Petizione popolare per difendere l’articolo 18

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

“Noi sottoscritti/e consideriamo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori una norma di civiltà.

L’obbligo della reintegra di chi viene ingiustamente licenziato è garanzia per ogni singolo lavoratore ed è al tempo stesso il fondamento per l’esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose.

Se l’articolo 18 fosse manomesso ogni lavoratrice e ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, essendo licenziabile arbitrariamente da parte del datore di lavoro. Se l’articolo 18 fosse manomesso verrebbero minate in radice le agibilità e le libertà sindacali.

Per questo motivo va respinta ogni ipotesi di manomissione o aggiramento dell’articolo 18.

L’articolo 18 va invece esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di ogni dimensione.”

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www.federazionedellasinistra.com

 

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Una risposta a Petizione popolare per difendere l’articolo 18

  1. carlo sacco scrive:

    Io credo che siamo di forza entrati nell’uso psicologico del teatrino della politica. Lo sanno tutti fino alla noia che l’art.18 è una conquista di civiltà e pur non essendo decisivo (non è che la sua applicazione quando c’è stata abbia messo in tilt le aziende nè prima nè le metterà in tilt dopo) eppure si continua ad insistere fino a portare intorno al sindacato più combattivo la nuvolaglia che addensandosi debba produrre l’isolamento previsto pronto a scattare intorno alla CGIL.Sembra che non si aspetti altro. Teatrino già visto.
    Ritengo che in tal caso la differenza fra il ministero Sacconi e quello attuale proprio tanta ad occhio non mi sembra essere.l’insignificante incidenza dei casi apre un squarcio anche a chi non lo vuol vedere sulla pretestuosità di Confindustria che ha recitato che è pronta a non firmare l’accordo poichè secondo loro l’art.18 disincentiverebbe gli investimenti.
    Ma dico a chi vive con 800-900 euro al mese ancora non basta l’ombrello di Cipputi retto però dalla mano di Confindustria? Sono soddisfatti questi lavoratori dei loro sindacati che fanno finta d’incazzarsi ma poi quando ci si deve contare ci si conta dalla parte di chi cancella i diritti acquisiti con lotte di anni o di chi asseconda chi vota sapendo bene che si vota con la pistola alla tempia: o voti come dice Marchionne oppure a casa? Dove pensano di arrivare quelli che danno ragione a Marchionne a salvare i loro posti di lavoro? Questo è il salto di qualità in negativo che ha fatto la classe operaia nel nostro paese ma le responsablità ci sono e sono politiche, per la maggior parte a sinistra. Questo è ciò che penso !

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