Piano strutturale: Il pragmatismo del sindaco e le fobie di non si sa chi

di Paolo Scattoni

Il sito di Primapagina pubblica il testo di una nota del Sindaco a commento dell’incontro con gli artigiani di cui ci ha già ragguagliato un post di Luciano Fiorani e che pur non citandolo fa riferimento al Piano strutturale. Ecco il testo:

“Io sono per uno sviluppo equilibrato e sostenibile che vada avanti in maniera parallela alle politiche di recupero, non sempre possibili. Nel piano strutturale che andremo ad approvare tra qualche settimana in via definitiva dimostreremo tutto questo dentro un equilibrio di scelte condivise con gli enti superiori e di tutela del paesaggio, consapevoli però che molte volte il recupero non è possibile o è difficile da fare, o in alcuni casi impossibile perfino.”

Insomma, le aree assoggettabili a recupero non  sempre sono attuabili. Abbiamo visto che la vera domanda, sulla base delle dinamiche demografiche, a cui si tratterebbe di rispondere è per 150 nuove famiglie in 10 anni. Se a una verifica ben fatta il Sindaco ha verificato che queste 150 unità non possono essere ricavate tramite recupero o semplici ristrutturazioni, come pare, a quanto ci dice l’articolo di Primapagina, sarà bene che una parte di quella previsione debba essere trovata in aree non ancora urbanizzate, contrariamente a quello che incautamente hanno sostenuto gli operatori del settore. 

Poi la dichiarazione del Sindaco così prosegue:

“Ciò che ha detto  Malavasi, all’incontro promosso dalla Cna, è che oggi più che mai non occorre relazionarsi ai problemi con approcci ideologici, ma pragmatici. Questo a me convince, cosa che a Chiusi stiamo provando a vivere come esperienza amministrativa del tutto nuova e fuori dagli schemi precostituiti, nettamente differente da chi con approccio ideologico difende solo le proprie fobie senza riuscire mai a fare proposte alternative alle nostre.”

E qui, la solidarietà è davvero piena da parte di chi, come me, è convinto che nella pianificazione si debba partire dal “qui ed ora” rispetto ai voli pindarici di sviluppo basato su chissà quali previsioni.

Il Sindaco allora ci deve dire chi è che intende imporre questi schemi precostituiti guidato solo dalle proprie fobie. Venga dunque allo scoperto chi ha paura che una previsione realistica sia di ostacolo allo sviluppo. Magari qualcuno che impostando lo sviluppo su previsioni irrealistiche vuole coprire qualche interesse particolare. Invitiamo pertanto il Sindaco a dirci chi sono questi incredibili personaggi. Sarà un piacere argomentare in merito. Insomma quando proprio se la cercano.

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15 risposte a Piano strutturale: Il pragmatismo del sindaco e le fobie di non si sa chi

  1. Forse ci scordiamo il punto cruciale da cui tutto parte: il sistema della tassazzione in Italia, che è il più iniquo che io cocosca. Se uno ha un’attività ed è onesto,va semplicemente in fallimento. Questo è un dato di fatto perchè la percentuale dei contributi supera quella del profitto. Domanda, se voi avete la scelta 1, essere onesto ed andare fallito, 2 ‘rubare’, evadere, etc. e sopravvivere, quale sceglierete? Non è che siamo ladri, siamo costretti ad esserlo, da li poi si arriva ai tempi nostri.

  2. A proposito della “democrazia partecipata”, cui fa riferimento Luciano Fiorani, sembra che quando il sindaco ha convocato la riunione con i cittadini per decidere la nuova viabilità, la delibera con la nuova viabilità fosse già stata approvata da una settimana. In questo caso più che di “democrazia partecipata” si tratterebbe di “presa di giro partecipata”.
    Ancora una dimostrazione che per partecipazione si intede comunicazione delle decisioni già prese.

  3. marco lorenzoni scrive:

    L’articolo di primapagina citato riporta fedelmente una dicharazione del sindaco Scaramelli. In quale, in risposta a chi sostiene come hanno fatto alcun idirigenti della Cna al recente convegno sulla crisi che è meglio reciperare l’esistente che aggredire il e consumare il territoro con edificazioni a go-go, difende il Piano Strutturale dicendo che “non sempre il recupero è possibile”… Poi, come fanno molti politici e amministratori (Berlusconi è stato un maestro in questo), si dichiara “pragmatico” e “non ideologico” e accusa chi critica il piano di che cosa? Di avere un approccio poco pragmatico e molto ideologico… cioè vecchio… Dice in sostanza Scaramelli che lui è un amministratore “del fare”, chi critica, invece fa solo chiacchiere secondo logiche antiche come la politica… Chi sono questi vetero ideologici criticoni che non gfanno mai proposte alternative? La risposta è implicita: quelli che di solito criticano: cioè l’opposziosione e alcuni mezzi di informazione. Punto. e il messaggio forse era rivolto più alla propria platea che ad altri…

  4. pmicciche scrive:

    “Che la vera battaglia da condurre sia culturale” come dice Farnetani è fuor di dubbio; la connivenza culturale è infatti enorme e diffusa. Molte persone che hanno votato Berlusconi ancora oggi dicono: “Faceva per se, farà anche per me” oppure “che c’è di male anche se Ruby era minorenne” oppure ancora “va be è umano che abbia cercato di farla uscire dalla Questura perchè non raccontasse delle sue feste, perchè in fondo uno potrà fare a casa propria quello che vuole?” e via discorrendo…ma esempi ne abbiamo ogni giorno e ce n’è per tutti.
    Rimane però il fatto che quando diventi Classe Dirigente hai degli obblighi in più e quindi sei più responsabile o colpevole per gli effetti delle tue azioni. In più se diventi pure Casta questo significa che quando io apro una finistrella abusivamente e mi scoprono, vengo multato e tu invece se compri una casa al Colosseo che nemmeno paghi, torni a fare politica come se nulla fosse. Oppure se hai lo stesso ordine di custodia cautelare di De Gregorio vai in carcere e lui no….oppure se un Referendum ha abolito il finanziamento ai partiti se ne fotte impunemente…oppure se…e anche qui via discorrendo…insomma da Classe Dirigente almeno un po’ di buon esempio bisognerebbe darne.

  5. lucianofiorani scrive:

    Quel cittadino io non solo non lo voterei mai ma continuerei, nel mio piccolo, a non adeguarmi a questo andazzo.
    Stesso discorso vale per i privilegi sia si tratti di biglietti ferroviari che di benefit ben più corposi.
    Ma mettere tutti indistintamente sullo stesso piano non mi convince, non l’ho mai fatto e non penso di adeguarmi a questa idea.

  6. marco farnetani scrive:

    Forse sarò un po’ troppo moralista, ma la domanda che sempre mi faccio è: ma quel barbiere che per fare una fattura si fa scannare, o quel cittadino che per non pagare troppa ici accatasta la propria casa a livello di una capanna, e che nel frattempo però sbraita contro caste politiche ed economiche. Ecco quel cittadino, se per un caso della vita, all’improvviso dovesse essere eletto in parlamento o diventare milionario, per magia diventerebbe a quel punto onesto, in quanto disponibile ad una piccola disonestà e non ad una grande. Dubito

  7. lucianofiorani scrive:

    Punti di vista, ovviamente, ma non mi riesce mettere sullo stesso piano, per restare nel tema, chi apre abusivamente una finestra nella propria abitazione e chi costruisce una fila di villette abusive nel parco del Circeo.
    E’ ovvio che entrambi vanno condannati ma, e qui entra in gioco il politico, se può “sfuggire” la finestra abusiva come non vedere le villette?
    Il craxiano siamo tutti ladri non mi ha mai convinto sia perchè non è vero sia perchè tende in questo modo ad accomunare responsabilità che non sono accomunabili.
    Che poi prevalgano la corruzione e l’illegalità diffusa con me sfondi una porta aperta.

  8. marco farnetani scrive:

    Il dipendente “che va a scaldare la sedia” intendevo ovviamente

  9. marco farnetani scrive:

    Su questo punto proprio non mi trovo con fiorani: per me vale tanto il corrotto che il corruttore. Ed é per questo che penso che la vera battaglia da condurre sia culturale, che debba essere contro una società corrotta che produce politici corrotti. Altrimenti sostituiremo solo una casta ad un altra. Troppo comodo sostenere che il piccolo artigiano che evade è meno colpevole del grande imprenditore. Troppo comodo sostenere che il semplice dipendente comunale, o delle asl locali che non va a scaldare la sedia ipertutetalo dai sindacati, o magari il ferroviario che gode da anni delle prebende per figli e parenti dei viaggi gratis in treno, sia meno colpevole del grande manager che si gode lo stipendio ultramilionario xchè il suo invece ê più misero. Troppo comodo

  10. lucianofiorani scrive:

    XFarnetani. A parte il fatto che chi “chiede” non può essere messo sullo stesso piano di chi “concede”, perchè il potere di fare scempi è solo di chi comanda, esistono ormai dei meccanismi collaudati che possono impedire il corto circuito e si chiamano trasparenza e partecipazione.
    Se non li si vuole attivare non possiamo prendercela genericamente con la popolazione ma con chi ha la possibilità di attivare questi strumenti.
    A Chiusi la “democrazia partecipata con aperitivo” la si attua per decidere le sciocchezze ma si guardano bene di metterla in campo per le faccende serie e che muovono tanti soldi.

  11. carlo sacco scrive:

    Assolutamente no Farnetani. Codesto discorso è sempre il solito e che tende a dire in pratica:”ma che t’incazzi a fare,sono tutti euguali,tutti pronti a proteggersi di fronte ad un possibile interesse privato e ad affossare quello pubblico”.Pensare in tal modo-come dice lei- che un paese di cui tutti facciamo parte e che spartisca le colpe con la classe politica che ha eletto è un’ingiustizia delle più grandi.In pratica lei affermerebbe che il paese merita il governo che ha.Io dico subito di no,perchè il paese è formato senz’altro si, da milioni che la pensano in tal modo, ma da altrettanti milioni che messi davanti al saper leggere ”politicamente”la situazione,si comportano e la pensano in ben altro modo.E’ che negli ultimi 30 anni il degrado di chi fa parte di quel primo mondo ha raggiunto livelli notevoli,e la politica che applicano spesso la applicano perchè spiana la strada a più alte prebende. Personalmente, con tutti i miei limiti,con tutti i miei errori,con tutte le mie masturbazioni mentali,con tali valori non ho nulla a che spartire.E qui c’entra anche quella che tutti oggi dicono che sia nefasta e limitante:l’Ideologia.
    Ne ha parlato anche il Sindaco nella sua intervista.”posizioni ideologizzate”, occorre “pragmatismo”.Quello suo però!Anzi,che sia il suo ne dubito.E lì certamente l’ideologia di spazio ne trova poco, anzi per nulla.

  12. pscattoni scrive:

    Non capisco il ragionamento di Farnetani. Se ci sono persone che da anni cercano di arginare questi fenomeni dobbiamo concludere che sono dei poveri illusi che sprecano il loro tempo?

  13. marco farnetani scrive:

    Qui la questione casca a fagiolo rispetto alla mia tesi che il problema oggi non è (solo) la “classe politica”, ma il Paese, di cui tutti noi facciamo parte. Se gli strumenti urbanistici, ahimé, sono spesso ovunque anche strumento elettorale e di consenso dei politici, non possiamo negarci però che siano terreno di caccia di quella tanto osannata società civile da cui dovrebbero oggi scaturire gli antidoti contro la “casta”. Anzi siamo proprio noi italiani che abbiamo sempre fatto della promessa di un terreno edificabile la chiave dirimente delle nostre scelte elettorali. E allora quale casta? L’italia é una casta, guardiamoci tutti in faccia, e non puliamoci la coscienza attribuendo la C scarlatta di casta al politico di turno, che non é altro che uno di noi, peccatore anch’egli

  14. lucianofiorani scrive:

    Stiamo calmi.
    Hanno messo in piedi la “democrazia partecipata” per decidere se chiudere al traffico dieci metri di strada vuoi che non facciano una decina di assemblee pubbliche, con annesso aperitivo, in tutto il paese prima di approvare il Piano strutturale?

  15. carlo sacco scrive:

    E’ la sagra della ”bollatura che va di moda degli schemi ideologici” che rispunta fuori quando non si sa argomentare alle obiezioni, o manca materia che giustifichi l’impianto della questione. Mi sembra di ricordare che i pareri della Regione siano stati dati. Si potrebbe sapere cosa ne pensa la maggioranza silente? Non è questione di persone Paolo, che poi non ci vorrebbe molto ad arrivarci secondo il lessico usato, ma è una questione di etere (in mancanza di argomenti incominciamo a dire che il recupero è spesso molto difficile, forse qualcosa rimane…). Neghiamo il recupero e di contempo allarghiamo il campo alla cubatura da consumare nel nuovo, bolliamo di ”ideologia nefasta” e il giuochino è fatto. Ha detto che ci stupiranno. In effetti come dargli torto? Posso permettermi di pensare che siamo al fondo del barile, quello politico però? Lo dico col candore più spassionato: ma è possibile che dentro a tale partito non vi sia chi venga interessato da una ventata di pelle d’oca?

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