Ci hanno presentato un Piano deludente che non valorizza il nostro territorio

di Alessandro Bologni

Sono profondamente deluso! Più fattori hanno determinato questo mio stato ma andiamo con ordine.

Il Quadro conoscitivo

Il Quadro conoscitivo dovrebbe fornire la fotografia della città interessata alla stesura del Piano strutturale e a dare le indicazioni per progettare il futuro della città.

Ebbene il Quadro conoscitivo che ci è stato presentato nella relazione di Economia Territoriale è, in gran parte, fermo al 2001, si è fermato con l’attentato alle torri gemelle?

Non voglio pensare che lo stop si dovuto al fatto che dati più recenti avrebbero giustificato ancor meno quanto previsto dal Piano strutturale, spero che sia stato semplicemente e superficialmente condizionato dai dati dell’ultimo censimento (2001) ma credo che si poteva e doveva fare di meglio.

Lo scenario economico dal 2001 ad oggi è profondamente cambiato. Come possiamo allora valutare la situazione economica della nostra città con dati obsoleti?

Anche nella Relazione generale la tabella relativa alle presenze turistiche in Valdichiana è ferma al 2003 (poco più di 1.730.000 presenze). Il netto calo rispetto agli anni precedenti, si è successivamente accentuato; per farvi un esempio nel 2008 sono scese a un milione e mezzo.

Nella Relazione generale non vedo una caratterizzazione della città, se non quella di vivacchiare sull’esistente e mantenere le cose così come stanno senza individuare dove impiegare forze ed idee per una città migliore.

Non basta aver individuato dove edificare il nuovo e recuperare l’esistente (cosa sicuramente da fare), serve un progetto di città volta al futuro.

Nella Relazione non sono evidenziate quelle che sono le caratteristiche della nostra città che, se adeguatamente sviluppate, possono essere un veicolo importante per la sua economia:

 il valore inestimabile della pecularietà culturale, archeologica, del paesaggio e quella dell’industria florovivaistica.

Come vedrei la Chiusi del 2020?

Un pullulare di studenti, giovani e meno giovani, che raggiungono la nostra città da tutte le parti del mondo per partecipare a corsi di archeologia, restauro, teatro, sul sistema delle filiere corte, sul riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti, sui prodotti tipici e sulle tecniche di agricoltura tradizionale, quella che segue i principi di tutela del consumatore e di attenzione verso la terra, corsi sulla valorizzazione dei sedimenti storico-archeologici e, perché no? florovivaistica ed agricoltura qualificata e certificata.

Chiusi dunque come polo scolastico altamente specializzato, con un turismo che certamente ne avrebbe notevoli giovamenti.

Le strutture per perseguire questa idea non mancano.

Nella UTOE 1 (Centro Storico) si pensi alla ex scuola elementare, nei suoi locali la sala auditorium può essere considerata già pronta per seminari di livello oltre a tutte le altre stanze dei due plessi.

Lo stabile della “Villetta” potrebbe essere ampliato e destinato ad aule per il nuovo polo culturale.

La Fortezza, non di proprietà pubblica ma per questi scopi forse utilizzabile, un centro di studi Florovivaistici ed a supporto di essa gli splendidi giardini pubblici del parco dei Forti e tutta la parte sottostante le scuole medie quella cioè definita propaggine del centro storico dove piazze e giardini che non sconvolgano la coltura tipica della nostra terra con piantagioni e coltivazioni autoctone attraversati da sentieri dovrebbero portare ad unire il centro storico con Chiusi Scalo (non con nuove case!). Nella UTOE 3 (Poggio Gallina e S. Caterina) si dovrà sviluppare ed abbellire il centro sportivo.

In queste zone le costruzioni di nuovo edificato dovranno essere ben poche, non più di quelle previste dal vigente piano regolatore, per non rovinare le due colline che paesaggisticamente hanno conservato (malgrado tutto) il loro aspetto caratteristico delle nostre terre e dove il rischio geologico potrebbe essere rilevante.

E questi studenti, non solo a ragazzi ma anche ad adulti, dove potranno alloggiare?

In parte nell’ex Collegio Paolozzi da trasformare in vero e proprio ostello ed in parte nell’ex dormitorio dei ferrovieri, a Chiusi Scalo, assai comodo per chi arriva con il treno.

Per la parte commerciale della città, nulla da ridire su quanto esposto nella relazione in modo particolare sulla ex fornace, fulcro per uno sviluppo indispensabile dello scalo, mentre per la zona di via Manzoni (ex Della Ciana), vista la sua vicinanza alla ferrovia, quindi poco appetibile come residenziale, punterei ad una zona di espansione commerciale.

Nell’UTOE 5 è indispensabile una sistemazione del verde in modo da mascherare gli insediamenti industriali e offrire un aspetto migliore a chi raggiunge Chiusi con il treno.

Per le restanti UTOE la mia idea non discosta molto da quella presentata se non che le nuove edificazioni possono essere nella stessa quantità del Piano regolatore vigente con una raccomandazione per la UTOE 10: i capannoni dismessi sparsi per le campagne devono essere senza dubbio recuperati, meglio se a scopi agricoli, in ogni caso non è accettabile permettere il degrado della nostra campagna.

Viabilità, parcheggi e strade vicinali.

E’ evidente che per supportare quanto da me espresso per il centro storico e per lo scalo si deve pensare ad una migliore viabilità e soprattutto ai parcheggi.

Il Centro storico ha bisogno di parcheggi per i residenti. E’ impensabile continuare a vedere la piazzetta panoramica dell’Olivazzo piena di auto, come pure alcune strade della ZTL. Dato per scontato l’ampliamento di quello fuori porta Lavinia, perchè non pensare ad ampliare il parcheggio delle scuole superiori da poter raggiungere con una nuova strada di accesso esterna e quello del parco dei Forti?

Servono anche parcheggi per i turisti. Per i pulman si può pensare ad una soluzione non proprio in prossimità del centro storico; i pulman potranno far scendere i turisti per poi andare a sostare anche più lontano. Indispensabili sono anche aree attrezzate per camper. Ed allora mi viene da chiedere: cosa c’è di concreto nell’ipotesi di un parcheggio che serva il centro storico con risalita meccanizzata al di sotto di Via Torri del Fornello? La stessa struttura (risalita meccanizzata) non potrebbe servire per collegare centro storico, cimitero, palazzetto dello sport e Chiusi Scalo?

Questa realizzazione, insieme ad un indispensabile secondo accesso al centro storico, permetterebbe di ridurre notevolmente i flussi di traffico in via Cassia Aurelia.

Dato per scontato l’ampliamento di quello fuori porta Lavinia, perchè non pensare ad ampliare il parcheggio delle scuole superiori da poter raggiungere con una nuova strada di accesso esterna e quello del parco dei Forti?

Indispensabile, come detto anche nella relazione, alleggerire il traffico per e da l’azienda Lodovichi con la realizzazione di una nuova strada o meglio ancora di una linea ferrata ad hoc.

Per le strade vicinali, argomento neppure sfiorato nella relazione, si dovrà pensare a creare una rete che possa determinare percorsi pedonali che siano attrattiva per il turismo lento, una forma di turismo in grande espansione sulla quale Chiusi può e deve puntare.

Non essendo un esperto di urbanistica ma una persona che ama la sua città ed il suo territorio, per concludere, penso che un numero che salta agli occhi sono i 153 alloggi nella UTOE 2 (propaggine di Chiusi città). Mi sembrano veramente eccessivi. Ma insieme agli 87 della UTOE 3 (Poggio Gallina S.Caterina) non sarebbero comunque sufficienti ad unire i due centri, come auspicato da questa amministrazione, ma sicuramente deturperebbero quelle colline, ammirabili dall’Olivazzo e da tanti altri punti panoramici, che sono ancora un patrimonio inestimabile della nostra città e che conservano ricchezze archeologiche nascoste come la necropoli del Bagnolo.

Il Piano strutturale di Chiusi dovrebbe con forza puntare, come grande strumento di sviluppo, su ciò che abbiamo a disposizione, ovvero il territorio con le sue ricchezze agricole, naturalistiche (compreso il lago) ed archeologiche sparse per ogni dove. E’ intorno ad esse che va creato il “sistema Chiusi”.

Questa voce è stata pubblicata in TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Ci hanno presentato un Piano deludente che non valorizza il nostro territorio

  1. pmicciche scrive:

    Si, va tutto bene e molte delle considerazioni e delle proposte sono anche condivisibili….ma si continua da ad ignorare la caratteristica principale di Chiusi come appare “vista da fuori” e non solo rispetto ad un orizzonte limitato dove già Po’ Bandino viene percepito come un luogo “altro” e, se proprio non ostile, quantomeno non-chiusino.
    Chiusi ha una grande potenzialità rispetto alla sua Logistica e può attrarre – complice anche un mercato immobiliare competitivo – attività imprenditoriali da ogni dove e non solo nel settore vivaistico o archeologico. Sempre per lo stesso motivo potrebbe diventare un Centro servizi turistico di grande importanza con un notevole indotto di posti di lavoro.
    Autostrada e Treno – quest’ultimo totalmente depresso – sono due vettori formidabili per chi si trova in una posizione centrale come Chiusi e, per giunta, al centro di un territorio di grande pregio. Ci vuole però un Idea unitaria su cui lavorare e su cui investire energie e risorse economiche e, soprattutto, una Comunità che la condivida e che lavori per l’obbiettivo comune. Ci vuole che escano di scena quei dinosauri – i vecchi ma anche quelli giovani – che, per mantenere il potere, perseguono solo l’interesse che nulla cambi rimanendo sordi a qualsiasi proposta innovativa.

I commenti sono chiusi.