Bisogna ammettere che il livello delle nostre feste è mediocre e il grande patrimonio artistico è mal utilizzato

di Fabio Pifferi

Mi trovo abbastanza d’accordo con il post sulle feste. Alla Pieve hanno il Palio dei terzieri, a Montepulciano hanno il Bravio, a Sarteano hanno il Saracino.

Di tutte le iniziative svolte a Chiusi, tranne i Ragazzi in Gamba e in qualche misura la Festa del vino, se ne perdono le notizie già verso Montallese, dove per esempio diventa già difficilissimo incontrare gente che conosce i Ruzzi della Conca, che comunque è una festa trentennale. Scarsa pubblicità? Non sappiamo venderci? Davvero organiziamo troppe cose senza impegnarci seriamente in una? Non lo so… ma il problema c’è!

Mi ricordo una volta che passeggiavo con amici nel centro storico in piazza del comune, ci imbattemmo in una barchetta, una grigliata ed un cartellone con 4 persone… era la festa del pesce del lago di Chiusi, o qualcosa di simile! Una certa mediocrità negli anni l’abbiamo dimostrata, bisogna ammetterlo. Quando si dice della Pieve, che da un punto di vista artistico è inferiore a Chiusi, si dice la verità, e non mi vergogno a dire che la differenza è abissale nel confronto tra qualsiasi paese della zona e Chiusi.

Quando lo dico a gente dei paesi limitrofi mi prendono in giro quasi, perchè non ne sono consapevoli e spesso nemmeno noi chiusini, ma il patrimonio archeologico e artistico di Chiusi è veramente una grandissima risorsa che non siamo mai stati bravi a valorizzare.

Qualche tempo fa visitai il museo civico, la sezione in piazza, è veramente male allestita, c’è qualche teca e qualche cartellone, il piano inferiore è adibito a rimessa, la guida non spiccicava una parola e le cose bisognava tirargliele fuori a forza, in una stanza piccolissima c’erano 4 teche, troppe, e per di più circondate da tantissime sedie accatastate che non permettevano di avvicinarsi per vedere.

Per fare un altro esempio, la villa romana giace incustodita ormai da troppo tempo. Altri esempi? Visitare tombe e catacombe non è facile per nulla, soprattutto per eventuali turisti. Bisognerebbe per esempio decentralizzare le biglietterie per l’area delle tombe e per la catacomba di S. Mustiola, fare una promozione per i turisti, cioè farli spendere un tot per un biglietto unico che vale 2, 3 giorni con il quale puoi visitare tutti i musei, viaggiare nei bus, avere sconti sui ristoranti, alberghi e negozi. Fare un parcheggio per autobus e camper serio. Non so, cose così… e poi certo… puntare su una, due manifestazioni e renderle grandi!

Detto questo però, la buona volontà è sempre bene accetta e ben venga un calendario pregno di manifestazioni a Chiusi!

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13 risposte a Bisogna ammettere che il livello delle nostre feste è mediocre e il grande patrimonio artistico è mal utilizzato

  1. Fabio Pifferi scrive:

    Non c’è bisogno che nessuno la prenda sul personale. Io non sto certo criticando il lavoro dei volontari o dicendo che le teche e i cartelloni non servono. Sto dicendo che la sensazione generale che ho provato io e i miei amici, alcuni dei quali non di Chiusi, era di mediocrità, disorganizzazione, un allestimento fatto alla bene e meglio… e questo dispiace a me in prima persona. Le sedie accatastate e i materiali quasi da magazzino nelle sale c’erano, non me le sto inventando, magari sono stato sfortunato e ci sono capito nel momento sbagliato. Il senso generale del mio articolo era che il nostro patrimonio archeologico non è sfruttato a dovere, è uno spreco e un peccato, ci sono molte cose da migliorare, in primis a mio avviso l’allestimento della sezione in piazza del museo civico, e altre cose di cui parlo nell’articolo. Se poi vogliamo fare finta di niente e mantere le cose come stanno facciamo pure. E’ chiaro che servono i soldi, ma senza investirli i soldi non rientrano, senza qualche investimento fatto bene sul turismo i turisti non inizieranno ad arrivare magicamente!

  2. Nicola Nenci scrive:

    I “qualche cartellone” servono per essere letti, e le “qualche teca” servono per essere guardate. Visitando il Museo, infatti, e non limitandosi a camminarci dentro, ci si rende conto che quelle stanze sono il risultato di un lavoro pluriennale di un gruppo di volontari. Le prime esplorazioni degli anni ’60, gli scavi degli anni’80-’90, ma anche i contenuti dei “cartelloni” e l’intero percorso museale sono stati il frutto sono frutto del lavoro dei volontari del Gruppo Archeologico. Ovviamente c’è che si è spacciato volontario e ha lavorato per il Comune con sistemi di reclutamento gentilizio, ma questa è un’altra storia. Poi c’è stata la Gopion che ha curato l’allestimento succhiando un bel po’ di nenne, ma è un’altra storia ancora. Riguardo alla “guida” che non spiccicava una parola, vorrei puntualizzare che l’operatore del museo non è tenuto condurre visite guidate, anzi, per certi aspetti gli è proibito. Il biglietto attuale, se non sbaglio è 4 euro: sfido chiunque ad avere lo stesso servizio in qualsiasi museo nazionale o internazionale (e io, credetemi, di musei ne ho visti) per quel prezzo. Ricordo l’autore dell’articolo che un servizio guida costa circa 115,00 € ogni mezza giornata (che è calcolata in 3 ore) per gruppi sotto le 30 persone. Quel museo di problemi ne ha (e non sono quelli che il nostro amico ricordava nell’articolo) ma non so come possano essere risolti, visto che non c’è nemmeno un vero e proprio direttore.

  3. Simone Pifferi scrive:

    Occhio a non sottovalutare i Ruzzi. Io ho una esperienza di diversi anni, ormai, nell’organizzazione della Festa. Quello che ho notato è che i Ruzzi svolgono un importante ruolo di integrazione per i ragazzi figli di extracomunitari e di conseguenza anche per le loro famiglie: imparare a sbandierare, vestirsi per la sfilata, spingere un carro, tutto serve a rompere l’isolamento. Ragazzi e famiglie che finita la scuola rischierebbero di rimanere nel proprio contesto familiare o etnico, riescono ad integrarsi anche grazie ai Ruzzi. L’anno scorso la mia contrada ha accolto nelle sue fila un altro piccolo nuovo italiano, sua madre era contentissima perchè: “Bisogna cogliere questa occasione al volo”!

  4. carlo sacco scrive:

    Per Luca Marano: Ti ringrazio. I pici mi piacciono, ma quanto al vino purtroppo sono astemio.Invece spesso noto che ci si fa anche colazione.

  5. Siamo sicuri che non si possa pretendere di meglio? Che sia giusto così?

  6. Come dire “mangia e stai zitto!”
    Ma siamo sicuri che questo sia giusto? Non sono già abbastanza coloro che mangiano e stanno zitti? E’ giusto mangiare e stare zitti, ovvero contentarci dei giochini che ci mettono in mano e rinunciare al nostro spirito critico?

  7. carlo sacco scrive:

    Pifferi, in certe cose sono d’accordo, in altre molto di meno: tipo “in fondo sono le feste che fanno girare i soldi” o che i ruzzi “facciano socializzare i ragazzi”. Senza la pretesa di insegnare nulla, in un mondo globalizzato e diviso come quello che vivono i ragazzi oggi, solo TEORICAMENTE si può auspicare una cultura aggregativa. Tale cultura formata intorno ai ruzzi non produce nulla se dopo la fine delle palle al bracciale e delle sfilate intorno c’è il vuoto. Cosa ne consegue? Si fa intendere ai giovani che l’esistente è dedicarsi ai tamburi, ai costumi, al lanciare coordinatamente le bandiere in aria ed a riprenderle, cercando di allargare le menti per la conquista della ”conca”? Io non sono per l’eliminazione di questo perchè è esatto quello che dici Pifferi, bisogna favorire la diversificazione dei gusti, ma ricordo che i gusti si formano a seconda di quello che si propina: mai dimenticarlo!

  8. Fabio Pifferi scrive:

    Mi ero dimenticato di fare una precisazione… quando dico che il piano inferiore della sezione in piazza del comune del museo civico è adibito a rimessa… faccio una battuta… per dire che quando lo avevo visitato, la dentro c’era di tutto… come fosse una rimessa!! Insomma… una stanza decisamente male utilizzata!

  9. luca marano scrive:

    …E’ primavera svegliatevi bambini……..Sacco, a settembre ai ruzzi ti offro un piatto di pici e una bottiglia di vino……lascia detto che pago io……almeno per due minuti mangi e basta…….

  10. Fabio Pifferi scrive:

    In effetti credo che la stanza con le teche era nell’altra sezione ma poco importa, me la ricordo bene, se poi nel frattempo le sedie sono state rimosse ben venga, la mia visita era di qualche tempo fa. Se poi quella stanza è adibita a laboratorio delle scuole… bisognerebbe o chiuderla al pubblico o trovare un altro posto per il laboratorio. Quello che voglio dire è che visitando quel museo avvertii molto pressapochismo e disorganizzazione e questo certo non giova all’immagine di Chiusi. La mia critica vuole essere costruttiva, bisogna essere obiettivi e non fare finta di nulla. Per quanto riguarda gli investimenti sul mondo della cultura, Sacco… con me sfondi una porta aperta, ma sono convinto che servano anche i pici! Anche alla Pieve tanta cultura, ma alla fine i soldi veri li fanno con le taverne! Che i soldi fino ad ora sono stati spesi male è vero e quando parlo della nostra mediocrità mi riferisco anche a questo. Non credo tu abbia capito il mio intervento, io dico che preferirei avere una, due feste di alto livello invece che molte mediocri, però d’altro canto, sempre meglio di niente non credi? Credo che su questo punto la pensiamo nello stesso modo! Sui Ruzzi che non insegnano niente a nessuno nel 2012 invece sono assolutamente contrario, è una festa paesana che mobilità moltissimi ragazzi, insegna loro a fare gruppo, i principi della sportività e dell’impegno, è uno strumento di socializzazione, un momento ricreativo per tutti, e non solo per i ragazzi! Senza dimenticare che da un punto di vista pratico i Ruzzi fanno girare molti soldi allo scalo. Per me è una delle feste su cui dovremmo puntare. Del resto la cultura serve certo, ma bisogna accontentare un po’ tutti i gusti no? E’ giusto fare mostre ed eventi culturali che in effetti a Chiusi scarseggiano… ma bisogna nutrire anche la pancia, non solo la mente! E sul patrimonio archeologico ripeto, è una grandissima risorsa inutilizzata, ed è un vero peccato!!

  11. Elisa Leandri scrive:

    “Qualche tempo fa visitai il museo civico, la sezione in piazza, è veramente male allestita, c’è qualche teca e qualche cartellone, il piano inferiore è adibito a rimessa, la guida non spiccicava una parola e le cose bisognava tirargliele fuori a forza, in una stanza piccolissima c’erano 4 teche, troppe, e per di più circondate da tantissime sedie accatastate che non permettevano di avvicinarsi per vedere”. Secondo me ti sbagli con qualche altro Museo. Al Civico non ci sono stanze piccole con quattro teche e il piano inferiore non è usato come rimessa, se ci sono le sedie è perché vengono svolti i laboratori con le scuole!

  12. pscattoni scrive:

    Quella del biglietto unico che includa anche i trasporti mi sembra un’ottima idea.

  13. carlo sacco scrive:

    Si,tutti d’accordo Pifferi,ma teniamo conto che oggi le cose si fanno a certi livelli,-purtroppo solo con le risorse-impiegate intelligentemente però.Tante iniziative che pienano il calendario non portano beneficio a nessuno,faranno divertire i ragazzi,ma cosa costruiscono?Occorre-a mio modestissimo avviso-meno spese inutili,mentre per organizzare eventi e mostre si lesinano risorse.Finchè c’era la mucchina MPS si costruivano anche le pensilone,adesso che non c’è il latte della mucca,si celebra sempre il brustico e ci sembra cultura di quella alta.Ma sembra normale tutto questo? Perchè a Città della Pieve per esempio si mobilitano normali cittadini per mostre,presentazione di libri,ed altre iniziative che non hanno eguali nei Comuni vicini ?Vuol dire che esiste nel sociale una quantità di persone che hanno voglia di impegnarsi in quelle direzioni (garantendo sempre convivi e cene s’intende),e se vi sono tali persone vuol dire che il livello è all’altezza dei tempi.Chiusi invece è l’esatto contrario.Montepulciano dedica 500 mila euro in bilancio-mi sembra di ricordare-per la cultura.Meno pranzi,meno gente in piazza,meno Ruzzi che non insegnano nulla a nessuno nel 2012, eppure tale andazzo viene difeso strenuamente da tutti quei settori vicini alla politica,alle associazioni,anche quelle religiose.Pensate un momento a come termina la poesia del Pascoli dedicata a ”Valentino vestito di nuovo”poi forse scoprirete perchè ”dai pici e dal brustico”-che pur son buoni-non se ne esce.

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