Referendum: un messaggio dall’impero del sol levante

di Paolo Scattoni

Questa notte ho ricevuto da un amico nipponico questa email:

Thanks a lot for the Italian people’s “courageous common sense” shown to the world against the nuclear power generation”.

E’ di un carissimo amico, Yuji Morioka, urbanista e docente universitario in pensione. Lo posso annoverare, senza ombra di dubbio, fra i miei “maestri”.

Non posso ovviamente estendere il suo ringraziamento agli “italiani”, lo faccio su chiusiblog, il pubblico più vasto possibile al quale posso accedere. Credo che a Yuji farà sicuramente piacere perché conosce bene la nostra città.

Se il Giappone ci ha insegnato nel dopoguerra a capire l’assurdità delle armi atomiche, oggi il Giappone ci insegna l’assurdità dell’energia nucleare da fissione. Il Giappone, erede di una grande tradizione culturale, ma anche protagonista della ricerca scientifica e tecnologica contemporanea, deve in pratica rinunciare a un’area che corrisponde all’Umbria, mentre è impegnato in un’opera di ricostruzioni senza precedenti per il terremoto.

E’ una lezione di cui dobbiamo essere grati ai tanti che oggi soffrono a Fukushima e dintorni. Riconosciamolo il nostro “common sense” è stato aiutato anche da loro.

Ora speriamo che il nostro “common sense” possa applicarsi a quello che viene dopo: una seria politica per le energie alternative. Un modello di sviluppo completamente nuovo.

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2 risposte a Referendum: un messaggio dall’impero del sol levante

  1. pscattoni scrive:

    Come dice Erasmo nel suo “Elogio della Follia” il “buon senso” è quanto di più disponibile c’è al mondo perché tutti sono convinti di esserne ben dotati 🙂
    Purtroppo però è sempre il senno del poi. Oggi c’è la grande opportunità di capire la lezione giapponese e disegnare un nuovo modello di sviluppo.

  2. ……per far si che il “common sense” fosse riconosciuto c’è voluto, purtroppo, la tragedia del Giappone……..spero che non si debba aspettare un’altra catastrofe prima di capire che c’è qualcosa che non quadra, un qualcosa che è l’opposto del “common sense”.

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