Alcuni esempi per non farci prendere in giro

di Anna Duchini

Nel bel filmato consultabile nel sito del comune  http://www.youtube.com/watch?v=wjmNoKGqtxo&feature=youtu.be nella parte dedicata al Piano strutturale adottato si parla chiaramente di una previsione di 1.500.000 metri cubi di cui il 75% è di recupero.

Vediamo, con l’ausilio di alcune foto, quello che l’amministrazione comunale chiama “recupero”.

-Aree dismesse e abbandonate che possono essere recuperate a nuove funzioni. Ce ne sono diverse: la Fornace, l’ex frigomacello, i vecchi macelli l’area Della Ciana, l’ex dormitorio ferroviario…

-Aree già urbanizzate da completare. Zone in cui già sono stati costruiti dei volumi (case o capannoni) in cui si sta ancora costruendo e si costruirà fino al completamento previsto. Un esempio è la lottizzazione “Porto di mezzo” dove sono state realizzate delle villette e altre ne stanno costruendo.

-Aree per cui è già stata rilasciata l’autorizzazione a costruire ma che ancora sono terreno agricolo perchè non è stato avviato nessun cantiere. Un esempio è la lottizzazione sopra la fonte del Porto, a Chiusi scalo.

-C’è poi il caso delle villette che sono in una fase di costruzione avanzata nell’area sopra il palazzetto dello sport. Queste nuove edificazioni non sono conteggiate in alcun modo nel fabbisogno da soddisfare nelle nuove previsioni di Piano. Cioè non sono state proprio considerate come case disponibili. Che siano state costruite né per essere vendute né per essere affittate ad alcuno?

E’ del tutto evidente allora, anche ai non addetti ai lavori, che non possono essere date risposte chiare sui quesiti posti da Paolo Scattoni e dal gruppo de La Primavera. Come potrebbero chiamare “tutto” recupero situazioni così diverse? Ecco perchè i dati non escono fuori, alla faccia della trasparenza.

Secondo me, infatti, è corretto parlare di recupero solo nel primo caso, quello dell’area della fornce e simili, non certo per i campi.