Signor sindaco, un po’ di sobrietà. Chiusi non è il paese della cuccagna

di Luciano Fiorani

A scorrere i brevi commenti che con cadenza quasi quotidiana il neo sindaco affida alla sua pagina facebook si ha quasi l’impressione di vivere nel paese della cuccagna.

Tutto è meraviglioso, emozionante. Basta che visiti una scuola e l’esperienza diventa stupenda, tutto sembra trasformarsi in una festa. Ovunque pare scoprire il bello, l’abbondanza e i buoni propositi.

Non vogliamo certo togliere al sindaco, fresco di elezione, il piacere di mostrarsi con la fascia e andare a raccogliersi un po’ di applausi, però un consiglio ci sentiamo di darglielo, proprio perchè è all’inizio del suo mandato: provi a interpretare il suo ruolo con maggiore sobrietà.

Questa è una città in serie difficoltà e in cui vive tanta gente che prova ogni giorno sulla propria pelle quanto sia diventato difficile vivere dignitosamente.

Sicuramente il sindaco frequenta spazi e persone diverse da quelle ci è capitato di vedere e incontrare in questi giorni. Ma ne stia certo, fanno parte a pieno titolo della nostra realtà. Correre gioiosamente incontro al futuro non deve in alcun modo far perdere il senso delle cose.

Altrimenti le erbacce da tagliare fin dento il centro abitato, lo scalo ripetutamente al buio, l’economia che non riparte, il mortorio che ammanta il paese all’imbrunire o giovani operai sfruttati e umiliati sul posto di lavoro finiscono per essere in stridente contrasto con l’idilliaca rappresentazione della città che si vorrebbe dare.

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