Referendum: anche a Chiusi ci si confronta

di Paolo Scattoni

Purtroppo a causa di una serie di espedienti per sabotare i referendum non si è riusciti a discutere come dovuto nel merito dei quesiti.

Sul nucleare ad esempio si gioca il futuro del nostro Paese.

Se passa l’opzione nucleare, che il governo ha imposto passa un modello di produzione centralizzata, proprio mentre paesi come la Germania e la Svizzera pensano a soluzioni in cui la produzione è decentrata e gestita come oggi si gestisce l’informazione tramite la rete web. E’ per questo che il governo tenta fino all’ultimo di impedirlo attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale.

A Chiusi comunque ci sarà un’iniziativa dove potremo confrontare le nostre idee sui quesiti.

Assemblea promossa dal comitato per 4 si al referendum:

Io vado a votare

giovedi 9 giugno ore 21 sala Eden  Chiusi Scalo

intervengono: Gaetano Rispoli di Lega Ambiente e Simone Bruschi del Comitato Acqua Pubblica di Arezzo

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3 risposte a Referendum: anche a Chiusi ci si confronta

  1. lucianofiorani scrive:

    Per quanto riguarda l’impegno concreto dei partiti a cui fa riferimento Carlo (Sacco), per lo meno a Chiusi, è identico a quello per le ammiistrative, cioè nullo. Fatto naturalmente salvo il lodevole contributo di singoli iscritti.
    In questi pochi giorni di campagna elettorale credo sia più utile informare e invitare la gente a votare che abbandonarsi a “polemiche fratricide”. Pensiamo a raggiungere il quorum, per il resto ci sarà tempo.

  2. pscattoni scrive:

    Carlo (Sacco) forse posizioni troppo rigide di schieramento in questo caso non sarebbero utili. C’è invece bisogno di spiegare confrontarsi e chiarire. Io credo che anche coloro che sono schierati a destra debbano partecipare a questo confronto. Mi chiedo quanti dei cittadini comunque schierati si rendano conto delle conseguenze della scelta sul nucleare. produrre energia in maniera diversa in forma non gerarchica, am diffusa significa pensare una società diversa. Economisti ancora considerati eretici da molti, per esempio Jeremy Rifkin, hanno (a mio modestissimo avviso) dimostrato che non si tratta di un’utopia. Non c’è stato modo di discutere di questi temi.Non tanto divisi per parrocchie politiche, ma come cittadinanza attiva. Poi a me piacerebbe che il mio partito si impegnasse nei centri decisionali in cui conta, portasse avanti la prospettiva della produzione diffusa. Purtroppo, però, siamo ancora alla drammatica carenza di informazione di base.

  3. carlo sacco scrive:

    ……..e i partiti ? Dopo una presa d’atto di Bersani che ha espresso dichiaratamente che il Pd si schiera per il SI e quindi è per l’abrogazione,la fliebile e sommessa campagna affiancatrice del PD a quella più forte e decisa pronunciata dai comitati dovrebbe essere spiegata.Dal momento che i media hanno volutamente boicottato i referendum non pubblicizzandoli, la campagna dovrebbe essere in crescendo ma invece non si stà producendo nulla! Perchè alla disponibilità a parole data ai comitati non c’è stato in pratica nessun seguito ? Fiumi di parole ma atti concreti affinchè venga data pubblicità quasi nessuno.Non è solo il centrodestra che spera che forse non venga raggiunto il quorum.Se qualcuno si ponesse tale domanda la risposta è tutta interna alla politica ed alla consapevole confusione e nebbia alzata ed evocata nella maniera più mirata possibile perchè raggiunga lo scopo.Giano bifronte non dorme mai.Berlusconi ha detto” andate al mare” ma chi si oppone a parole ha di fatto aggiunto: ”oppure in montagna”..Ricordiamoci bene che una gran parte di elettori del PD erano e restano a favore del nucleare ed adesso dicono di votare SI per l’abrogazione.
    Bisognava attendere Fukushima e la Germania per capire il pericolo ? Io credo di no , ma purtroppo il nodo sono sempre gli affari !

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