Assegnazione degli oneri di urbanizzazione secondaria: Ma il bando chi l’ha visto?

di Luciano Fiorani

Forse non tutti sanno che una parte (non irrisoria, il 17%) degli oneri di urbanizzazione secondaria vengono, per legge, destinati a chiese e altri edifici per servizi religiosi (9%) e a centri civici, sociali, attrezzature culturali e sanitarie (8%).

Nell’ultimo Consiglio comunale all’assegnazione di questa quota parte (quasi 200.000 euro) erano dedicati cinque punti dell’ordine del giorno.

Gli oneri assegnati si riferivano a vari anni (dal 2005 al 2010). Tutti sono finiti alla chiesa cattolica. Sembra strano che nessuna altra organizzazione abbia fatto richiesta.

Forse c’è anche un problema di informazione. Siamo sicuri che tutti sapevano che quei soldi erano a disposizione? E’ chiaro che la legge non ammette ignoranza ma il bando l’hanno visto tutti?

Nel sito del comune di Cetona, in bella evidenza, http://www.comune.cetona.siena.it/on-line/Home/articolo2710491.html si può trovare sia il bando di assegnazione che i modelli per le richieste.

E’ davvero così difficile per il nostro comune adeguarsi a quello che appare un “minimo sindacale”?

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8 risposte a Assegnazione degli oneri di urbanizzazione secondaria: Ma il bando chi l’ha visto?

  1. carlo sacco scrive:

    Non voglio rientrare nella solita polemica che s trascina ormai da anni e che molti definiscono sterile.La Chiesa Cattolica deve avere ogni libertà d’uso delle proprie strutture, ci può fare ciò che vuole rispettando le leggi dello Stato.Tale processo può e deve essere democraticamente trasparente, legale e difeso dalle leggi delle Stato,ma al suo sostentamento la Stato non deve provvedere. Debbono provvedere i fedeli e le loro organizzazioni che si tassano poichè sono i credenti e debbono avere tale libertà di porlo in essere.
    Euguale libertà devono avere i non credenti i quali non desiderano dare una percentale del loro Irpef alla Chiesa mentre i meccanismi attuali che sono subdoli e fatti appositamente e passano sopra tutto e tutti producono il contrario.Gli accordi di convivenza fra Chiesa e Stato ci sono e devono tener presente tale fatto e condizione. Altra cosa sono le iniziative decise per venire incontro alle necessità della gente nelle quali Chiesa e Stato debbono in certi casi agire insieme e concatenando gli interventi, nella chiarezza e senza sovrapposizioni surrettizie nè dell’uno nè dell’altro.
    E qui tanto per cantare il vero -è con l’uso della politica che si scantonano i paletti-,invadendo il campo formativo delle persone.

  2. pscattoni scrive:

    Ha ragione Claudio (Provvedi): le chiese oggi sono troppe rispetto ai bisogni dei praticanti. La Chiesa cattolica spende 1/3 dei fondi dell’8% per il loro mantenimento. Si potrebbe quindi tagliare di un terzo dell’8%. Ma siamo davvero sicuri che affidare questi monumenti allo Stato si spenderebbe di meno? Ho qualche dubbio.

  3. Dico solo una cosa: Tenere in piedi a Chiusi Città 5 edifici per il culto, alcuni veri monumenti, quando, per i pochi cristiani che sono rimasti, ne basterebbe uno, secondo me è un servizio improprio che la Chiesa cattolica fa alla società! Un servizio appropriato, invece come Chiesa lo facciamo vivendo fra le pieghe e le piaghe della nostra città, segnalando fatti che fanno riflettere: Famiglie che vivono in alberghi in cambio delle pulizie, sempre in cambio dell’ alloggio piccoli artigiani ristrutturano case da abitare in proprio, piccoli proprietari che trasformano in comodato gratuito gli affitti per risparmiare le tasse, dal momento che non se la sentono di buttare famiglie in mezzo alla strada. Mentre la politica stenta a trovare una “grande idea” per Chiusi, (bene però il censimento delle case sfitte), la crisi indica a tutti di guardare all’ essenziale. Quasi ogni giorno, dai servizi sociali dei comuni o dagli ospedali ci chiedono di ospitare persone sfrattate! Alcuni comuni del nord hanno varato dei programmi “lavoro in cambio di alloggio”. Siccome non mancano ne’ disoccupati e nemmeno case sfitte, e il mercato da solo non riparte, ragionare di queste cose e impegnarci energie sarebbe utile a tutti. Noi qualche idea l’ avremmo! ……

  4. pscattoni scrive:

    Attualmente le opere di ristrutturazione e restauro di edifici religiosi è una delle voci più importanti dell’edilizia delle nostre zone.

  5. carlo sacco scrive:

    Se è vero che la regola è quella che dici tu Paolo come credo che lo sia,e come altrettanto vero che sia ciò che dice Fiorani (dal 2005 al 2010)riguardante non le opere di carità bensì le opere di modifica strutturale ed accessoria, interventi,ecc. ecc. allora solo in tale direzione sono stati elargiti i fondi ? Non sono mica briciole ? Non sono un tecnico nè delle disposizioni di legge nè delle supervisioni , ma a questa domanda:quante Chiese od interventi di esse e ad esse sono stati apportati ? Perchè il meccanismo che adduce risorse beneficia sempre gli stessi ? Risposta :Perchè gli stessi sono i soli che hanno fatto domanda ?I discorsi formali spesso producono unidirezionalità delle politiche. O no ? C’è qualcosa che stona e che comunque non torna.Poi mi posso sbagliare ma è meglio avere dubbi che certezze,anche in questo caso.Questo che ho detto adesso è un piano di ragionamento politico, quello tecnico dovrebbe sottostare a quello politico giocoforza. O no ?

  6. pscattoni scrive:

    Magari sarebbe bene capire un po’ di più delle norme che regolano l’assegnazione dei fondi. Le opere di urbanizzazione secondaria riguardano la disciplina urbanistica. Sono infatti previste opere di “urbanizzazione porimaria” quelle senza le quali non è possibile ottenre l’abitabilità (strade, acquedotto, fogne, elettricità) che sono totalmente a carico dei privati. Per le opere di urbanizzazione secondaria (asili nido, scuole materne, scuole dell’obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese ed altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, centri sociali e le attrezzature culturali e sanitarie, aree verdi di quartiere) si prevede la copertura da parte dei privati “di quota parte”. Si tratta di manufatti e non di “opere di bene” e posso immaginare che i fondi in questione derivino proprio da chi ha edificato. Non conosco i bandi nel dettaglio, ma immagino che la comunità René Hagen avrebbe potuto partecipare al bando per la costruzione di opere specifiche e non per il funzionamento dell’associazione.

  7. lucianofiorani scrive:

    XCarlo Sacco. L’assegnazione delle cifre in questione avviene dietro presentazione di domanda e, mi pare di aver capito, di allegato progetto.
    Non so dire se la comunità Renè Hagen non ha fatto domanda perchè ignara di questa possibilità o se non avesse progetti da farsi finanziare.
    Quello che mi pare strano è che nessuna associazione pare aver bisogno di quei soldi.
    Resta il fatto che sul sito del nostro comune non è pubblicato il bando di assegnazione mentre in quello di Cetona si.

  8. carlo sacco scrive:

    Le opere di carità e sociali non le fa mica solo la Chiesa Cattolica, anzi…. La casa-famiglia Renè Hagen per esempio perchè non è stata tenuta presente ? Mi sembra strano che tutti a Chiusi sappiano quale attività porta avanti Claudio Provvedi ormai da anni e nessuno della giunta abbia avuto nulla a che ridire.
    Provvedi se non sbaglio tempo fà pubblicò il bilancio della sua attività e ricordo la diatriba che ne nacque poichè l’esiguità delle offerte era proprio una miseria vergognosa in confronto ad altre elargizioni.
    Nessuno si è degnato di segnalare o decidere tale spartizione di cifra. Nulla di peggiore dell’ipocrisia anche di molti di coloro che si dicono fedeli, perchè i motivi li sanno tutti. Fedeli a chi? Non si deve parlare neanche di tale clima che vige ormai da anni all’interno dei massimi sistemi di Chiusi? E’ cosa loro, anzi….

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