La gita del sudicio

di Anna Duchini

La scorsa settimana ho partecipato ad una bella gita all’impianto di selelzione e compostaggio di Pian delle Cortine (vicino Siena) organizzata dal circolo di Legambiente di Montepulciano e Chianciano con i fondi provinciali per l’educazione ambientale.

Un’occasione per capire le gite che fanno i nostri rifiuti dopo che li abbiamo lasciati nei sacchetti. Nella visita all’impianto (vi lavorano 40 addetti) che accoglie i rifiuti dell’area senese ci ha fatto da guida l’ingegner Alessio Biagini, direttore della struttura. Ci ha spiegato che lo smaltimento di ciò che scartiamo passa sostanzialmente per quattro strade.

IL RIUSO. Quando abbiamo un armadio che non ci serve più invece di buttarlo potrebbe usarlo qualcun altro. Così come avviene consegnado vestiti smessi alla Caritas. E’ un servizio che Sienambiente non fa, quando portiamo qualcosa all’oasi ecologica diviene rifiuto e così viene trattata.

LA RIDUZIONE. Imballaggi meno ingombranti e voluminosi, le casine dell’acqua che riducono il consumo di bottiglie di plastica sono accorgimenti che riducono la produzione complessiva di rifiuti. Anche su questo Sienambiente non interviene. Sotto questo aspetto la situazione è peggiorata. Da quando partì, nel 1996, il primo piano provinciale dei rifiuti siamo arrivati a 180.000 tonnellate annue rispetto alle 105.000 di quindici anni fa, con una popolazione che è rimasta sostanzialmente stabile.

IL RICICLAGGIO. E’ l’operazione che viene fatta a Pian delle Cortine dove arrivano rifiuti ed escono materie prime per nuove produzioni. Qui abbiamo capito che per ottenere risultati positivi va massimizzata la raccolta differenziata e incrementato il numero degli impianti calibrati sulla necessità dei territori. La raccolta porta a porta non necessariamente migliora il prodotto che arriva al trattamento. Funziona generalmente nel medio-lungo periodo ma è decisiva la qualità del prodotto conferito agli impianti per essere trattato. Meno scarto c’è  e maggiore sarà la parte che diventa nuova materia prima. Insomma non basta raccogliere tanto differenziato se non è ben selezionato. Abbiamo visto l’itinerario dell’umido. L’impianto di compostaggio produce compost in circa 90 giorni con uno scarto di materiale del 6/8%. I ricavi dalle vendite del compost sono di circa 40.000 euro l’anno per il 70% è acquistato da agricoltori perchè si tratta di compost di alta qualità. Il percolato, residuo liquido della produzione di compost, viene prelevato e trattato da Bioecologia nel depuratore di Chiusi. Il nostro umido va  nell’impianto dell’Amiata che raccoglie il materiale del sud della provincia. Il recupero di carta e cartone produce ricavi per 250.000  euro l’anno. Per questo materiale particolarmente dannosa è la contaminazione da organico. Cioè la carta deve essre pulita per poter essere venduta altrimenti diventa materiale di scarto buono per l’inceneritore. L’efficienza dell’impianto è tale che la carta che viene conferita non basta a farlo lavorare a pieno regime. Più complessa risulta la lavorazione del multimateriale. Lì si lavora quello prelevato dalle campane, mentre quello del porta a porta fa un viaggio più lungo  e va all’impianto di Pontedera dove i sacchetti vengono aperti a mano uno per uno. Con l’indifferenziato si produce (Cdr) combustibile per l’inceneritore e (Fos) un inerte utilizzato per la gestione delle discariche.

RECUPERO ENERGETICO. Si tratta dellenergia elettrica prodotta con i rifiuti. Nella nostra provincia è quella dell’inceneritore di Poggibonsi.

Due considerazioni sono inevitabili:

1) Di riuso e riduzione dei rifiuti non si occupa nessuno. Può il comune pensare di aver esaurito i suoi compiti delegando a Sienambiente la raccolta e lo smaltimento? Io credo proprio di no, molto c’è da fare e di esempi (vedi Capannori) ce ne sono anche in Toscana.

2) Si è capito che la qualità della differenziata è essenziale e per ottenerla è indispensabile la collaborazione dei cittadini. Perchè con l’entrata in funzione del porta a porta nel nostro comune nè Sienambiente nè l’Amministrazione comunale hanno proceduto ad una informazione capillare e veriche periodiche insieme ai cittadini? E’ stata un’occasione mancata su cui occorre rimetterci le mani. Dobbiamo essere coscienti che il processo di smaltimento è un processo complesso in cui serve una stretta collaborazione tra Sienambiente e comune e tra comune e cittadini.

Prima si comincia e meglio è.   

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2 risposte a La gita del sudicio

  1. anna duchini scrive:

    La domanda su Bioecologia non gliel’ho fatta anche perchè l’ingegnere che ci ha accompagnato era solo il responsabile di quell’impianto.
    Anche sul costo delle bollette sarebbe interessante saperne di più ma bisognerebbe poter parlare con gli addetti alla comunicazione di Sienambiente.
    Io ci ho provato tempo fa, quando partì il porta a porta ma non ho ricevuto nessuna risposta.

  2. marco lorenzoni scrive:

    Ma il depuratre di Bioecologhia è già stato potenziato? Il progetto di cui tanto si parlò nell’estate scorsa è già operativo oppure no? Quanto percolato viene trattato attualmente (il progetto prevedeva 18 mila ton. all’anno) ? Iil dato sarebbe interessante anche per capire cosa si respira poi a Chiusi…

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