Aspettando un Monti in ogni comune

di Luciano Fiorani

Il governo tecnico di Mario Monti sostenuto dai due maggiori partiti italiani è davvero una soluzione dettata dall’emergenza o non prefigura scenari che potrebbero avere attuazione anche a livello locale?

La domanda cominciano a porsela in tanti, e non è del tutto peregrina. La fine dei partiti che abbiamo conosciuto nel secolo scorso è ormai nei fatti, non solo nei comizi-show di Grillo. La cronaca politica, e sempre più quella giudiziaria, martellano incessantemente un’opinione pubblica sempre più distante da quella che ormai, senza alcuna forzatura, si può chiamare più che una casta un corpo estraneo alla vita politica, economica e sociale del paese.

 E mentre la politica stenta a trovare forme e aggregazioni nuove il tessuto democratico si lacera sempre più. Ormai sono in molti a parlare di un sistema che garantisce (ancora) il suffragio universale ma che di democratico mantiene a stento l’apparenza.

Ma in una situazione che assomiglia ogni giorno di più ad una maionese impazzita troppi ancora restano ancorati a idee, valori e modi di essere che ben distinguevano destra e sinistra. Pur non essendo più il discrimine netto e preciso prevale ancora un romantico senso di appartenenza. Parlo ovviamente di chi non ha interessi personali intrecciati con le piccole oligarchie partitiche.

Ha senso continuare a dirsi di sinistra (dico sinistra perchè è su questo versante che la discussione è più sentita) senza riconoscersi in nessun partito esistente? Ho l’impressione che ognuno immagini una sinistra sua, personale, quasi su misura. Un’idea che è agli antipodi di un ragionevole e razionale approccio politico.

Credo che i fatti si stiano incaricando di aprire gli occhi anche ai più restii e le difficoltà (economiche, prima di tutto) che si profilano spariglieranno definitivamente le vecchie carte. Ciò che si deve tener fermi sono i valori, l’appartenenza, l’abbiamo visto, non offre nessuna garanzia.

E allora anche nelle nostre realtà perifieriche forse è giunto il momento di cominciare a porsele certe domande senza aspettare che qualcuno (scaltro e interessato) ci proponga una soluzione Monti anche per i nostri comuni.     

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12 risposte a Aspettando un Monti in ogni comune

  1. lucianofiorani scrive:

    @Miccichè. Dopo Cicconi e l’alta velocità si potrebbe pensarne un’altra di iniziativa su questi argomenti.
    Tanto s’è capito, o ce le facciamo da noi o il deserto.

  2. lucianofiorani scrive:

    XTomassoni. In Grecia sono un po’ più avanti con il “programma”.


  3. lucianofiorani:

    ma temo che nel frattempo arriveranno soluzioni semplicistiche e poco piacevoli.

    Alcune sono già arrivate: un parlamento a due partiti non é forse un modo per togliere controllo alla gente? La riduzione delle sovvenzioni di stato ai partiti non é forse un modo per renderli piú dipendenti dagli affari e limitare la nascita di “battitori liberi”? La riduzione di stipendi e pensioni agli onorevoli non escluderà di fatto alcuni da quel ruolo?

    A tratti ho il sospetto che la Grecia stia rispondendo con piú fierezza di quanto non facciamo noi…

  4. pmicciche scrive:

    Che vi sia una situazione di spaesamento è più che evidente, così come il fatto che si rischiano soluzioni semplicistiche, sebbene la democrazia partecipativa sia in crisi ormai da tempo. E’ però inevitabile, è il grado stesso di complessità che lo impone: non solo gli abitanti sono aumentati ma sono esponenzialmente aumentati – per fortuna – diritti ed esigenze di tutti (non solo di una classe ristretta); il tutto “lanciato” in uno scenario mondiale e a ritmi vertiginosi, con continui cambiamenti di rotta e necessità quindi di sintesi continue, impossibili da fare se non in tempi rapidi e quindi consultando solo poche persone. Inoltre la comunicazione “marketing” di stampo televisivo – iniziata illo tempore negli USA – impone un linguaggio semplice e un alto tasso di seduttività verso l’elettorato nonchè l’uomo “forte” che risolva i problemi. Siamo in una selva oscura e dobbiamo sopravvivere finchè non troviamo una via di uscita. Credo però che il futuro sia un futuro di Sinistra perchè così com’è il sistema è insostenibile e “oggettivamente” instabile; per stare in piedi dovrà riconsiderare il “dio” dei consumi – per lo più di cose inutili – e offrire uno scenario realistico che permetta ad una vasta massa di persone di vivere dignitosamente. In qualche modo il governo Monti è un passo interessante verso nuove modalità e provocherà probabilmente l’emergere di nuovi scenari.

  5. lucianofiorani scrive:

    In tutti i commenti c’è una parte di verità. Ma, ed è sintomatico di una situazione di spaesamento, manca un denominatore comune.
    Penso che l’agire politico colelttivo non possa prescindere da forme organizzate. I partiti così come sono ridotti oggi non servono più, i movimenti non bastano. E’ dalla metà degli anni settanta del secolo scorso che, a intermittenza, si prova a ragionare su una nuova “forma partito”. I risultati sonio sotto gli occhi di tutti.
    E’ giusto continuare ad indignarsi e fondamentale continuare (o ricominciare a) studiare ma temo che nel frattempo arriveranno soluzioni semplicistiche e poco piacevoli.

  6. enzo sorbera scrive:

    Ah, Tremonti ha solo lo strabismo; quanto all’analisi, mi pare un precotto americano buono per ogni situazione. Fukuyama docet 🙂

  7. enzo sorbera scrive:

    @Micciché. Ho assistito stasera a una manifestazione di umiltà: la Chiesa si interroga su internet e sul terreno (scivoloso) che questo “ambiente” rappresenta – sia come concorrente che come ipoteca sul futuro -. Spadaro è sicuramente un “monstrum”, ma è il direttore del più antico “giornale” italiano: mentre lo ascoltavo, mi tornava in mente Spinoza e la sua necessità di “intelligere”. Da qui bisogna ripartire: non c’è Sinistra senza analisi e senza “progetto” (pro-jicere: “gettare” avanti). Proviamo a fare “intelligenza”, il “resto” – forse – verrà.

  8. marco lorenzoni scrive:

    La politica ha fallito e non da adesso: dopo Mani Pulite è arrivato Berlusconi (che sembrava fatto apposta per portare a compimento il “piano dei rinascita democratica” di Gelli), passato Berlusconi inciampato nel suo puttanaio, è arrivato Monti con il governo dei banchieri (gli stessi che hanno causato il disastro: perché Passera e altri non sono certo senza peccato)… Pd e Pdl si son ritrovati dopo anni di guerra dalla stessa parte della barricata… e vaglielo a spiegare agli elettori… E vagli a spiegare com’è che un partito cme la margherita non si accorge che un furbacchione gli sottrae 13 miioni di euro, la metà del bilancio… vagli a spiegare perché il Pdl che si aprsta a tenere il primo congresso si trova a contare tessere inesistenti… vagli spiegare perché nella rossa e democratica Umbria il numero di arrestati e inquisiti nei consigli regionale e provinciale e comunali sia a livelli record, che nemmeno in Campania… e ci son dentro tutti: Pd, Prc, Idv, Pdl…
    Una destra vera, seria in Italia non c’è mai stata, una sinistra vera e seria non c’è più. In questo quadro anche il governo Monti può apparire come la “cosa più seria possibile”. E invece, probabilmente è una fregatura. Per i più deboli, almeno. Ma non c’è nulla d meglio e questo è il dramma…

  9. Credo che forse si dovrebbe parlare non di destra o sinistra, ma di quello che i cosiddetti politici fanno ed hanno fatto. Cominciamo con il cambiare la frase ‘debito pubblico’ in ‘debito politico’, visto che l’hanno fatto i politici, non i cittadini. Poi, ancora non si vede un’intenzione, da parte dei politici (tutti) di tagliarsi lo stipendio (soldi nostri). Ed a me questo scoccia, e parecchio. Ma come, misure economiche vengono imposte a noi cittadini mentre i fautori di questa situazione vanno avanti, allegramente, a godersi i nostri soldi. Ripeto, il loro stipendio viene pagato da noi. Ed in tutto questo non c’è alcuna differenza fra la ‘destra’ e la (defunta) ‘sinistra’.

  10. pmicciche scrive:

    Destra e Sinistra fanno riferimento all’impostazione da dare ai rapporti tra gli individui e all’organizzazione della società. Esistono in qualche modo a priori come esistono destra e sinistra nel linguaggio comune per indicare una direzione. Basta un mese negli Stati Uniti per capire, nella concretezza della vita quotidiana, cosa è la Destra in contrapposizione alla Sinistra ancora – per poco credo – schema di base del vecchio continente. Altra cosa è invece la rappresentanza politica e sociale di questi valori. La borghesizzazione televisiva, individualistica e consumistica ha travolto la sinistra storica in un’ansia di sintesi tra materiali diversi e incompatibili; tutti cercano di allargare la base di comunicazione per prendere nella rete più pesci possibili, fino alle spericolate e strabiche analisi no-global di Tremonti fatte con la mano sinistra fianco a fianco a Berlusconi, La Russa e Calderoli mentre con la destra perseguiva imperterrito una politica di destra. La Sinistra politica non è in Parlamento e poco anche nella società civile, tra il rosè di Sel e il rosso antico e nostalgico di Rifondazione, indeclinabile ai giorni nostri. Non è però con l’Unisex politico del “fare” che si risolve il problema; da quella “porta stretta” – l’equivalente aggiornato del Partito come intermediario di rappresentanza – bisognerà necessariamente passare.

  11. pscattoni scrive:

    Quella di Monti è una soluzione di emergenza per la transizione da un periodo oscuro della storia italiana. Non ne siamo ancora fuori e quindi spero che Monti riesca in questo compito.
    Usciorne significa anche un rinnovamento della politica che i partiti debbono fare a cominciare dal darsi una legge che obblighi alla democrazia interna e alla trasparenza. Certo una legge non risolve di per sé, ma può aiutare quei tanti militanti che si impegnano per il rinnovamento.

  12. enzo sorbera scrive:

    Si tende sempre a presentare la destra come un “muro compatto”, mentre in realtà presenta sfaccettature e distinguo che potrebbero tranquillamente far parlare di una destra per ogni testa che ci si riconosce. Sotto questo profilo, l’unica differenza con la sinistra è che loro fanno quadrato con i propri rappresentanti. C’è una battuta di Celestini a proposito di un uomo di sinistra: se gli chiedete un parere, ve ne fornirà almeno due: uno pro e uno contro. Quanto a Monti, è un ottimo professionista, ma è comunque schierato: la sua è una politica di (piccola) destra ed è una delusione (anche cocente, visto che paghiamo noi – lavoratori dipendenti e pensionati – gli equilibri di cassa che persegue), almeno per me che speravo in una politica di grande destra – non mi facevo affatto illusioni sulla sua “torsione” ideologica -. Quanto alla crisi dei partiti e al deficit di politica – intesa come capacità di farsi carico del bene comune -, banalizzando alla grande, credo che derivi in buona parte dalla mancanza di controllo su quel che fanno e maneggiano.

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