La particella di Dio

di Carlo Sacco

Stephen Hawking ha perso il suo pezzettino di carta verde con l’effige di Beniamino Franklin e la scritta ‘’In God We Trust’’, in pratica i suoi cento dollari scommessi sulla non esistenza del “Bosone” e si è dovuto (anche se scetticamente) ricredere sulla sua declamata non esistenza.

Ma per capire, da uomo della strada, l’importanza di detta scoperta è meglio addentrarci in ciò che è stato prodotto dall’intelligenza e dalla costanza di una schiera di uomini fra i quali diversi italiani d’eccellenza, ai quali l’ex ministro Gelmini dovrebbe chiedere sommessamente scusa per la gaffe partorita mesi or sono,quando era capo del dicastero.

La notizia della scoperta ha avuto grande diffusione sui media di tutto il mondo, ma come di costume già non se ne parla quasi più, segno è che il consumo di notizie ha raggiunto limiti parossistici. Nemmeno se vi fosse la notizia della fine del mondo calendarizzata si fermerebbe tutto, la gente continuerebbe a vivere la propria quotidianità pensando o che tale condizione possa essere un fatto ineluttabile oppure se ne fregherebbe. Segno è che la mente nostra è quasi totalmente comandata dai media che -da non dimenticare mai- fanno sempre capo a qualcuno, qualcosa, qualche principio e funzionano per qualche fine spesso diverso da quello dell’informazione.

La notizia della scoperta del “Bosone” non dovrebbe interessare solo un pubblico addetto ai lavori, ma almeno in Italia purtroppo la situazione è tale. Non è facile definire il “Bosone” ma c’è chi l’ha definito ormai da anni ”La Particella di Dio”, intendendo che da quella forma di energia possa derivare tutto, compresa la creazione dell’universo e il suo dispiegarsi nelle forme assunte che scorgiamo con i radiotelescopi, sino ad arrivare a quelle della materia che ci circonda nella nostra quotidianità. Quindi una scoperta che ha dell’eccezionale, ben maggiore di quella della penicillina, di certe dimostrazioni fisiche, della morfologia del globo terrestre e di tante altre cose dell’umana conoscenza.

Hanno detto, per far immaginare la sua funzione a noi uomini della strada privi di cognizioni di alta matematica e fisica, che posa essere immaginata come “una colla” che tiene l’intelaiatura dell’Universo, una particella che al contatto di altre sub-atomiche come le particelle elettroni, protoni, neutroni, neutrini ecc… scompare caratterizzando però la materia o l’energia (che è la stessa entità) con la quale venga a contatto. Ci sono voluti anni e anni di studi e applicazioni all’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra per arrivare a stabilire se fosse stato possibile raggiungere tale traguardo e la relativa verifica e pochi giorni fa ne è stata data notizia.

Chiaramente la questione ha gettato scompiglio e anche incredulità negli ambienti scientifici di ogni parte del mondo ma è stata anche una grande iniezione di fiducia nelle equipes degli scienziati che hanno condotto l’esperimento. Le basi della Meccanica Ondulatoria e Quantistica gettate da Louis de Broglie, Plank, Bohr, Heisemberg, Pauli e da tanti altri nel passato vengono rinverdite da questa eccezionale scoperta che forse è di portata tale da non essere neppure immaginata da noi che la notizia l’abbiamo solo udita. Il cosiddetto “Principio di Indeterminazione di Heisemberg” per il quale era messa in forse l’identità di particella (movimento, velocità, massa) viene forse adesso valutato ed osservato con una lente d’ingradimento più potente e confermato ancora una volta portando tale principio a stabilire che l’energia contenuta in un oggetto possa variare a seconda di come intereagiamo su di esso.

Sono problemi che influenzano profondamente e che interreagiscono anche con la visione del mondo e quindi con la filosofia che è una base essenziale che segna le modalità della nostra esistenza e anche della nostra conoscenza. Le frontiere del sapere stavolta probabilmente hanno salito non un gradino ma una intera scala, ma ciò che più induce a riflettere è quanto detto all’inizio: la quotidianità continua come se nulla fosse avvenuto, e a pensarci bene tale modalità e condizione non è che siano un bel segno.Tale scoperta non ha per nulla concettualmente influenzato la nostra vita o almeno i segni nei media non ci sono stati.

Quei padri della Meccanica Ondulatoria e Quantistica a tale visione probabilmente si rivoltano nella tomba e forse in cuor loro avrebbero sperato di più che il brindisi di un pugno di accademici e di scenziati seppur di alto rango. Ma chiaramente i risultati della scienza a questi livelli sono destinati a produrre reazioni nel tempo. Adesso viviamoci il momento magico ed esaltante di tale traguardo!

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30 risposte a La particella di Dio

  1. Carlo, scusa eh. Ma la stima della massa del b. di Higgs è quella, c’è poco da fare. Vedi la voce Bosone di Higgs in Wikipedia.

    Anzi, la teoria afferma che è l’unico bosone vettore del campo omonimo. Quindi c’è poco margine per l’errore…

    Il problema di rilevazione del quale parli è che la sua massa è talmente grande da essere al limite della risoluzione dello LHC (che è il più potente protosincrotone *al mondo*). E infatti gli eventi sono pochi… Lo LHC accelera a 7 TeV dei pacchetti di protoni che si scontrano poi frontalmente. Questo scrontro provoca sciami di migliaia di particelle, tanto che le probabilità che in uno di quegli sciami ci sia una singola particella da ~126 GeV (ossia ~ 1/100-esimo dell’energia di collisione) è molto bassa.

  2. carlo sacco scrive:

    Per Tomassoni.Il bosone di Higgs di cui si parla- a quanto ne sò non ha massa-L’espressione della massa che mi hai inviato credo che riguardi ”i bosoni lenti” e che è veritiero che hanno una massa e sono rilevabili a velocità più contenute sull’acceleratore.Infatti una delle difficoltà credo fosse proprio quella della sua evanescenza proprio perchè era impossibile rilevarlo,poi ad un potenziale di altissimi megaelettronvolts credo che sia stato rilevato.
    Infatti l’esperimento ruotava tutto intorno all’impiego del potenziale dell’acceleratore.
    Se poi invece della ”Particella di Dio” abbiano trovato quella di San Giuseppe io non lo sò.
    Non sono mai stato un ammiratore di Nietzsche ma riconosco che la sua espressione: ”La verità è che la verità cambia’ è una riflessione di grande spessore, ed al tempo suo il Bosone non c’era.Ma sono meglio i pici….

  3. enzo sorbera scrive:

    JeanPaul, non mi tentare con l’EPR, ché qui ci bannano per omnia secula seculorum 🙂
    Sì, qualche rudimento di fisica mi resta. Ma vuoi mettere con le meraviglie della teoria dei giochi e/o della teoria degli spazi vettoriali? Non c’è paragone 😉

  4. X Sorbera. Enzo, ma ora anche l’entanglement mi tiri fuori? Non siamo un po’ fuori tema?

    Da questa discussione noto con piacere che ancora la fisica ha i suoi appassionati.

  5. enzo sorbera scrive:

    Rispondo alle (mie) mail. Una lettura (relativamente) “abbordabile” in materia è Anton Zeilinger, Il velo di Einstein, Einaudi (lo troviamo in Biblioteca qui a Chiusi). Zeilinger è un fisico che ha eseguito un esperimento strabiliante: il teletrasporto istantaneo di un fotone a distanza indefinita. Il libro ha carattere divulgativo ed è scritto senza far ricorso a matematica (e relative dimostrazioni). Del Moscatelli (Vincenzo Bruno) citato da Sacco , si vedano i volumi su spazi nucleari e conucleari in (pdf gratuito) http://en.bookfi.org/%20Vincenzo%20Bruno%20Moscatelli
    In questo caso è richiesta un’adeguata conoscenza di matematica.

  6. pscattoni scrive:

    Poi bisogna vedere come la pensa la società per la protezione degli animali. Comunque io rimarrei ai pici con la nana. Se poi avrete il sospetto che la suddetta nana sia stata sostituita con un gatto radioattivo siete autorizzati ad optare per i pici all’aglione. Basta che non interveniate più 🙂

  7. enzo sorbera scrive:

    O, meglio, il gatto sarà “mangiabile” o si ribellerà all’esser messo in pentola?

  8. enzo sorbera scrive:

    Il gatto …. si morde la coda 🙂
    Io e Giampaolo facciamo riferimento a un esperimento classico proposto da Schroedinger: «Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme alla seguente macchina infernale (che occorre proteggere dalla possibilità d’essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un’ora forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo parimenti probabile, nessuno; se l’evento si verifica il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un’ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione \Psi dell’intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono stati puri, ma miscelati con uguale peso. » (Erwin Schrödinger, La situazione attuale della meccanica quantistica). Insomma, il gatto sarà vivo o morto? ai posteri…..

  9. enzo sorbera scrive:

    L’ora mi stimola. Carlo fa riferimento alla meccanica ondulatoria e alla meccanica matriciale (o quantistica, come la definisce). Ma di che si parla? Siamo nel 1925 ed entrambe cercano di spiegare l’orbita dell’elettrone. Heisenberg interpreta l’elettrone come una particella con comportamenti quantistici, cioè caratterizzati da discontinuità e salti (comportamento interpretabile mediante complessi calcoli di analisi matriciale); Schroedinger, dal canto suo, interpreta l’elettrone come un’onda di energia, cioè adeguato a un comportamento che i fisici già conoscono e descrivono mediante trasformate matematiche (Fourier, per fare un esempio). E mentre Schroedinger si scoraggiava di fronte alla complessità di calcolo della meccanica matriciale :-), alla fine si arrivò a riconoscere (1926, un lavoro di Schroedinger) che le due meccaniche sono equivalenti.

  10. X Enzo. Il problema è il gatto: va mangiato vivo o morto? 😉

  11. X Carlo. Scusa ma sennò i pici mi vanno di traverso…

    La relazione di Heisenberg della quale parlavo dice che:

    Δx Δq ≥ ½ħ

    In parole povere, l’errore nella misurazione della posizione di una particella è inversamente proporzionale all’errore nella misurazione della sua quantità di moto (ossia la velocità per la massa) ed il prodotto dei due errori non può essere inferiore alla metà della costante di Plank ridotta (un valore piccolo ma non nullo).

    Il fatto che il prodotto degli errori non possa essere inferiore ad una ben nota costante, ha quasi cento anni fa aperto il dibattito se l’errore fosse di misura (non ci si fa noi a farcela) o se fosse piuttosto una proprietà intrinseca della particella. Quest’ultima ipotesi ha aperto la strada alla fisica quantistica: l’universo è così e possiamo stimare la probabilità degli attributi di una particella tramite apposite “funzioni d’onda”.

    La scopera del b. di Higgs secondo me non cambia d’un ette il principio di Heisenberg espresso da quella relazione. Può forse modificare la quantistica? Beh, la amplia: permette di accettare quelle strade che la avvicinano alla teoria della gravitazione. Insomma, Heisenberg non centra, dài. Anche Sorbera dice lo stesso: “Quindi, nello schema di Heisenberg, […] dovrò di necessità affidarmi ad una previsione probabilistica circa la posizione della particella. Altra questione è il “collante” di Higgs […]”.

    Poi ora dici che il b. di Higgs non ha massa. E ‘nvece ce l’ha. Anzi, è un bosone piuttosto corpulento (125.3 ±0.6 GeV/c²)…

    So’ pronti ‘sti pici? 😉

  12. enzo sorbera scrive:

    Si, Giampaolo: Berners Lee sviluppo’ l’HTML per poter permettere ai fisici di condivEdere quello che stavano a fa’ 🙂
    Credo che comunque Carlo abbia trovato la formula per mettere d’accordo Einstein e Heisenberg (col gatto di Schroedinger): Pici al sugo di nana (ma non di quasar) e vedrai che il “bosone di Dio” si fa’ comparì (tra una collisione di bicchiere e l’altra) 🙂

  13. X Carlo. Vada per i pici!

  14. Belli e interessanti gli esempi di “ricadute” nel quotidiano dalla fisica delle alte energie.

    Per quanto riguarda quello sul WWW citato da Paolo, il CERN lo sviluppò con l’obiettivo di permettere agevolmente a tutti gli operatori di quella struttura l’accesso allo stato dei sistemi ed agli eventi rilevati.

  15. carlo sacco scrive:

    Per Tomassoni.Fra le poche cose che intravedo sul discorso tuo della palla ferma che abbia meno energia che una palla in moto ho dei dubbi e non credo che il sistema indichi questo.Nello studio delle particelle sub-atomiche ci si è resi conto che certe hanno una massa, certe altre invece no(Higgs appunto).Credo che questo discorso possa essere a diretta dipendenza dei sistemi presi come punto di riferimento, e qui il discorso purtroppo si allarga e ” arint a’ capa” non ho materia(tanto per restare in argomento…)per seguirlo.Occorrerebbero altre cognizioni ma si sconfina in campi che- dammi retta- è meglio farsi un bel piatto di pici….anche onde evitare le battute del tipo di quella che fecero ad Alessandro Adornato durante una conferenza, dopo che aveva per l’ennesima volta cambiato partito politico ed impegnato a dimostrare le sue ragioni : si alzò uno dalla sala e mentre parlava convinto di quello che diceva,gli si rivolse dicendo in romanesco ed a voce alta:” A Nandooo,facce Tarzan !!!”. Parlo per me, ma è’ meglio seguire il consiglio di Francesco Storelli….

  16. pscattoni scrive:

    Beh se è per questo la grande rivoluzione del world wide web si deve al lavoro si Timothy Berners Lee, anzi sir Timothy, che in due anni e un piccolo gruppo riuscì a mettere a punto proprio al CERN le basi del sistema che in questo momento permette di utilizzare chiusiblog 🙂
    Quindi al CERN non sono solo particelle 😉

  17. enzo sorbera scrive:

    E’ chiaro che se faccio un conteggio di tornaconto “immediato” non posso avere ragioni a favore dell’investimento pubblico (si pensi a quanto – e per quanto – è costata la sequenziazione del genoma). Del resto, la ricerca finanziata dai privati pone una serie di limitazioni alla libera circolazione di ipotesi e risultati, tali da non consnetire quegli scambi tra scienziati su cui, invece, la ricerca riesce a fare innovazione – anche se solo in conferma di ipotesi, come nel caso del bosone di Higgs -.

  18. enzo sorbera scrive:

    A proposito di “ricadute” economiche. La tecnologia utilizzata per l’acceleratore di particelle LHC, quella che curva i fasci nel loro tunnel sotterraneo e li focalizza perchè collidano in un’area di dimensioni inferiori a quelle di un capello, è quella dei magneti superconduttori. Quando è iniziato lo sviluppo di LHC non esistevano dei magneti dalle performances sufficienti per gli obiettivi richiesti dalla ricerca. Spendendo miliardi di euro pubblici si sono sviluppate queste tecnologie. Come effetto collaterale di queste ricerche, si sono potuti sviluppare macchinari per la risonanza magnetica di qualità decisamente superiore. Sono macchinari che generano un ritorno economico che, da solo, è sufficiente a ripagare la ricerca pura che li ha generati come effetto collaterale (e lasciamo da parte gli aspetti sociali).

  19. carlo sacco scrive:

    Per Tomassoni.Prendi con le molle quello che ti dico perchè non ho nè conoscenza della materia nè dei suoi sviluppi concettuali(attenzione”Concettuali)ma per rispondere a quello che tu dici di non vedere della relazione fra la Teoria dei Quanta ed il P.I.di Heisenmberg intanto chiaramente diciamo che sono cose diverse,la prima riguarda le forme di assorbimento od emissione di energia che producono gli elettroni saltando da un livello quantico all’altro,dall’interno verso l’esterno o viceversa delle loro traiettorie e procurano nell’ordinario attuale della chimica-fisica anche la valenza,che fa legare le molecole degli elementi producendo le diversità allotropiche degli elementi e non solo.Il P.I.di Heisemberg rileva un princio generale che dice dell’impossibilità di rilevare la velocità o la posizione di una particella,impossibilità dovuta alla natura ondulatoria della particella,in quanto i concetti di massa,materia ed onda sono assimilabili in una forma diversamente espressa del solo concetto di energia.Come entrino in relazione fra loro supposto che lo facciano non lo sò.Sò solo immaginare che se si determina la posizione di una particella non si possa determinare la sua velocità o viceversa.Il Bosone infatti dopo aver informato gli osservatori della sua presenza è scomparso dopo miliardesimi di secondo annullandosi in un altra forma di energia della quale non si è trovata traccia.In quanto all’esempio della palla ferma che tu dici-non sono molto sicuro che l’esempio sia calzante in questo caso-poichè mi è sembrato di capire che le forze che interagiscono in un mobile a seconda di quella che possa essere massa e velocità del mobile stesso si avranno risposte diverse sull’energia del mobile e quindi della sua massa,con risposte diversificate ed IMPREVEDIBILI (Heisemberg concettualmente parlando).ma Tomassoni,posso aver detto una serie di c…..

  20. Ecco … Ora ci manca un intervento del Donatelli e il mal di testa è assicurato…
    Scherzo, continuate che la discussione è interessantissima, anche se un po’ difficilotta.

  21. enzo sorbera scrive:

    Scusate, lo stesso stato quantico (il vettore nello spazio hilbertiano), altrimenti banalizziamo un mostro come Pauli. Curiosamente, questo stesso principio di esclusione è detto “Principio di indeterminazione di Pauli”).

  22. enzo sorbera scrive:

    In meccanica quantistica le particelle hanno proprietà come quelle delle onde e quindi non possiamo – secondo il principio di Heisenberg – determinare con precisione e simultaneamente posizione e momento. E’ un po’ come se volessimo misurare un fenomeno ondulatorio come il suono – che varia nel tempo -. Se volessi determinare quali sono le frequenze che, in un dato momento, compongono un segnale sonoro, devo “affettare” (tecnicamente “campionare”) un intervallo sonoro che mi fa perdere quantità di informazione (si pensi alla qualità dei campionamenti MP3, all’ingrosso, eh). Quindi, nello schema di Heisenberg, se posso determinare accuratamente il momento, dovrò di necessità affidarmi ad una previsione probabilistica circa la posizione della particella. Altra questione è il “collante” di Higgs: la difficoltà di misurazione sta nella sua rapidità di decadimento, più che nell’indeterminazione. Per non parlare poi di altre caratteristiche dei bosoni quali, ad es., l’eccezione al principio di esclusione di Pauli (dati due fermioni identici, essi non possono occupare lo stesso spazio quantico: la cosa non vale per i bosoni). Beh, basta 🙂

  23. Il problema, secondo me, è perché il gruppo di Higgs a Ginevra (nel quale ci sono molti italiani) ha dovuto affrettarsi ad annunciare la scoperta.

    Un esempio di quanto scempio possono fare le politiche (economiche e non) sconsiderate…

    Per quanto riguarda il p. di i. di Heisenberg, hai ragione: nell’articolo tuo non viene messo in discussione. Probabilmente l’ho erroneamente supposto perché quella frase m’è parsa poco chiara. Ad esempio che c’entra con quel Principio che “l’energia contenuta in un oggetto possa variare a seconda di come intereagiamo su di esso”? É ovvio che una palla ferma ha meno energia di una che abbiamo messo in moto…

    Insomma, dal principio di Heisenberg nasce l’idea del quanto di energia. Perché l’esistenza della particella di Higgs dovrebbe influenzare quel principio? Lo chiedo, eh. Magari la relazione c’è, ma non la vedo io.

  24. carlo sacco scrive:

    Giampaolo Tomassoni, lo sò che vi sono state numerose scetticità,ma in campo scientifico com’è arcinoto c’è tutto ed il suo contrario anche nell’approccio e nel carattere delle persone,spesso spinte sempre dalla conquista o di fama e/o di denaro,cosa peraltro quasi sempre non scissa l’una dall’altra; sò per certo anch’io che altri hanno ritenuto prematuro l’annuncio della scoperta.Personalmente non ho la conoscenza per concepire le interrelazioni esistenti fra il Principio di Indeterminazione di Heisenberg e l’esistenza che il Bosone possa mettere in dubbio tale concezione,ma mi sembra che nel mio articolo non l’abbia messa in dubbio,soprattutto perchè-ripeto- non ho cognizioni sufficienti per affermarlo,anzi ho detto che in un certo qual modo veniva ulteriormente riconfermata(lente di ingrandimento).Quanto ad Einstein ed al suo valore negli ultimi due-tre anni a livello internazionale sono sorti denigratori della sua teoria ma mi sembra che poi non abbiano avuto spazio nè sulle riviste nè sulla cronaca.Da qui il famoso detto che si racconta di ciò che disse sua moglie dopo la prima notte di matrimonio :”che fisico !!” .Ogni tanto è bene anche scherzarci….Ti saluto.

  25. … ma, per fortuna, collegata da un tunnel…

  26. pscattoni scrive:

    Mi sono permesso di pubblicare il commento di Giampaolo (Tomassoni) anche se molto al di là delle 1400 battute . Avrebbe meritato un articolo a sé ma dato che Ginevra è molto lontana da Chiusi ……..

  27. pscattoni scrive:

    Bruno Moscatelli che era anche mio amico, non ha dato contributi alla fisica (in cui era laureato) bensì alla matematica. Nel necrologio apparso sul bollettino dell’Unione Matematica Italiana fra l’altro si legge: “Più tardi, quando era già a Lecce, con suoi allievi e colleghi tedeschi e spagnoli, sulla struttura fine di spazi di Fréchet. Il suo articolo “Fréchet spaces without continuous norms and without bases” ha introdotto una nuova classe di spazi funzionali ormai noti, tra gli specialisti, come “spazi di tipo Moscatelli”.

    Credo che il suo settore di studio fosse quello dell’analisi funzionale. Ma puoi immaginare le mie competenze su questo e mi fermo qui 🙁
    Piuttosto fai un pensiero su una possibile conferenza sul bosno di Higgs. Come hai giustamente scritto è la divulgazione scientifica a mancare in Italia e il silenzio che ha avvolto la scoperta dopo i fuochi immediati è davvero scandalosa.

  28. Carlo, il tuo articolo è senz’altro interessante. Ho però qualche dubbio su alcuni passaggi.

    La locuzione “particella di Dio” non ha alcuna valenza creazionista. Nasce piuttosto dall’autocensura che Lederman operò sul titolo originale di un suo libro di fisica divulgativa: “Goddamn particle” (“la dannata particella”). Ed era tale perché non si riusciva a trovare… 😉

    Il bosone di Higgs è il mediatore del campo scalare di Higgs, che pervade l’universo (come molti altri campi) ed interagendo col quale le particelle “assumono” una massa. La teoria che prevede ciò si chiama “meccanismo di Higgs”. Una prima dimostrazione di questo meccanismo è avvenuto tramite la scoperta del cosiddetti bosoni vettori intermedi della forza elettrodebole W+, W- e Z0 (quest’ultimo scoperto sempre a Ginevra da Carlo Rubbia, che gli è valso il Nobel), i quali, potendo avere una massa proprio grazie a questo meccanismo, hanno a suo tempo gettato un ponte tra la teoria elettrodebole e quella gravitazionale.

    Il bosone di Higgs riveste tanta importanza perché è il tassello finale per provare l’esistenza dell’omonimo campo e la validità dell’ancora omonimo meccanismo (i fisici la fantasia la usano per altre cose. Stat rosa pristine nomine…).

    Provare l’esistenza del campo di Higgs significa falsificare alcune cosidette “teorie del tutto” per evitare di sprecarci tempo sopra. In particolare, ci sono numerose teorie delle stringhe sensate, ma solo quelle che si basano su una supersimmetria compatibile con l’esistenza del bosone di Higgs hanno oggi valore. Se non vado errato, una di queste teorie “buone” è quella che si basa su un gruppo di Lie E8 ad 11 dimensioni (8 per le stringhe e brane più tre per lo spazio da noi percepito).

    Non vedo come questa scoperta possa mettere in dubbio il principio di indeterminazione di Heisenberg (con la ‘n’), per il quale non è l’identità della particella ad essere affetta da errore, ma piuttosto è l’errore nella determinazione di alcuni suoi attributi (generalmente si esemplificano con velocità e posizione) ad essere in relazione tra loro.

    Ha però ragione Paolo Scattoni ad affermare che il “Dio non gioca a dadi” di einsteniana memoria ha oggi un (pochino) più valore: il bosone di Higgs dà spazio ad una serie di teorie che sono forse più deterministe di quando dal nostro mondo macroscopico possiamo pensare.

    Una nota “politica” a questa faccenda. Il numero di eventi identificati dallo LHC di Ginevra per avallare la scoperta sono una manciata. Tanto pochi che alcuni ritengono addirittura prematuro l’annuncio della scoperta. I tagli alla ricerca annunciati qualche giorno dopo dal Ministero erano presumibilmente già nell’aria. Forse il gruppo italiano dello LHC ha pensato bene di annunciare la scoperta per ridurre i danni della scure ministeriale?

  29. carlo sacco scrive:

    Sinceramente non lo sò se Einstein ed Heisemberg sarebbero in conflitto od avrebbero appianato le loro differenze,stà di fatto che un altro mattone alla conoscenza della cosiddetta”Formula dell’Universo”è stato montato e sicuramente darà i suoi frutti.Devo dire che la passione per la Meccanica Ondulatoria e Quantistica me la indusse il nostro comune amico Bruno Moscatelli a metà degli anni ’60 e chiaramente nelle riunioni che facevo con lui a casa sua ricordo che mi voleva insegnare i passaggi matematici ai quali ero non ostico ma super ostico.Alla fine dopo mesi e mesi mi disse: le querce non danno limoni, ed aveva ragione.Ma dopotutto presi passione per i concetti di ciò che mi insegnava e mi sono rimasti e come tutte le cose verso le quali si mostri passione,rimangono dentro di noi e fanno parte della nostra visione e percezione del mondo,e quelle a me sono rimaste, abbastanza salde.Tutto quà.Il Comune di Chiusi gli dovrebbe dedicare perlomeno una strada poichè nella Fisica Moderna esiste una dimostrazione da lui scoperta che è stata chiamata ”Dimostrazione Moscatelli” ma con i tempi che corrono i figli illustri di Chiusi sono quelli che decidono i Piani Strutturali….ma questa è un altra storia…

  30. pscattoni scrive:

    Gran bell’articolo. Guarda Carlo ora dirò uno sproposito: un articolo così ti fa perdonare tutte le tue lungagnaggini passate (ho detto passate, non quelle future 😉 )
    Non avrei mai sospettato questa tua capacità di divulgazione. Si potrebbe pensare a un bel dibattito sul tema magari organizzato dalla Goccia o da altra associazione culturale. Pensiamoci.
    La citazione del principio di indeterminazione di Heisemberg è interessante, non ci avevo pensato, probabilmente i due grandi fisici tedeschi non sarebbero più in conflitto. Einstein non lo criticherebbe più con lo sferzante “Dio non gioca ai dadi”. Letture giovanili e la chiudo qui. Non vorrei essere bacchettato da qualcuno che ci legge dal CERN. Non scherzo, fino a maggio scorso avevamo un lettore anche lì (magari era il portiere :-)). Comunque vorrei segnalare un vecchio articolo di 5 anni fa che spiega a quelli ignoranti come me che cos’è il bosone di Higgs.
    http://www.borborigmi.org/2007/01/23/il-bosone-di-higgs-spiegato-a-oliver/

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