Un monte di soldi sperperati ad alta velocità

di Anna Duchini

Chi usa, anche saltuariamente, il treno si è accorto che ormai non si può più parlare di rete ferroviaria o di treni in modo indifferenziato. Perchè da alcuni anni siamo in presenza di due tipi di treni e due reti ferroviarie.

Come sia potuto accadere, nell’indifferenza generale, e cosa abbia prodotto anche in termini di ruberie questa scelta dissennata lo racconta il libro di Ivan Cicconi: Il libro nero dell’alta velocità, Koinè nuove edizioni (14€).

Nel 1998 lo stesso Cicconi aveva dato alle stampe un libro profetico: La storia del futuro di tangentopoli, in cui spiegava cosa si stava delienado con la scelta del sistema TAV. Ora, a distanza di tredici anni torna sull’argomento e ci racconta quello che è davvero successo: le scelte tecniche e finanziarie note e occulte, le bugie consapevoli e inconsapevoli, la clamorosa bugia del finanziamento privato, la truffa ai danni dello stato e dell’Unione Europea. Insomma il lato meno presentabile del nostro paese attraverso la storia dell’alta velocità.

 Quanto “ci è costato” questo disastro, fatto passare per “ammodernamento”, a cui si sono opposti solo quattro gatti? Il progetto Tav parte nel 1991 con una stima di 14.157 milioni di euro ma nel 2020, termine (presunto) dei lavori, i costi sfioreranno i 100.000 milioni.  Quasi dieci volte di quanto era stato preventivato. Insomma una cifra inaudita per dar vita ad una ferrovia e un paese a due velocità.

Nel libro viene dato risalto ai pochi personaggi che hanno provato a impedire questo scempio (Schimberni, Preti, Andreatta e più recentemente l’economista Giulio Sapelli).

E tutti gli altri? Al banchetto, spiega dettagliatamente Cicconi, perchè di questo grande intervento keynesiano (alla rovescia) hanno approfittato aziende pubbliche e private, faccendieri e boiardi di stato e naturalmente i partiti (tutti) con le loro corti di mariuoli.

E ancora ci vengono a raccontare che i No Tav della Val di Susa sono dei “terroristi”, solo perchè si oppongono a che l’abbuffata continui e distrugga la loro valle.

Partiti e governi si sono guardati bene dallo spiegare davvero quali sono gli interessi in ballo. Anche Monti che ha tagliato il ponte sullo stretto sulla Tav non pare intenzionato a cambiare programma.

Allora, quando saliamo su un regionale sporco e malandato, raramente in orario (quando non è soppresso), dobbiamo sforzarci di capire che è la democrazia che viene meno e non solo l’efficienza.

Proprio per questo oltre a invitare a comprare e leggere il libro segnaliamo ancora il sito www.vivailtreno.it perchè il treno torni ad essere “democratico”. 

  

 

 

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10 risposte a Un monte di soldi sperperati ad alta velocità

  1. … e il problema è anche che le privatizzazioni vengono fatte passare per operazioni di democrazia!

    Recentemente Veltroni, a “Che tempo che fa”, ha fatto una lista delle cose che vede appartenere alla sua sinistra, e c’ha messo le privatizzazioni. Ma anche no…

    Un riassunto di quello che ha detto lo trovate in questo video: http://www.youtube.com/watch?v=jYa-Da6aroc

  2. marco lorenzoni scrive:

    Questi dirigenti-governanti-politici (tutti) hanno fatto di tutto perché il treno non fosse né democratico, né in orario, nè efficiente, nè pubblico…
    Hanno distrutto il trasporto merci su rotaia, hanno regalato la linea ai privati e hanno consentito loro di farsi un baffo dei pendolari, dei lavoratori, dei territori (sopattutto di quelli svantaggiati) si sono inventati mega lavori che accorceranno i tempi d percorenza tra Torino e Lione al massimo di mezz’ora a fronte di miliardi di euro di spese… Per capire a loro politica basta quello che è successo ieri sulla Chiusi-Siena , linea del tutto secondaria, alla faccia dei piani neve, degli assessori Ceccobao, delle inaugurazioni delle stazioni (vi ricordate Montallese, 4 anni fa?) delle sparate sulle stazioni in linea (sempre a Montallese…).
    Come diceva il grande Monicelli, il problema è che qui non si è mai fatta una rivluzione, né c’è verso di farla…

  3. Paolo Scattoni scrive:

    Sul sito paginebianche.it c’è un solo riferimento per Ivan Cicconi. Non credo si tratti di un omonimo. Si tratta quindi di telefonare per verificare la disponibilità dell’oratore e i costi dell’operazione.

  4. anna duchini scrive:

    Benissimo. L’iniziativa sarebbe veramente interessante e per quanto mi riguarda io ci sto.

  5. pmicciche scrive:

    Ottima idea. VivaIlTreno è disponibile come “contenitore“.

  6. pscattoni scrive:

    propongo di chiamare Ivan Cicconi a Chiusi per una conferenza.

  7. Che i terroristi in Val di Susa fossero dalla parte opposta rispetto a quello che ci raccontano i TG, ne avevo il marcato sospetto. Che ci fosse in ballo un affare milionario anche. Che si trattasse invece di qualcosa tipo 100 miliardi di €, beh francamente no.

    É sempre più necessario che la politica si riappropri del controllo sulla finanza: non possiamo permetterci di lasciar governare chi non deve mettere in bilancio né sociale, né ambiente.

  8. pmicciche scrive:

    Il problema è proprio quello dell’indifferenza generale che impedisce la formazione degli “anticorpi” politici e sociali. Non c’è piena coscienza di quanto stia accadendo; magari vengono percepiti effetti parziali ma a stento si ricostruisce il quadro generale. Tutto questo a fronte di un aumento del costo del carburante, degli effetti inquinanti di uno smisurato parco autovetture e delle lunghe code a cui il cristiano si sottopone giornalmente. Lasciamo perdere il “treno perso” del trasporto su rotaia che avrebbe decongestionato le strade senza bisogno di colare altro cemento ma, prima di cedere l’uso della rete pubblica ai privati, si sarebbe almeno dovuto implementare questa rete. Anche http://www.vivailtreno.it procede con il contagocce: rassegnazione, ignoranza, altra visione del ruolo del servizio pubblico? Si dice che oggi il problema non sia più tra destra e sinistra. Non sono d’accordo perchè io la sinistra non la vedo e manca quindi uno dei termini di paragone. Questa, per esempio, sarebbe proprio una battaglia di Sinistra.

  9. Certe scelte di modernizzazione si possono condividere o non condividere, tuttavia la TAV è stata una truffa nel momento stesso che il finanziamento non è più avvenuto con il project financing (dei privati) ma ribaltandolo sui cittadini…e i nostri parlamentari eletti “democraticamente” lo hanno acconsentito. Dalle nostre parti c’è stato qualcuno che faceva addirittura batter scontrini fiscali più di quanti caffé bevuti… per giustificare tanta liquidità di denaro in tasca.

  10. carlo sacco scrive:

    E’ sintomatico che il decadimento di questa Italia sia iniziato con la discesa in campo delle forze che hanno attaccato alla base il sistema keneysiano, il quale se pur sempre nell’alveo del capitalismo, rappresentava però un motore che tendeva a far avere un equilibro di forze all’interno del sistema.
    Tutto ha cominciato a degradarsi con Reagan (voglio ricordarlo), con la deregulation estesa a tutto il mondo, con la nascita della rapina da parte del privato delle risorse pubbliche e anche gli stati e la politica hanno accettato beotamente tale condizione: privatizzare un bene pubblico, farlo rendere come una azienda privata, e se i tagli non sono sufficienti a farlo rendere, si chiude definitivamente.
    Anche le Ferrovie non sono state esenti da questo e siccome i no tav sono scambiati oggi da chi siede in parlamento per degli ” estremisti”, allora io spero che di estremisti in quel modo ce ne siano sempre di più in futuro e di lacchè di ogni partito che siedono in parlamento sempre di meno.
    E a chi mi parla di democrazia elettiva rispondo che tale democrazia è degradata a tal punto da fungere da riparo a chi sa che la cura da cavallo di questo squallido consociativismo in nome dell’Italia (ma prima dov’erano Berlusconi, Fini, Casini, Bersani?) manderà sottoterra i già poveri e non cambierà nulla sotto le vesti di chi vorrebbe cambiare tutto.
    Nel 1848 ci fu qualcuno che disse: ”solo una rivluzione, in ultima istanza, è capace di spezzare questo sisema”. Carlo Marx.

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