Qualche notizia sulle chiese di Chiusi: L’antico Monastero e Chiesa di Santo Stefano

di Fulvio Barni

Il Regio Conservatorio di Santo Stefano negli anni '30

La Lira, o catasto, di Chiusi del XIV secolo parla del Monastero di Santo Stefano localizzando i suoi edifici all’interno del Terziere di Sant’Angelo e ci dice, sempre secondo i “confini” dello stesso, che possedeva beni rustici e urbani.

Le Rationes Decimarum Italiae, per il territorio della Tuscia, dicono che il “Rettore del popolo di Santo Stefano di Chiusi” paga le decime papali nell’anno 1296, 1297 e nel 1301. Non risultano pagate nel 1302/3.

La prima notizia registrata sui libri delle Memorie del Comune di Chiusi è del secolo XV e ci dice che la chiesa di Santo Stefano era annessa ad un Monastero di monache Agostiniane, al quale, ogni anno, il comune offriva un cero. Non ci sono notizie certe sulla fondazione di questa istituzione religiosa, ma con molta probabilità è dovuta ai Canonici Regolari di Sant’Agostino, gli stessi che officiavano la Basilica di Santa Mustiola.

Secondo i già citati libri delle Memorie, vari furono gli interventi del Comune nei confronti del Monastero. Sul finire del 1400 fornisce ad esso un aiuto per restaurare l’edificio che era “in disordine e rovina” ed appositamente nomina i “Santesi” per rimettere “ordine”. Nel 1535 il Comune interviene ancora e destina al Monastero le entrate dello stesso per provvedere ad urgenti lavori di restauro. Pochi anni dopo sono documentate le spese per i lavori a beneficio, questa volta, della chiesa annessa.

A causa dei continui “grandi lavori”, proprio così si esprimono i documenti d’archivio, alla fine della prima metà del XVI secolo, è ipotizzata la chiusura del complesso monasteriale. Ma i lavori furono realizzati lo stesso ed in più fu acquistata un’adiacente casa privata che ne ampliò la struttura.

educande in Giardino

 

Altre migliorie per la “fabbrica del Monastero” furono eseguite tra il 1560 ed il 1570. Nell’occasione furono utilizzati “i sassi presi dal diruto Ponte di San Silvestro”. Le fonti di archivio ci parlano di nuovi ampliamenti agli inizi del 1600 ed anche questa volta il Comune partecipò con denaro e l’autorizzazione ad adoperare materiali abbandonati. Altri lavori, più o meno importanti, continuarono per tutta la prima metà del XVII secolo.

Nel 1785, con decreto granducale di Pietro Leopoldo di Toscana, il Monastero fu trasformato in Conservatorio femminile. Le monache Agostiniane furono ridotte ad Oblate e ricevettero l’incarico dell’educazione delle giovani ospiti. Nel 1820 il Comune concedette 2.500 lire per sistemazioni da eseguirsi sia nell’edificio dell’ex Monastero sia in quello della chiesa.

Agli inizi del XIX secolo il Granduca intervenne nuovamente e fece costruire nuovi locali per ospitare le educande. Qualche anno più tardi il vescovo Pannilini dette ordine di effettuare nuove manutenzioni nel Conservatorio e fece riedificare dalle fondamenta la chiesa dopo averla fatta demolire. Eseguì i lavori il maestro muratore Luigi Fassi di Chianciano. La struttura del Conservatorio fu completamente trasformata fino a renderne la forma molto vicina a quella odierna. Per ragioni di studio e di insegnamento del lavoro alle fanciulle, altri ampliamenti furono effettuati nei primi anni della seconda metà dell’’800.

Durante questo tempo le Oblate Agostiniane furono sostituite dalle Suore Maestre Pie Venerini. In una fase successiva l’edificio ospitò le figlie di italiani all’estero. Il passaggio del fronte nel 1944 provocò gravi danni alle strutture sia del Conservatorio sia della chiesa.

Il Genio Civile ed il Provveditorato OO.PP., dopo aver accolto la richiesta “per danni di guerra” provvidero, nel periodo a cavallo tra la fine degli anni 50 ed i primi 60, alla loro ristrutturazione.

Oggi l’ex Monastero, ristrutturato dalla Provincia con tecniche edili d’avanguardia e dotato di modernissimi arredi scolastici, ospita l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato Guglielmo Marconi e l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Luigi Einaudi. La Chiesa non è più aperta al culto.

Fonte delle notizie: Raccolta don Giacomo Bersotti.

 

 

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