L’eredità Ceccobao

di Luciano Fiorani

Quando si discuteva, prima e durante la campagna elettorale, su cosa e come dovesse caratterizzazsi la nuova amministrazione comunale uno dei temi centrali fu quello della discontinuità.

Se la questione diventò dirimente evidentemente ce n’erano i presupposti. Dopo il plebiscito per l’ex sindaco si avvertiva nel paese (e si avverte ancora) un’aria di forte scontento per come è stata amministrata Chiusi nell’epoca Ceccobao malgrado il fiume di soldi che la Fondazione ha generosamente elargito. I simboli dello sperpero sono sotto gli occhi di tutti: pensilona e nuovo stadio in primis.

Ma quegli otto anni si sono caratterizzati anche per l’azzeramento di ogni discussione e per una guerra senza quartiere all’unica opposizione in campo, primapagina. I più attenti ricorderanno i corsivetti dell’ingegner Favi.

E’ in questo quadro che la candidatura Scaramelli non convinceva né all’interno del Pd né fuori, essendo stato per otto lunghi anni assessore silente alla corte di Ceccobao senza mai smarcarsi su nessuna delle peggiori scelte di quella amministrazione.

I risultati elettorali hanno fotografato quella situazione di malcontento, infatti il centrosinistra ha perso tantissimi consensi, e sull’altare della continuità con la precedente amministrazione si è assistito alla nascita de La Primavera e all’eutanasia di un partito, Sel.

Oggi i fatti ci dimostrano che pur tra tante difficoltà, dovute ad un quadro politico ed economico profondamente cambiato, il blocco di potere ceccobaiano ancora prova disperatamente a imporre i suoi desiderata.

Lo abbiamo visto in tutte le questioni di un certo rilievo che sono state affrontate in questo primo anno dall’amministrazione Scaramelli: dal nuovo stadio a Bioecologia, dal Piano strutturale alle vicende della Fondazione Orizzonti, dalla trasparenza amministrativa alla partecipazione per finire al grottesco sistema propagandistico.

D’altra parte una maggioranza epurata anche per via elettorale (Bittoni, Agostinelli…) di ogni barlume problematico si è trovata a portare in porto questioni impostate dalla precedente amministrazione (Piano strutturale, Bioecologia…) senza avere la forza e il coraggio di cambiare strada.

Per il nuovo sindaco l’esperienza politica più significativa, prima di indossare la fascia tricolore, è stata la ferrea scuola ceccobaiana. In questo primo anno di mandato quell’impostazione l’abbiamo potuta ripetutamente apprezzare.

E’ cambiato solo ciò che poteva cambiare: un confronto meno arcigno (fino a un certo punto) con realtà significative della società dovuto essenzialmente a una minore spigolosità caratteriale. Per il resto si continua sulla strada tracciata dal conducator senza averne l’autorevolezza (il caso Marrucci docet).

Non bastano le comparsate con aperitivo per segnare la svolta di cui questa città ha bisogno come l’aria. Pagate le cambiali servirebbe aria fresca, il coinvolgimento delle conoscenze che a Chiusi non mancano, guardare in faccia la difficile realtà. Invece si continua con una stucchevole perenne campagna elettorale.

Scelta miope, anche sotto il profilo utilitaristico, perchè se Scaramelli tornerà a indossare la fascia tricolore alle prossime elezioni, se non cambia profondamente lo scenario comunale, dipenderà esclusivamente dagli equilibri senesi e lì, si sa, oggi comanda una cordata e domani chissà.

 

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6 risposte a L’eredità Ceccobao

  1. marco lorenzoni scrive:

    A Chiusi è successo in piccolo quello che è suesso negli ultimi 20 anni a livello nazionale. E’ scomparsa la politica, intesa come capacità di elaborazione e confronto. Una “mano di bianco” (come dice un mio amico con esressione piuttosto efficace) ha uniformato tutto, ha coperto le magagne e ha trasformato la politica da conflitto e confronto tra idee diverse in ricerca spasmodica del consenso attraverso l’elargizione di “contentini” e piccole prebende, senza mai cercare un affondo, uno scatto di innovazione e di fantasia, senza mai disturbare chi abita al piano di sopra… Ceccobao, come Berlusconi (su primapagina lo chiamavamo prima dalemino poi Berluschino) è stato maestro nell’eleggere questa prassi a sistema. Ovviamente isolando e “ignorando” gli avversari e le voci dissonanti. Scaramelli per 8 anni non ha alzato un dito, né la voce. E’ rimasto allineato e coperto. Ed ha ottenuto non senza fatica la candidatura. Da sindaco qualche sussulto lo ha mostrato, ma la contraerea si è subito schierata… Il caso Marrucci e la presa di posizione del Pd, questo dicono, ancora una volta.

  2. carlo sacco scrive:

    io per la verità il commento l’avevo inviato ma forse come al solito un po’ oltre le 1400 all’aria frittabattute ed allora….c’è stata la legge del taglione.Comunque volevo ribadire ciò che avevo scritto e che quanto dice Luca Scaramelli mi trova totalmente d’accordo soprattutto sulla impalpabilità da una parte e l’esposizione mediatica dell’aria fritta dall’altra.Ma è un fatto generazionale di tutti coloro che ritengono una critica anche pesante sul piano politico un attacco personale e quindi come gli uomini in carriera tendono ad eliminare in maniera maldestra ogni ostacolo o ritengono di eliminarlo senza affrontarne i perchè.E’ mancanza di cultura politica, quella della quale una volta per averla si partecipava a delle scuole dei maggiori partiti. Oggi c’è solo l’arroganza del potere,ma è un potere che si basa sul nulla,sull’apparire anzichè sull’essere.Come i tempi che viviamo, ed i nostri politici ritengono di essere all’altezza dei loro compiti confrontandosi con una popolazione allo sbando sempre più povera e sottomessa ai meccanismi del sottosviluppo e non dello sviluppo e che crede alle loro favole votandoli.

  3. Sono d’accordo con Luca. Allora la domanda può esssere posta cos:’: cose è che è cosi’ potente da ‘tappare’ la voce
    della gente e a far proseguire una politica che è, evidentemente, contropruducente per lo sviluppo di Chiusi, o anche per la sua soppravvivenza?
    Ripeto, forse le qualità personali dovrebbero essere messe al servizio nel cercare una risposta.
    La mancanza di commenti mi fà dubitare di questo.

  4. luca scaramelli scrive:

    Afferma Donatelli: ” Chi o cosa sia responsabile mi interessa relativamente”, eh no caro Roberto, le cose non avvengono per caso e in queste situazioni individuare i responsabili della politica tendente a sminuire le potenzialità di Chiusi, come affermi, non è mica esercizio di pura accademia.
    Sul senso dell’articolo credo che fosse quello di evidenziare come al di là dell’apparenza (leggi propaganda e aperitivi) poco sia cambiato nella gestione del potere.
    Infine, mi sorprende che un articolo di questo tipo abbia raccolto nulla in termini di commenti, forse è il caldo, ma in questi giorni ci sono articoli che hanno avuto riscontri diversi, forse il tema è scottante… pure troppo, e come al solito non c’è una gran voglia di esporsi.

  5. Ho aspettato per vedere se ci fossero commenti al lucido e chiaro articolo del Fiorani. Come mi aspettavo niente, a parte un commento che , si’ dice le cose come stanno, ma non coglie, secondo me, il nocciolo dell’articolo.
    A chiusi, per decenni, è stata messa in atto una politica tendente e diminuire sempre più l’enorme potenziale di Chiusi stesso. Ora siamo arrivati allo status quo (forse previsto) cioè meno di cinquecento abitanti (Montallese credo ne faccia un paio di centinia di più!) e nessun cenno di cambiamento di tendenza. Chi o cosa sia responsabile mi interessa relativamente, quello che mi ‘rompe’, è che fra poco se voglio comprare un qualcosa dovrò andare alla Stazione…..potrò usare il marciapiede!.

  6. luca scaramelli scrive:

    A mio parere un cambiamento importante c’è stato, il precedente sindaco, dei cui otto anni di amministrazione non condivido una virgola, aveva il coraggio e la personalità per farsi anche a chiusi dei nemici politici, suscitava anche all’interno della propria parte politica dei malcontenti, magari solo sussurrati, dei mugugni che nelle stanze di partito venivano fuori solo in sua assenza e che mai hanno preso corpo (per opportunismo o per lo scarso spessore politico di chi li esprimeva) neppure quando il pd ha candidato Scaramelli in chiara continuità con chi lo aveva preceduto. Il sindaco attuale invece sta attuando un modo di amministrare impalpabile, espressione di una personalità politica che sfiora lo zero, e forse consapevole di questo ha attuato fin da subito un metodo di scuola berlusconiana basato sulla propaganda dell’aria fritta, che però funziona, altrimenti berlusconi non sarebbe rimasto a galla per vent’anni. Una propaganda che crea consenso perchè tiene nascoste le questioni scottanti o gli scivoloni incredibili (tipo fondazione orizzonti) e che fino adesso gli permette di non crearsi grandi nemici.

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