anche per eventuali modifiche all’impianto.
    Oggi Cascina Pulita, a cui è stata volturata l’autorizzazione del febbraio del 2010, subito dopo il rilascio, richiede variazioni esterne tipo piazzale per i camion.
    Le domande dovevano essere ufficialmente poste quando la pratica “pesante” era in corso di valutazione, ma la cosa evidentemente è sfuggita a tutti. Oggi si può fare una valutazione tecnica che non ha purtoppo influenza sulla procedura. Per fare questo è necessario avere in visione il progetto preliminare (quello del piazzale) che farà sicuramente riferimento a quello approvato nel 2010 e così si potrà richiedere ij visione e capire che cos’è esattamente questo impianto. Spero che ora sia chiaro.

  14. marco lorenzoni scrive:

    Primapagina ha pubblicato il documento per quello che è. Non come il documento non trovato in Comune da chi ne aveva fatto richiesta. E prima della pubblicazione di quel documento di Cascina Pulita Srl, (documeno “di parte”, Primapagina aveva già pubblicato un servizio sull’argomento segnalando sì la “sparizione” delle carte, ma anche e soprattutto il fatto che in quel capannone di lamiera nei pressi di Montallese vengono trattati e stoccati rifiuti pericolosi (cosa confermata peraltro dal documento del gestore, che parla addiritturanche di rifiuti infettivi). Non solo, dopo il documento primapagina ha pubblicato anche una serie di domande rivolte all’amministrazione Comununale che adesso dovrà spiegare la quesione delle carte che non si trovano, ma anche una serie di altre cose relative all’oggetto del contendere: la possibile pericolosità di quei rifiuti, le misure cautelative adottate, le autorizzazioni e le motivazioni delle autorizzazioni ecc. E’ il Comune che a questo punto deve rispondere e fare chiarezza. Può farlo su Primapagina, su questo blog (ma non è obbligatorio), o con un comunicato stampa o in consiglio comunale… Primapagina ha anche invitato le opposizioni a presentare apposita interrogazione a risposta scritta e la maggioranza a prendere posizione. La stampa, mi pare, la sua funzione l’ha svolta.

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